sabato 6 febbraio 2021

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 Torino

«Niente casa popolare agli stranieri disoccupati», il blitz leghista nel ddl su Atc

Il Carroccio vorrebbe inserire la clausola nel controverso disegno di legge ribattezzato «Prima i piemontesi». Ma le norme nazionali lo impediscono

Niente casa popolare per gli stranieri che non hanno un lavoro. O almeno è questa l’intenzione della Lega in Regione, che tenta di inserire una clausola ancora più stringente nella nuova norma sugli appartamenti Atc. È stato approvato in giunta il disegno di legge regionale che l’assessore al Welfare Chiara Caucino chiama «prima i piemontesi», la modifica della 17 febbrai 2010 in norma di edilizia sociale, che ha al centro una novità cara al centrodestra: i cittadini del Piemonte avranno una corsia preferenziale per ottenere una casa popolare, un punteggio più elevato in graduatoria se vivono in Regione da 15, 20 o 25 anni. Questo quanto annunciato da Caucino ancor prima dell’approvazione. Ma nel testo che dovrà ottenere il via libera dal Consiglio regionale è apparsa una clausola ancora più stringente che riguarda gli stranieri, in particolare tra i criteri utili ad accedere alla graduatoria per ottenere un appartamento Atc.

«Essere cittadino italiano o di uno Stato aderente all’Unione europea. Il cittadino di uno Stato non aderente all’Unione europea è ammesso se regolarmente soggiornante in Italia in base alle vigenti normative in materia di immigrazione e svolge una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, o è titolare di protezione internazionale».

Se arrivi dal Marocco, dall’Uganda o dal Messico e sei disoccupato, quindi, niente casa. O almeno, questo è quanto vorrebbe la Lega. Che, però, dimentica un pezzo. La norma nazionale al quale si fa riferimento il disegno di legge, il decreto legislativo del 25 luglio 1998 n.286 in tema di immigrazione, al comma 6 dell’articolo 40 di riferimento aggiunge un’altra opzione per chi arriva dall’extra Europa (che però non viene incluso nella norma piemontese): «Gli stranieri titolari di carta di soggiorno e gli stranieri regolarmente soggiornanti che siano iscritti nelle liste di collocamento […] hanno diritto di accedere, in condizioni di parità con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai servizi di intermediazione delle agenzie sociali eventualmente predisposte da ogni Regione o dagli enti locali per agevolare l’accesso alle locazioni abitative e al credito agevolato in materia di edilizia, recupero, acquisto e locazione della prima casa di abitazione». Sarà sufficiente, quindi, essere iscritto a un’agenzia di collocamento. Una legge, quindi, fallata in partenza, con un «copia-incolla» fatto male per errore o, chissà, per arrivare all’obiettivo.                             

L’assessore di Venaria: “Non sono mafioso, in quanto calabrese avrei preferito ‘ndraghetista”

Le parole dell’amministratore venariese in Commissione impianti diventano virali sul web

VENARIA REALE. Stanno suscitando parecchie perplessità e un po’ di imbarazzo le dichiarazioni che l’assessore del Comune di Venaria, Luigi Tinozzi (forzitaliota, n.d.r.), ha esternato durante i lavori della III Commissione sugli impianti sportivi della città. In risposta a qualcuno che l’aveva chiamato “mafioso” ha infatti detto: «Forse non saprò fare la “O” con il bicchiere, forse sarò un ignorantone, a me la cosa che mi ha fatto incazzare di più è che mi hanno dato del mafioso e io, purtroppo, dato che sono calabrese mi piaceva che mi chiamavano ‘ndranghetista...». Parole che, dallo streaming della riunione, sono subito rimbalzate sui social.

«E’ una frase che risuona, nelle orecchie di chi l'ha ascoltata, come qualcosa di profondamente sgradevole. Purtroppo, salvo una consigliera, nessuno degli altri partecipanti alla Commissione ha ritenuto di sollevare eccezioni – scrivono i rappresentanti di Sinistra Civica di Venaria -. Il fatto che, la frase stessa, venga poi derubricata a semplice "battuta" dal sindaco, che se la prende invece molto per l'uso del termine "combriccola", ci consegna l'attuale cifra stilistica di questa amministrazione. Noi pensiamo che nessuna "battuta" sia concessa su organizzazioni criminali che hanno seminato e seminano ancora malaffare e morti».

La vicenda è particolarmente delicata perché in commissione si discuteva anche del destino del campo da calcio “don Mosso” per il quale il Comune ha dato un aut aut al Venaria Calcio per il mancato pagamento delle bollette (circa 70.000 euro) poco prima che un’auto venisse data alle fiamme proprio dietro all’impianto sportivo.

«Innanzitutto ci terrei a precisare che il mio certificato penale è immacolato, io non ho mai avuto grane con la giustizia ed essendo stato un tabaccaio, più volte ho dovuto presentare il certificato antimafia al Monopolio» ha dichiarato Tinozzi che è un ex commerciante di 64 anni ora in pensione oltre che l’amministratore di Venaria con più esperienza alle spalle. E specifica: «Visto che mi hanno dato del mafioso, usando del sarcasmo ho solo detto che, essendo calabrese, sarebbe stato meglio se mi avessero additato come ‘ndranghetista. Tutto qui. Ovviamente era una battuta fatta per dimostrare a qualcuno che non è il modo di comportarsi, di insultarmi direttamente o anche sui social». Dove c’è anche chi ha scritto: «Mafioso lo è sempre stato, tinozzi, scritto volutamente minuscolo». «Da trent’anni mi alzo tutte le mattine e lavoro per guadagnarmi da vivere, non ho nulla da nascondere – si sfoga l’assessore -. Dico solo che la politica non si fa con gli insulti e le minacce perché con noi hanno sbagliato indirizzo». E avverte: «Ora, però, visto che devo tutelare me e la mia famiglia, qualcuno dovrà dimostrare con i fatti davanti ad un magistrato che sono un mafioso».

San Germano Vercellese, le telecamere catturano il consigliere Giorgio Carando mentre carica in auto mazzancolle, pesto e capesante

Sceglie i prodotti migliori, quelli che il Comune non avrebbe nemmeno dovuto acquistare con i fondi dell'emergenza Covid per il sostegno delle famiglie in difficoltà perché considerati beni non di prima necessità, come mazzancolle, pesto e prodotti surgelati. Le telecamere del municipio di San Germano Vercellese riprendono il consigliere Giorgio Carando mentre carica i prodotti in macchina L'assessore, come il sindaco Michela Rosetta, è stato messo ai domiciliari su richiesta de tribunale di Vercelli, accolta dal gip. Per altre tre persone è stato disposto l'obbligo di firma. L'accusa per il consigliere, ex vicesindaco del comune di San Germano Vercellese, è peculato.

https://video.lastampa.it/vercelli/vercelli-arrestata-la-sindaca-leghista-per-discriminazione-razziale/126712/12684      

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