1 - I lavoratori, i precari, le
masse popolari alle elezioni non contano nulla.
Partiti, liste, candidati, hanno tutti
un solo interesse, quello di occupare incarichi e poltrone, o quello
di ottenere comunque favori, vantaggi e privilegi, ove non
occupassero le poltrone importanti. Quelli tra di loro che sono
ispirati da buone intenzioni, non hanno comunque alcuna possibilità
di tradurle in fatti concreti.
Gli stessi candidati si smarcano dai
partiti, a Taranto cambiano i nomi di liste per tentare di nascondere
il loro collegamento con la politica dei partiti nazionali e si
travestono da “rappresentanti della gente”.
Proletari comunisti lavora
perchè la politica sia realmente nelle mani degli operai, dei
precari, dei disoccupati, delle masse popolari, ma questo è
possibile solo se ci si organizza e si lotta sia a difesa delle
condizioni di vita e di lavoro, sia per i diritti negati, a Taranto
come in tutt'Italia, dallo Stato e dal governo dei padroni.
La lotta e l'organizzazione fanno
riscoprire alle masse i loro interessi collettivi, il
valore della solidarietà, dell'unità, il superamento delle
divisioni e le influenze dell'ideologia delle classi dominanti
seminate a piene mani dal sistema, dai mezzi di comunicazione,
ecc
Senza unità e organizzazione per
lottare non c'è la possibilità di far crescere la coscienza
collettiva e individuare gli obiettivi e i mezzi per cambiare
radicalmente la propria condizione e l'intera società.
Per fare questo, il voto è
inutile, non esiste il “voto utile”, non esiste il “voto amico”
e il “voto di scambio” è una forma di prostituzione.
La lotta non è sufficiente,
anche se è la base di tutto, perchè per ottenere risultati delle
proprie lotte e per cambiare la propria vita e l'intera società, è
necessario avere una forza organizzata, capace nel tempo di
rovesciare i governi, abbattere lo Stato del capitale, cambiare il
sistema e realizzare questo cammino anche nei luoghi di lavoro e
di vita, come parte di un movimento nazionale e internazionale.
E' facile comprendere come tutto
questo non abbia niente a che fare con le elezioni e che il
diritto di scelta in una società divisa in classi è una pura
finzione, è un'illusione individuale che nasconde la subordinazione.
2 - I limiti delle amministrazioni
comunali
In queste elezioni, per di più, la
disputa è limitata a quello che può realmente fare
un'amministrazione comunale. Essa non può rimuovere le cause della
mancanza di lavoro, dell'insufficienza dei soldi per vivere,
dell'impossibilità di assicurare un futuro ai propri figli, di
fronteggiare i problemi di salute, case, servizi sociali, ecc.
Questi problemi sono originati dal
regime capitalista in cui viviamo e le amministrazioni comunali
amministrano le briciole e scaricano sulle masse le politiche
antioperaie e antipopolari del governo dei padroni di turno.
In una città come Taranto, il
problema principale è l'Ilva che rappresenta la più grande
concentrazione operaia, non solo della nostra città ma dell'intero
paese. Liberare la fabbrica dalle mani dei padroni, che è l'unica
condizione per difendere lavoro e salute, non può essere fatto da
un'amministrazione comunale che conta in questo conflitto molto poco.
Lo stesso vale per la grande base
militare della Marina - una
base di guerra al servizio della NATO e degli Usa, di occupazione del
nostro territorio che ha contribuito al disastro ambientale; lo
stesso vale per le altre industrie presenti nel territorio ENI,
CEMENTIR, ecc; come per il problema delle condizioni indegne
degli immigrati che fuggono da guerra e miseria che i nostri
governi hanno originato e che sono messi in luoghi di segregazione
come l'Hotspot.
Sono problemi su cui i poteri delle
amministrazioni comunali sono assai limitati o seguono le imposizioni
dei governi.
Senza affrontare questi problemi la
città non si può cambiare nell'interesse della classe operaia, dei
giovani, delle masse popolari. E quindi, se la lotta sul nostro
territorio non ha un carattere generale e nazionale non può portare
a risultati significativi né immediati, né futuri.
Tutte queste sono ragioni per non
cadere nelle illusioni e nel ricatto del voto. Non
votare, ma per organizzarsi e lottare per respingere la
politica elettorale attuale che è tutta sporca, al di là delle
stesse intenzioni di alcuni candidati e per affermare la politica
proletaria in cui le masse sono protagoniste in prima persona e
in maniera collettiva delle loro lotte e del loro destino.
3 - A Taranto i candidati che
ci presentano sono in generale persone che non hanno fatto nulla
nell'interesse delle masse in questa città,
perchè già parte e sostenitori delle
disastrose amministrazioni degli ultimi anni, da Cito alla Di
Bello a Stefàno che, anche con le dovute differenze
di onestà e decoro personale, hanno aggravato i problemi che già
pesavano sulle masse, e nulla o poco hanno fatto per il lavoro vero,
la salute, il miglioramento dei quartieri e delle condizioni di vita
in città;
i cosiddetti “volti nuovi” o sono
perfetti sconosciuti e se li conosci li eviti, tanta è la loro fame
di interessi personali, o non sono stati a fianco delle lotte
effettive dei lavoratori e delle masse da cui pretendono il voto; o
infine anche quelli che talvolta lo sono stati non hanno volontà,
programmi e strumenti radicali per andare controcorrente e
affrontare nei limiti dei poteri delle amministrazioni questioni
urgenti, quali lavoro, bonifiche, raccolta differenziata,
risanamento dei quartieri popolari, delle scuole, gestione degli
asili, cimitero e di tutti gli appalti comunali.
E' per tutte queste ragioni che
invitiamo a boicottare Melucci, imprenditore - cioè padrone –
al porto - candidato del partito di governo a livello nazionale e
regionale e parlamentari locali (Pelillo e soci); Baldassari,
direttrice del carcere - espressione dei partiti del centro destra
che tanto male con la Di Bello hanno fatto in questa città e che ora
si travestono; il fasciorazzista,Cito, inquinato dai fatti
giudiziari, a caccia eterna di poltrone e vitalizi, che
imbroglia la gente con il figlio candidato che poi non farà il
sindaco e trucchetti vari; Bitetti che è stato l'uomo
di punta di poteri e di clientele delle ultime amministrazioni non
solo comunali ma anche provinciali; Brandimarte che raccoglie
pezzi dell'amministrazione Stefano.
E' inutile spendere parole per banali e
presuntuosi cacciatori di poltrone e di sottogoverni, quali Lessa,
Romandini...
Non dobbiamo nè possiamo
considerare il Movimento 5 Stelle e il suo candidato un'alternativa.
Lo stiamo vedendo a livello nazionale
dove il populismo di Grillo ne fa un uomo e un partito pronto a
tutte le manovre pur di arrivare al governo e rappresentare non
un'alternativa ma un'alternanza nello stesso sistema. Il
populismo è una delle forme con cui la borghesia cerca di deviare le
masse dalle lotte e dalla organizzazione reale per il cambiamento
sociale e politico, intorno a personaggi ambigui e di stampo
reazionario e potenzialmente dittatoriali.
Dove i grillini hanno conquistato le
amministrazioni, da Torino a Roma ecc, è cambiato nulla di
sostanziale né nella gestione del
potere, né nel miglioramento delle condizioni di vita delle masse.
Per quanto riguarda gli altri due
candidati, Fornaro che giustamente conduce la sua battaglia
ambientalista nell'opinione pubblica e in tribunale nei confronti del
disastro ambientale; il giudice Sebastio che ha avuto un ruolo
positivo nel maxi processo in corso contro Riva e i suoi complici,
la loro scelta di partecipare al rito
truccato delle elezioni dell'amministrazione comunale non può essere
in grado, né serve alla realizzazione degli obiettivi su cui si
battono, peraltro assai timidamente.
A Fornaro diciamo che la lotta e non
il voto, la lotta unitaria tra operai e masse popolari - e non la
contrapposizione tra operai e masse alimentata dalla posizione
'chiudiamo l'ILVA' per illusorie alternative occupazionali e di
sviluppo basate sempre sul profitto, sullo sfruttamento dei
lavoratori, sull'uso capitalistico dell'ambiente e del territorio - è
l'unico “rimedio” alla fabbrica capitalista della morte e del
disastro ambientale che passa ora grazie al governo PD da Riva ai
padroni indiani.
A Sebastio diciamo che
contrastare pubblicamente, ora che non è più magistrato in carica,
quello che sta avvenendo al processo Ilva, il cambio di clima
apportato dalla nuova Procura impegnata a contribuire a realizzare i
piani del governo con assai discutibili patteggiamenti con i padroni
responsabili del disastro ILVA, i loro complici, i commissari ILVA,
è un terreno di lotta molto più serio che questa grottesca e
impotente campagna elettorale. Servire la causa della giustizia e
della città - via già di per sé piena di illusioni senza mettere
in discussione il sistema - richiede la continuità della lotta sul
terreno della giustizia negata, su cui si può dare un contributo
effettivo ai lavoratori e alle masse della città.
Al di là di quello che si dirà dopo,
il dato reale di queste elezioni è la lotta tra il voto e il non
voto, la vera protesta, la vera scelta è il NON VOTO nelle
sue diverse forme, astensionismo, voto nullo, scheda bianca.
Perchè non votando si esprime una
protesta e una opposizione contro il sistema, il governo in
generale e contro i padroni e i responsabili del disastro che c'è in
questa città.
Non votando si dice che la propria
coscienza non si fa comprare dalle promesse, dalle clientele,
dalla mentalità ristretta della risoluzione di piccoli problemi,
mentre siamo oppressi e schiacciati dal peso anche nella nostra vita
quotidiana e familiare dei grandi problemi creati da questo sistema e
da questa classe dominante.
Il Non voto è un chiaro NO a
tutti coloro che vogliono che diciamo SI, votando chiunque e
qualunque. Anche se siamo assolutamente consapevoli che il Non
voto si deve trasformare in una forza reale, autorganizzata, di
classe e di massa che scenda in campo per il reale cambiamento, la
trasformazione rivoluzionaria del potere e della società.
“L'unica soluzione è la
rivoluzione”.
“Chiamiamo comunismo il
movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti”
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proletari comunisti – Taranto
sede
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