Firenze Antifascista sulle ultime denunce
Nei mesi scorsi gli
antifascisti fiorentini sono stati colpiti da due
ondate repressive. Nella
prima 16 manifestanti sono stati denunciati per
travisamento in relazione al
corteo del 16 novembre 2013 organizzato in
risposta all'aggressione di Casa
Pound ai danni di due compagni. Nella
seconda i denunciati sono stati 11,
con 3 misure cautelari, in relazione
ai fatti del 6 dicembre scorso, quando
alle Piagge fu impedito il
presidio che i fascisti di Forza Nuova avevano
convocato “contro il
degrado”.
Le denunce contro gli antifascisti non
rappresentano
certo una novità per Firenze, visto che in città sono aperti
al momento
ben tre processi per antifascismo. Sappiamo bene che alla lotta
corrisponde un prezzo da pagare a cui chiunque di noi si espone quando
fa questa scelta, e per questo non vogliamo certo piangerci addosso.
Pensiamo però che, perché la risposta solidale contro la repressione
diventi sempre più forte, il contesto repressivo più generale in cui
queste denunce arrivano debba essere oggetto di discussione, affinché
tutti siamo più consapevoli e preparati.
In una situazione di crisi e di guerra, che non comincia certo oggi ma che
gli attacchi di Parigi hanno reso nuovamente e con più forza evidente, gli apparati
dirigenti cercano di mobilitare l'opinione pubblica a proprio favore,
creando insicurezza e paura delle minacce esterne. Per questo affidano
sempre maggiore spazio alla propaganda fascista e razzista che crea
comode valvole di sfogo verso i rom, gli immigrati, i profughi, gli
islamici, i diversi.. mentre, allo stesso tempo, cercano di ridurre al
silenzio tutte le voci di dissenso. Questo vale per chi sciopera, per
chi occupa una scuola o una casa, così come per chi si oppone ai
fascisti o alle politiche di aggressione militare.
In questo quadro è fondamentale il consenso che si crea intorno alla repressione,
ne abbiamo avuto esempio con la delazione durante i cortei, grazie alla
cooperazione attiva dei giornalisti, che si è verificata ripetutamente
negli ultimi anni, ultimo in ordine cronologico per gli arresti
eseguiti
in relazione al corteo no expo del maggio scorso.
Il fronte interno è stato oggetto di nuove attenzioni legislative dopo gli
attentati a Parigi del gennaio scorso, e lo sarà senz'altro nuovamente
dopo gli attacchi di due settimane fa. Pensiamo che questi passaggi
debbano essere discussi in termini preventivi, occorre porre attenzione
alle nuove normative e sviluppare il dibattito e l'iniziativa rispetto
ai passaggi già attuati e a quelli in preparazione
Il “decreto Alfano” del febbraio 2015 introduce modifiche all'art. 270 , includendo
tra le condotte terroristiche chi va a combattere in altri paesi, una
modifica adottata a livello europeo che ha colpito, guarda caso, i
militanti antifascisti spagnoli che hanno combattuto a sostegno del
Donbass mentre Fontana, militante di casapound arruolato nei
battaglioni
nazisti ucraini, è potuto tornare in Italia senza problemi..
Vengono
introdotte nuove limitazioni della libertà di espressione attraverso
i
mezzi informatici, con aggravanti specifiche e elenchi di siti da
oscurare, e la possibilità di effettuare intercettazioni preventive, in
assenza di specifiche ipotesi di reato. A tutto questo si aggiunge un
ulteriore aggravamento delle pene e un allargamento delle possibilità
di
controllo e infiltrazione a disposizione degli apparati di polizia.
Tutti questi strumenti potranno riversarsi all'occorrenza, con la scusa
del terrorismo islamico, contro chiunque si opponga ad una qualche
decisione governativa, come dimostra il precedente dell'accusa di
terrorismo sollevata contro i militanti no tav.
Nella bozza di ddl sulla sicurezza urbana, attualmente in dicussione, si prevede
invece
una pena fino a cinque anni di carcere per chi ai cortei «fa uso di
caschi protettivi ovvero di ogni altro mezzo atto a rendere impossibile
o
difficoltoso il suo riconoscimento». Il testo prevede anche da 2 a 5
anni di pena e una multa da mille a 5mila euro per chi lancia o
utilizza
razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi, bastoni, mazze, scudi,
materiale imbrattante o inquinante, oggetti contundenti.
L'obiettivo della norma è chiaro: i manifestanti devono essere
completamente
indifesi rispetto alla violenza poliziesca, pronta a colpirli
non appena
escono da compatibilità prestabilite dall'alto che vengono
continuamente ridefinite e si restringono sempre di più, mano a mano
che
si sviluppa la logica dell'emergenza e della guerra.
Con la nuova accelerazione rappresentata dallo “stato di assedio” e
"dall'emergenza" dichiarati in Francia, con riflessi immediati
sull'Italia del Giubileo in prima linea, diventa di fatto incompatibile
lo stesso riunirsi in piazza. Mentre si distraggono le coscienze con i
presunti valori da difendere, ci si muove in realtà per svuotare
progressivamente, e in prospettiva cancellare del tutto, diritti
individuali e collettivi fondamentali, e si affidano agli apparati
polizieschi compiti e poteri sempre più estesi, respingendo ogni
opzione
di mediazione, anche solo formale, rispetto ai conflitti sociali e
politici.
Di fronte alla guerra, alle tensioni autoritarie e
alla propaganda di fascisti e razzisti, il ruolo di Firenze
Antifascista
è lottare contro queste derive e rilanciare la solidarietà
verso tutti i
compagni denunciati o sotto processo, a partire dalla
serata
benefit per le spese legali
sabato 5 dicembre al
Cpa fi-sud,
Firenze
Antifascista
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