Occorre respingere il decreto.
Occorre pretendere che per difendere
l'occupazione di tutti vi sia sia la riduzione dell'orario di lavoro a
parità di salario, sia il pensionamento a 25 anni di lavoro -
rivendicazioni che in una fabbrica siderurgica (comunque a rischio
salute) sono logiche e legittime;
occorre dire No ai contratti
peggiorativi di assunzione, all'insegna del jobs act;
occorre la bonifica subito delle aree
più inquinanti e la copertura dei parchi minerali.
Tra gli operai che vogliono sottrarsi al gioco al massacro e impugnare l’arma della lotta di
classe, dell’unità di classe, dell’organizzazione di classe, ora è tempo di farlo fino a risultati veri.
In questa lotta, la querelle tra bloccare o non bloccare le strade è assurda e inutile.
Tra gli operai che vogliono sottrarsi al gioco al massacro e impugnare l’arma della lotta di
classe, dell’unità di classe, dell’organizzazione di classe, ora è tempo di farlo fino a risultati veri.
In questa lotta, la querelle tra bloccare o non bloccare le strade è assurda e inutile.
Per gli abitanti di Taranto quello che
è inaccettable è che addirittura le bonifiche, prima di tutto la
copertura dei parchi minerali, vengano rinviate al 2023. Uno o più
giorni di blocco valgono bene se riescono a impedire ancora 6 anni di
malattia e morti!
Occorre mettere in campo tutta la forza
possibile degli operai, sia bloccando dentro la fabbrica che fuori la
città. Gli operai devono far proprie le ragioni degli abitanti di
Taranto e unire il NO ai licenziamenti al NO al rinvio delle
bonifiche.E sia chiaro che chi invece di lottare in ogni modo per
questo, dice No ai blocchi sbaglia e fa più o meno
inconsapevolmente il gioco di padroni e governo.
Occorre se necessario portare a Roma la
protesta di operai e masse popolari unite.
Slai cobas per il sindacato di classe
taranto – via rintone 22 – slaicobasta@gmail.com
347-5301704.
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