MondoConvenienza"Niente pausa pranzo, ferie o permessi, altrimenti ti licenzio"
Otto facchini del mobilificio denunciano orari e turni insostenibili
Hanno trasportato e montato mobili con turni
estenuanti e massacranti. E hanno denunciato un vero e proprio
sfruttamento, senza possibilità di fermarsi per la pausa pranzo, poter
prendere un giorno di ferie o di permesso: "Pena il licenziamento
immediato". E' la situazione raccontata in otto denunce che sono state
presentate da ex facchini che hanno lavorato per conto di Mondo
Convenienza, il grande mobilificio che ha sede a Settimo Torinese.
Alcuni di loro hanno anche già intentato una causa civile (martedì è
prevista un'udienza davanti al giudice del lavoro), per avere giustizia.
Descrivono tutti una situazione che presenta problematiche già emerse
anche in altri punti vendita d'Italia, tanto che su Facebook è stato
anche creato un gruppo che raccoglie le lamentele dei lavoratori della
penisola, chiamata "Mondo Sofferenza".
Assistiti dall'avvocato Caterina Biafora, i facchini
hanno messo nero su bianco le condizioni in cui hanno lavorato, subendo
anche in qualche caso umiliazioni e mortificazioni a sfondo razzista.
Formalmente erano alle dipendenze di Tsl Service società Coperativa, che
si occupa proprio di trasporto, consegna e montaggio di mobili per
conto di MC Service, ovvero per l'azienda specializzata nella grande
distribuzione di complementi d'arredo. "Le giornate lavorative
iniziavano alle sei del mattino, non finivano mai prima delle 19, ma
spesso terminavamo alle 22" si legge in una delle querele. "Non c'era
pausa pranzo, si lavorava dal lunedì al sabato per almeno 13 ore
giornaliere. Accadeva però che in alcuni periodi di maggiore richiesta,
anche per tre mesi di fila, fossimo obbligati a lavorare anche di
domenica, raggiungendo un monte settimanale di 91 ore. Non era possibile
chiedere ferie o permessi, assentarsi per malattia o infortunio,
altrimenti il licenziamento sarebbe stato immediato".
Venivano imposte, si legge nell'atto, trasferte negli
altri depositi come a Genova o a San Giuliano Milanese "che non erano
indennizzate, e comportavano il risveglio anticipato per poter
raggiungere la sede entro le sei del mattino. Gli spostamenti venivano
comunicati la sera prima, alla fine del già estenuante e interminabile
turno di lavoro". "Se non vi va bene, la porta è quella" sarebbe stata
la frase che veniva ripetuta dai responsabili. Ma la denuncia riporta
anche frasi xenofobe pronunciate contro i lavoratori rumeni, condite
dall'invito a tornare "al proprio paese". A fronte di un tale impegno,
le paghe, secondo i lavoratori, non erano assolutamente adeguate: si
sarebbe fatta leva sulla necessità di dover lavorare e portare uno
stipendio a casa che in molti casi era l'unica fonte di reddito per il
proprio nucleo familiare. I facchini hanno resistito fino a quando non
si sarebbero manifestati anche problemi di salute, sia fisici che
psicologici, come stress e ansia, tanto da dover ricorrere a percorsi di
cura.
Ikea di Collegno, lavoratori in sciopero contro le condizioni di lavoro
Sono quelli che si occupano del ricevimento merci e delle pulizie
Mattinata difficile all’Ikea di Collegno. I
lavoratori della società che si occupa del ricevimento merci e delle
pulizie all’interno dello store hanno proclamato una mattinata di
sciopero, fino alle 12.30, per protestare contro le condizioni di lavoro
e soprattutto contro l’organizzazione di lavoro da parte della società
Mast. Gli addetti hanno incrociato le braccia e si sono ritrovati nel
parcheggio dell’Ikea per protestare..... Su 39
dipendenti solo 4 sono entrati. Denunceremo poi la Mast per attività
antisindacale perché per sabotare lo sciopero ha portato altri
lavoratori di altri appalti da fuori dalla provincia di Torino. Un fatto
grave”.
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