lunedì 1 febbraio 2021

pc 1 febbraio - Torino - nella crisi e pandemia aumenta lo sfruttamento dei lavoratori - due casi esemplari


MondoConvenienza"Niente pausa pranzo, ferie o permessi, altrimenti ti licenzio"

Otto facchini del mobilificio denunciano orari e turni insostenibili


Hanno trasportato e montato mobili con turni estenuanti e massacranti. E hanno denunciato un vero e proprio sfruttamento, senza possibilità di fermarsi per la pausa pranzo, poter prendere un giorno di ferie o di permesso: "Pena il licenziamento immediato". E' la situazione raccontata in otto denunce che sono state presentate da ex facchini che hanno lavorato per conto di Mondo Convenienza, il grande mobilificio che ha sede a Settimo Torinese. Alcuni di loro hanno anche già intentato una causa civile (martedì è prevista un'udienza davanti al giudice del lavoro), per avere giustizia. Descrivono tutti una situazione che presenta problematiche già emerse anche in altri punti vendita d'Italia, tanto che su Facebook è stato anche creato un gruppo che raccoglie le lamentele dei lavoratori della penisola, chiamata "Mondo Sofferenza".

Assistiti dall'avvocato Caterina Biafora, i facchini hanno messo nero su bianco le condizioni in cui hanno lavorato, subendo anche in qualche caso umiliazioni e mortificazioni a sfondo razzista. Formalmente erano alle dipendenze di Tsl Service società Coperativa, che si occupa proprio di trasporto, consegna e montaggio di mobili per conto di MC Service, ovvero per l'azienda specializzata nella grande distribuzione di complementi d'arredo. "Le giornate lavorative iniziavano alle sei del mattino, non finivano mai prima delle 19, ma spesso terminavamo alle 22" si legge in una delle querele. "Non c'era pausa pranzo, si lavorava dal lunedì al sabato per almeno 13 ore giornaliere. Accadeva però che in alcuni periodi di maggiore richiesta, anche per tre mesi di fila, fossimo obbligati a lavorare anche di domenica, raggiungendo un monte settimanale di 91 ore. Non era possibile chiedere ferie o permessi, assentarsi per malattia o infortunio, altrimenti il licenziamento sarebbe stato immediato".

Venivano imposte, si legge nell'atto, trasferte negli altri depositi  come a Genova o a San Giuliano Milanese "che non erano indennizzate, e comportavano il risveglio anticipato per poter raggiungere la sede entro le sei del mattino. Gli spostamenti venivano comunicati la sera prima, alla fine del già estenuante e interminabile turno di lavoro". "Se non vi va bene, la porta è quella" sarebbe stata la frase che veniva ripetuta dai responsabili. Ma la denuncia riporta anche frasi xenofobe pronunciate contro i lavoratori rumeni, condite dall'invito a tornare "al proprio paese". A fronte di un tale impegno, le paghe, secondo i lavoratori, non erano assolutamente adeguate: si sarebbe fatta leva sulla necessità di dover lavorare e portare uno stipendio a casa che in molti casi era l'unica fonte di reddito per il proprio nucleo familiare. I facchini hanno resistito fino a quando non si sarebbero manifestati anche problemi di salute, sia fisici che psicologici, come stress e ansia, tanto da dover ricorrere a percorsi di cura.

Ikea di Collegno, lavoratori in sciopero contro le condizioni di lavoro

Sono quelli che si occupano del ricevimento merci e delle pulizie

Mattinata difficile all’Ikea di Collegno. I lavoratori della società che si occupa del ricevimento merci e delle pulizie all’interno dello store hanno proclamato una mattinata di sciopero, fino alle 12.30, per protestare contro le condizioni di lavoro e soprattutto contro  l’organizzazione di lavoro da parte della società Mast. Gli addetti hanno incrociato le braccia e si sono ritrovati nel parcheggio dell’Ikea per protestare..... Su 39 dipendenti solo 4 sono entrati. Denunceremo poi la Mast per attività antisindacale perché per sabotare lo sciopero ha portato altri lavoratori di altri appalti da fuori dalla provincia di Torino. Un fatto grave”.                        

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