martedì 2 febbraio 2021

pc 2 febbraio - 444mila nuovi disoccupati, donne giovani e precari: il “blocco dei licenziamenti” non è servito

 La cifra di 444mila posti di lavoro persi a febbraio 2020 viene fuori dai dati Istat, mentre secondo i dati dell’Inps che registra i contratti di lavoro, cioè il flusso di assunzioni e licenziamenti, in realtà i posti di lavoro persi sono 662.000, e con un picco a giugno dell’anno scorso di 813mila, “nonostante il blocco dei licenziamenti”, come ci ricorda il quotidiano della Confindustria, il Sole 24 Ore di oggi.

Per prime ad essere licenziate, come ribadiamo sempre, sono le donne, 312mila su 444mila! E nel solo mese di dicembre 2020, praticamente solo donne: 99mila su 101mila!

Poi i giovani, “la fascia centrale d’età 25-49 anni … Il tasso di disoccupazione giovanile è tornato a sfiorare il 30%, siamo al 29,7%,”.

Sui precari, poi “si è abbattuto uno tsunami: in un anno 393mila occupati a tempo in meno, e -209mila indipendenti. Un esercito.”

Quasi 500mila quelli che non cercano nemmeno più il lavoro, i cosiddetti “scoraggiati”! Che vanno ad ingrossare le file dei milioni di disoccupati: ufficialmente oltre 3 milioni, gli occupati attualmente, secondo quanto riporta il quotidiano dei padroni, sono 22,8 milioni -1,9% sul 2019.

E sempre secondo il quotidiano, non sono servite le misure di “protezione” del “mercato del lavoro”: “Misure come il decreto Dignità vanno profondamente ripensate perché hanno fallito di fronte alla prova dell’emergenza. Così come la rete di protezione per “i precari” e le politiche attive, ancora, colpevolmente, al palo.”

E di fronte a questo “fallimento”, che lascia milioni di lavoratrici e lavoratori, giovani e donne, senza lavoro, quindi senza possibilità di sopravvivenza (fino a quando non si riannoda il filo con i mezzi di sussistenza, diceva Marx, cioè fino a quando non trovano un altro lavoro) cosa chiedono i padroni? “… servono incentivi robusti e con pochi paletti e una immediata riduzione del costo del lavoro che grava sulle imprese.”

Quindi i padroni continuano a chiedere allo Stato ancora SOLDI; chiedono di continuare a smantellare i DIRITTI (quelli che sono rimasti) dei lavoratori; chiedono di abbassare il SALARIO!

Nessun commento:

Posta un commento