Fincantieri, operai morti sul
lavoro
Ex dirigenti a giudizio, un
prosciolto
Decimo processo per le morti da amianto-killer: riguarda gli ex dirigenti della Fincantieri, tutto ormai anziani o più che anziani, come il novantenne Luciano Lemetti, nato nel 1927 e già condannato in altri dibattimenti, così come Antonino Cipponeri, 78 anni, e Giuseppe Cortesi, di 69. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal Gup Filippo Serio, che ha accolto la richiesta del pm Claudia Ferrari. C’è però anche un prosciolto ed è Giuseppe Scrima, già presidente della cooperativa Rinascita Picchettini, 72 anni: il giudice ha accolto la tesi della difesa, riguardo all’impossibilità di accertare il nesso tra le disposizioni dettate dall’imputato e la malattia che colpì un operaio, poi morto per gli effetti di una patologia cardiaca.
Il processo contro Lemetti e gli
altri inizierà il 2 novembre, davanti alla quarta sezione del Tribunale, in composizione
monocratica. Il giudice potrà fruire degli esiti dell’incidente probatorio, un accertamento
che vale anche in dibattimento, sulle presunte cause della morte di 15 operai e
del tumore che ne aveva colpiti altri tre. Secondo gli esperti consultati dal
Gip, la asbestosi, un carcinoma
dell’apparato respiratorio, è collegato proprio all’impiego, nella costruzione delle navi, dell’amianto, sostanza che, dispersa nell’aria e inalata, provoca effetti quasi sempre leali.
dell’apparato respiratorio, è collegato proprio all’impiego, nella costruzione delle navi, dell’amianto, sostanza che, dispersa nell’aria e inalata, provoca effetti quasi sempre leali.
Lemetti, Cipponeri e Cortesi sono
stati giù condannati con sentenza definitiva per altri fatti analoghi, sempre
per essere stati ai vertici dei Cantieri navali nel periodo in cui
presumibilmente gli operai contrassero la malattia. A difenderli sono gli
avvocati Gioacchino e Alberto Sbacchi e Corrado Pagano, mentre l’inchiesta era
stata coordinata, oltre che dal pm Ferrari, anche dall’altro pm Claudia
Bevilacqua. Contro gli imputati si sono costituiti parte civile gli eredi delle
vittime e gli stessi operai ammalati, assieme ai familiari, assistiti, fra gli
altri, dall’avvocato Fabio Lanfranca.
I tre ex dirigenti di Fincantieri hanno evitato il carcere grazie all’indulto.
Che ha ridotto di tre anni le pene loro inflitte in Cassazione: 3 anni e 6 mesi
per Lemetti, 3 anni e 1 mese per Cipponeri, 2 anni, 7 mesi e 10 giorni per
Cortesi. Tanti i giudizi ancora aperti nei loro confronti e l’indulto si può
applicare solo una volta. Non indifferente però il fattore legato all’età, per
cui è molto difficile ritenere che un novantenne, un quasi ottantenne e un
quasi settantenne finiscano in cella o anche solo in detenzione domiciliare per
scontare la pena.
L’amianto-killer, a distanza di quarant’anni
da quando fu dichiarato nocivo e di un quarto di secolo da quando fu bandito
nei Paesi UE, continua comunque a mietere vittime. Non solo tra gli operai, ma
anche tra i familiari, che, come loro, respiravano le polveri della sostanza
venefica, usata per costruire le navi e che si depositava sulle tute da lavoro:
vittime sono state anche le mogli, che lavavano gli indumenti usati dai mariti
in servizio come operai sulle navi. In tutti i procedimenti si devono fare i
conti con la prescrizione e una serie di dibattimenti in corso varranno solo
agli effetti civili. Le difese, in tutti i processi, hanno evidenziato come sia
difficile identificare il momento in cui l’amianto ha colpito i lavoratori, soprattutto
coloro che erano al lavoro prima che gli imputati assumessero le loro cariche
ai Cantieri navali.
Giornale di Sicilia
6 giugno ’17
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