Appello per il corteo
contro il G7 del lavoro, dell'industria e della scienza il 30
settembre
ore 14:30 largo Toscana (Torino).
A fine settembre alla
Venaria Reale si riuniranno i rappresentanti di sette tra i paesi più
potenti del mondo per discutere di lavoro, industria e scienza. Sono
i sette che hanno approfittato della epocale crisi del 2008 per
attaccare i diritti di giovani e lavoratori, per abbattere la qualità
delle nostre condizioni di vita, per saccheggiare e devastare
territori e popolazioni che già vivevano in condizioni difficili.
Hanno scaricato la crisi su di noi, ci hanno detto che non c'era
alternativa, mentre salvavano le banche, mentre le tasche dei più
ricchi si gonfiavano sempre di più, mentre la concentrazione delle
risorse e il danno ambientale che le loro politiche infami hanno
provocato sconvolgono il pianeta.
La crisi ha anche, però,
fatto cadere la maschera della presunta democrazia occidentale, ha
reso evidente la funzione degli stati a tutela delle grandi ricchezze
e sempre pronti a rifarsi su i più
deboli. Nessuna fiducia, in occidente come altrove, è riposta nelle classi dirigenti di questi paesi. Il G7, come le altre riunioni dei potenti, non sono che un'umiliazione per miliardi di persone che subiscono le decisioni elaborate in queste assise.
deboli. Nessuna fiducia, in occidente come altrove, è riposta nelle classi dirigenti di questi paesi. Il G7, come le altre riunioni dei potenti, non sono che un'umiliazione per miliardi di persone che subiscono le decisioni elaborate in queste assise.
Già lo sappiamo cosa ci
diranno: siamo qui per risolvere il problema della disoccupazione
tecnologica, parleremo della delocalizzazione del lavoro, cercheremo
una soluzione alla finitezza delle risorse. Ma la verità è che
se si lavora con salari da fame, se c'è chi lavora troppo e chi non
lavora affatto, se le tutele e le professionalità sono state
distrutte è colpa loro. Se la tecnologia invece di ridistribuire la
ricchezza è la trappola che ci impoverisce è colpa loro. Se le
risorse mancano è perché se ne sono appropriati, le hanno rubate.
La loro industria
delocalizza, si ristruttura per dividere i lavoratori, per renderli
ricattabili, per pagare di meno il costo del lavoro. Diventa smart,
pesa i pochi megabyte di una app, ma dentro di sé porta il peso di
un lavoro a cottimo per pochi euro, della sofferenza di tutti quei
giovani esposti alle nocività, alla disoccupazione, alle malattie da
stress, alla fatica.
La loro scienza è scienza della guerra, della devastazione ambientale, del controllo e dell'ordine, della paura. Non c'è etica che importi, l'unico faro della loro scienza è il profitto di pochi contro la vita di molti.
La loro scienza è scienza della guerra, della devastazione ambientale, del controllo e dell'ordine, della paura. Non c'è etica che importi, l'unico faro della loro scienza è il profitto di pochi contro la vita di molti.
Dopo qualche pacca sulle
spalle e qualche foto di rito ci annunceranno che la tormenta è
finita, che siamo fuori dalla crisi ancora una volta. Però ci
terranno a precisare che non c'è alternativa, che bisogna stringere
i denti e fare qualche sacrificio in più. Quello che non diranno è
che i sacrifici serviranno per tenerli sui loro troni ad abbuffarsi
di ciò che resta di questo paese malato.
Un'alternativa c'è ed è
una sola. Guastargli il banchetto. Mettersi in mezzo.
La nostra unica alternativa è smetterla di accettare che siano loro a decidere sulle nostre vite.
La nostra unica forza è l'unione di tutti coloro che sono sfruttati, emarginati, affamati, umiliati e derisi da loro.
La nostra unica salvezza, l'unica salvezza di questo paese è ribellarsi. Ora.
La nostra unica alternativa è smetterla di accettare che siano loro a decidere sulle nostre vite.
La nostra unica forza è l'unione di tutti coloro che sono sfruttati, emarginati, affamati, umiliati e derisi da loro.
La nostra unica salvezza, l'unica salvezza di questo paese è ribellarsi. Ora.
Sul lavoro bisogna
ripartire da zero:
1) Lavorare meno per
lavorare tutti.
Nel mondo non c’è mai stata così tanta ricchezza e così mal distribuita. Eppure si lavora fino a sempre più vecchi mentre i giovani muoiono di disoccupazione, si lavora anche la domenica, anche di notte. Serve una diminuzione della settimana lavorativa a parità di reddito.
Nel mondo non c’è mai stata così tanta ricchezza e così mal distribuita. Eppure si lavora fino a sempre più vecchi mentre i giovani muoiono di disoccupazione, si lavora anche la domenica, anche di notte. Serve una diminuzione della settimana lavorativa a parità di reddito.
2) Lavorare meno per
lavorare meno.
L’automazione dev’essere un vero progresso. Deve servire a liberarci dalla fatica e dal ricatto del lavoro. Deve servire a liberare tempo per gli affetti, per la socialità, per coltivare i propri interessi non a produrre disoccupazione.
L’automazione dev’essere un vero progresso. Deve servire a liberarci dalla fatica e dal ricatto del lavoro. Deve servire a liberare tempo per gli affetti, per la socialità, per coltivare i propri interessi non a produrre disoccupazione.
3) C’è lavoro e
lavoro.
Quante volte il lavoro rappresenta qualcosa di nocivo per chi lo porta avanti e per ciò che produce? Il criterio che deve guidare il lavoro è l’utilità sociale di tutti non i profitti di pochi.
Quante volte il lavoro rappresenta qualcosa di nocivo per chi lo porta avanti e per ciò che produce? Il criterio che deve guidare il lavoro è l’utilità sociale di tutti non i profitti di pochi.
4) Lavoro o non lavoro
devo poter campare.
La diminuzione del lavoro socialmente necessario non deve portare alla miseria nessuno. Casa, welfare e bisogni primari devono essere garantiti a tutti
La diminuzione del lavoro socialmente necessario non deve portare alla miseria nessuno. Casa, welfare e bisogni primari devono essere garantiti a tutti
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