Le parole dell’amministratore venariese in Commissione impianti diventano virali sul web
VENARIA REALE. Stanno suscitando
parecchie perplessità e un po’ di imbarazzo le dichiarazioni che
l’assessore del Comune di Venaria, Luigi Tinozzi (forzitaliota, n.d.r.),
ha esternato durante i lavori della III Commissione sugli impianti
sportivi della città. In risposta a qualcuno che l’aveva chiamato
“mafioso” ha infatti detto: «Forse non saprò fare la “O” con il
bicchiere, forse sarò un ignorantone, a me la cosa che mi ha fatto
incazzare di più è che mi hanno dato del mafioso e io, purtroppo, dato
che sono calabrese mi piaceva che mi chiamavano ‘ndranghetista...».
Parole che, dallo streaming della riunione, sono subito rimbalzate sui
social.
«E’ una frase che risuona, nelle
orecchie di chi l'ha ascoltata, come qualcosa di profondamente
sgradevole. Purtroppo, salvo una consigliera, nessuno degli altri
partecipanti alla Commissione ha ritenuto di sollevare eccezioni –
scrivono i rappresentanti di Sinistra Civica di Venaria -. Il fatto che,
la frase stessa, venga poi derubricata a semplice "battuta" dal
sindaco, che se la prende invece molto per l'uso del termine
"combriccola", ci consegna l'attuale cifra stilistica di questa
amministrazione. Noi pensiamo che nessuna "battuta" sia concessa su
organizzazioni criminali che hanno seminato e seminano ancora malaffare e
morti».
La vicenda è particolarmente
delicata perché in commissione si discuteva anche del destino del campo
da calcio “don Mosso” per il quale il Comune ha dato un aut aut al
Venaria Calcio per il mancato pagamento delle bollette (circa 70.000
euro) poco prima che un’auto venisse data alle fiamme proprio dietro
all’impianto sportivo.
«Innanzitutto ci terrei a
precisare che il mio certificato penale è immacolato, io non ho mai
avuto grane con la giustizia ed essendo stato un tabaccaio, più volte ho
dovuto presentare il certificato antimafia al Monopolio» ha
dichiarato Tinozzi che è un ex commerciante di 64 anni ora in pensione
oltre che l’amministratore di Venaria con più esperienza alle spalle. E
specifica: «Visto che mi hanno dato del mafioso, usando del sarcasmo ho
solo detto che, essendo calabrese, sarebbe stato meglio se mi avessero
additato come ‘ndranghetista. Tutto qui. Ovviamente era una battuta
fatta per dimostrare a qualcuno che non è il modo di comportarsi, di
insultarmi direttamente o anche sui social». Dove c’è anche chi ha
scritto: «Mafioso lo è sempre stato, tinozzi, scritto volutamente
minuscolo». «Da trent’anni mi alzo tutte le mattine e lavoro per
guadagnarmi da vivere, non ho nulla da nascondere – si sfoga l’assessore
-. Dico solo che la politica non si fa con gli insulti e le minacce
perché con noi hanno sbagliato indirizzo». E avverte: «Ora, però, visto
che devo tutelare me e la mia famiglia, qualcuno dovrà dimostrare con i
fatti davanti ad un magistrato che sono un mafioso».
San Germano
Vercellese, le telecamere catturano il consigliere Giorgio Carando
mentre carica in auto mazzancolle, pesto e capesante
Sceglie i prodotti migliori,
quelli che il Comune non avrebbe nemmeno dovuto acquistare con i fondi
dell'emergenza Covid per il sostegno delle famiglie in difficoltà perché
considerati beni non di prima necessità, come mazzancolle, pesto e
prodotti surgelati. Le telecamere del municipio di San Germano
Vercellese riprendono il consigliere Giorgio Carando mentre carica i
prodotti in macchina L'assessore, come il sindaco Michela Rosetta, è
stato messo ai domiciliari su richiesta de tribunale di Vercelli,
accolta dal gip. Per altre tre persone è stato disposto l'obbligo di
firma. L'accusa per il consigliere, ex vicesindaco del comune di San
Germano Vercellese, è peculato.
https://video.lastampa.it/vercelli/vercelli-arrestata-la-sindaca-leghista-per-discriminazione-razziale/126712/12684
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