domenica 4 giugno 2017

pc 4 giugno - Intesa Europa-Cina e guerra dell'acciaio

Sono giorni di “grande amore” tra Europa e Cina; tra “via della sete” e antitrumpismo ambientalista sembra apertasi l' “autostrada del sole”. Ma in pace come in guerra, in economia come in politica, in “ideologia” gli imperialisti restano una banda di ladroni e predoni. E ciò avviene anche in questi giorni.
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha definito il 19° Vertice UE/Cina “il più fruttuoso e promettente di sempre”.

Ma è bastato scendere dal cielo delle dichiarazioni e degli scenari futuribili per mostrare che non è realmente così. Uno dei terreni su cui questo si è manifestato in maniera vistosa è proprio quello che oggi è al centro anche di una vicenda industriale ed economica fondamentale nel nostro paese: la questione Ilva. E' proprio sull'acciaio, infatti, che invece il conflitto tra UE e Cina resta esplicito e cruento.

Come si sa, siamo in una crisi di sovrapproduzione e nella lotta che la crisi di sovrapproduzione comporta ci sta il protezionismo di Trump e la contesa in Europa circa l'acciaio cinese esportato a prezzi bassi che costituirebbe una minaccia per l'industria siderurgica europea.
I rappresentanti europei dell'industria dell'acciaio – a loro volta uniti su questo ma in acuta lotta tra di loro all'interno della Comunità europea, con i nuovi soggetti che fanno da “terzo incomodo”, l'India di Mittal e Jindal, la Turchia, ecc. - non avendo ottenuto nulla di concreto, perchè la Cina ha rivendicato le leggi di mercato, hanno spinto l'Europa a sollevare la “questione di principio”, del non riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina.
Messa così, il dissenso è diventato per ora inconciliabile. Ma una inconciliabilità grottesca: la Cina è un'ottima economia di mercato, come scrive la stampa: “l'Italia è il paese UE più rappresentato nella lista su cui si è raggiunti l'accordo per 26 prodotti, principalmente vini, formaggi, ma anche il prosciutto di Parma, l'aceto balsamico di Modena...”; ma cessa di esserlo per l'acciaio.

Dietro l'intesa cordiale, quindi, vi è una guerra di bassa intensità su tutto, che ha il suo cuore temporaneo nell'acciaio.




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