sabato 6 febbraio 2021

pc 6 febbraio - CCNL METALMECCANICI: un accordo fondato sul corporativismo

UN PRIMO COMMENTO ALLA FIRMA DEL CCNL METALMECCANICI

Dopo quello del 2016 con zero aumenti salariali e in continuità con il patto di fabbrica che lega aumenti salariali all’aumento della produttività arriva un altro “accordo storico” ma solo per i padroni, come si evince dalle dichiarazioni del presidente di Federmeccanica: 

«La nostra volontà è sempre stata chiara: fare il Contratto – dichiara Alberto Dal Poz, Presidente Federmeccanica -. Dopo un confronto serrato ma costruttivo abbiamo trovato la chiave per un rinnovo che rispettasse le due condizioni per noi imprescindibili: Continuità e Sostenibilità. In continuità con lo spirito riformatore avviato nel 2016 col Rinnovamento contrattuale e sostenibile dal punto di vista economico. Tutto questo è stato possibile ottenerlo grazie alla “Riforma dell’Inquadramento” che Federmeccanica e Assistal hanno messo al centro della trattativa con la Proposta del 26 novembre scorso. L’incremento quantitativo del trattamento salariale non è quindi uno scambio, bensì una conferma del sistema di garanzia introdotto con il Contratto del 2016, e frutto dell’introduzione di elementi di qualità nel tessuto contrattuale attraverso la riforma dell’Inquadramento. Un investimento per il futuro.»

Ma per inquadrare la portata di questo rinnovo non si può che partire dalla premessa di quello che è contenuto all’inizio di questo accordo di rinnovo del 5 febbraio 2021 con l’inflazione programmata IPCA che viene superata “in considerazione della rilevante innovazione organizzativa determinata dalla riforma sull’inquadramento, come indicato dal Patto per la Fabbrica:

Nel patto di fabbrica vengono infatti introdotti 2 parametri, il TEC (trattamento economico complessivo) e il TEM (Trattamento economico minimo): il primo variabile dipendente dagli utili aziendali, il secondo direttamente legato al tasso di inflazione ufficiale.

Il patto di fabbrica si fonda sulla piena condivisione degli interessi dell’azienda e quindi del collaborazionismo sindacale (salario ridotto per tutti a meno del salario minimo con aggiunta di forme di welfare, che di fatto sono soldi sottratti al salario dei lavoratori), come spiegava tempo fa Confindustria: 

«Nel rispetto degli accordi fatti con i sindacati confederali, devono però essere rinnovati nella cornice di regole definite con il Patto della fabbrica. Il contratto, è bene ricordarlo, non è un fine ma uno strumento – spiega il direttore dell’area lavoro di Confindustria, Pierangelo Albini -. Oggi che cambia il mondo anche i contratti devono cambiare e non si può immaginare una contrattazione come quella del passato.

 Il Patto della fabbrica ha definito un trattamento economico minimo che va indicizzato secondo l’Ipca e un trattamento economico complessivo in cui rientrano tutti i diversi istituti che fanno parte del contratto, compreso il welfare. La somma fa il totale, ma data l’incertezza delle future possibili scelte del legislatore e le ipotesi che spesso ritornano a circolare sul salario minimo legale, per le imprese diventa importante non caricare eccessivamente i minimi che, tra l’altro, hanno un effetto moltiplicatore su molti istituti, e demandare il recupero della produttività là dove viene prodotta ossia al secondo livello, nelle aziende».

Ma come era possibile ottenere un buon contratto senza la lotta su basi di classe e con solo 4 ore di sciopero, mentre in tante aziende si lavorava di brutto anche con straordinari per recuperare la produzione persa per il lockdown?

Così i padroni hanno preso tutto a spese degli operai che si trovano con un’aumento di 112 euro lordi per il 5° livello (100  per il 3° livello) spalmato in 54 mesi (incrementi retributivi mensili complessivi pari a 25 euro lordi nel giugno 2021; 25 euro lordi nel giugno 2022; 27 euro lordi nel giugno 2023; 35 euro lordi nel giugno 2024) che diventa la metà della già misera richiesta di 146 euro che doveva coprire il triennio 2020-2022, aumenti in 4 anni e mezzo che concretamente sono un caffè al giorno, una beffa a fronte della richiesta dell’8% contenuta nella già misera piattaforma di fiom-fim-uilm che più che un aumento era una piccolo risarcimento del salario perso in questi anni.

Inoltre con la riforma dell’inquadramento con la scusa di “valorizzare la professionalità” si introducono, come scrive Federmeccanica: Nove livelli di inquadramento ricompresi in quattro campi di responsabilità di ruolo; quindi il Passaggio dalla mansione al ruolo: dal cosa si fa, al come si fa e come si può fare meglio; con Sei criteri di professionalità: autonomia-responsabilità gerarchico funzionale, competenza tecnico-specifica, competenze trasversali, polivalenza, polifunzionalità, miglioramento continuo ed innovazione correlati ai nuovi sistemi integrati di gestione.

Un sistema che schiaccia i livelli verso il basso riducendo il salario dei metalmeccanici e facendo risparmiare i padroni sulla pelle dei giovani operai che già sono ai contratti più bassi, 

un passaggio che rafforza il corporativismo-fascista in fabbrica, che non solo subordina ancora più strettamente le condizioni dei lavoratori agli interessi del profitto padronale, ma chiama una parte di essi a farsi agenti, pratici, politici, ideologici, tra la massa dei lavoratori di tali interessi.

Quindi teniamone conto quando i bonzi confederali e i loro delegati verranno a parlare di aver ottenuto un contratto storico che fa ripartire le industrie metalmeccaniche, che fa ripartire il paese, tutto questo a spese degli operai mentre hanno salvaguardato i loro interessi nella gestione degli enti bilaterali attraverso i fondi cometa (per FAVORIRE LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER LE GIOVANI GENERAZIONI con l’aumento del contributo aziendale al Fondo Cometa per i neo iscritti under 35; Il contributo passerà dall’attuale 2% al 2,2% dei minimi contrattuali) e mentre c’è il collasso della sanità e la pandemia con i morti sui posti di lavoro e tra la popolazione, ancora soldi alla gestione privata della sanità con 'meta salute', mentre stanno seduti nei consigli di amministrazione a fare affari assieme ai padroni.

Nelle fabbriche questo contratto anti-operaio e collaborazionista deve  essere respinto non con i voti ma prendendo coscienza che senza rompere la pace sociale sui posti di lavoro di cui fiom-fim-uilm si fanno garanti, in perfetta sintonia con il governo Draghi, nuovo governo dei padroni, non ci sono soluzioni a continuare a pagare ancora più pesantemente la crisi/pandemia sulla pelle della classe operaia.

LE DICHIARAZIONI DI PADRONI E CONFEDERALI  DIMOSTRANO QUANTO SOPRA:

Fiom: risultato straordinario

Fim: i metalmeccanici con questo contratto danno una grande risposta di fiducia e stabilità al paese intero, un contratto importantissimo perché punta a far ripartire l’industria metalmeccanica premiando il valore del lavoro

Uilm: oggi i metalmeccanici fanno la storia portando a casa il miglior contratto degli ultimi anni 

Federmeccanica: un rinnovo che rispetta le due condizioni per noi imprescindibili: continuità e sostenibilità

Cgil-Cisl-Uil: un ottimo segnale per il paese

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