lunedì 30 novembre 2015

pc 30 novembre - Una giusta rimostranza della comunità islamica di Serravalle

"Non siamo qui per combattere. I nostri figli sono nati in Italia, qui studiano e qui sognano il loro futuro. Siamo noi le prime vittime del terrorismo perchè a scuola e sul lavoro ci guardano con sospetto". E, a Serravalle "diciamo grazie per averci accolti"

Domenica mattina, con il termometro vicino allo zero, non era la giornata ideale per organizzare una manifestazione... ma chi era presente, oltre un centinaio di persone, ha "scaldato" comunque la piazza e i cuori. Tante le testimonianze all'incontro voluto dal Centro Islamico di Serravalle Scrivia, domenica mattina in piazza Bosio, dove è presente una nutrita comunità musulmana e una delle prime nate in provincia.  "Non siamo qui per combattere, ma per avere un futuro", ha detto Lanji Camissokao arriva dal Mali, rifugiato.

Il paese si è trovato, già dagli anni Novanta, a fare i conti con parole come “immigrazione” e “integrazione”. Ora la popolazione straniera si è attestata attorno al 13%, anche se ultimamente è in calo. Manca il lavoro, per gli Italiani come per gli stranieri..
"Sono arrivato qui nel 1994, ero da solo. Non perdiamo gli sforzi fatti fino ad oggi per colpa del terrorismo. I miei figli sono nati qui e difficilmente torneranno nel paese di origine, lavoreranno qui, si formeranno a loro volta una famiglia.Sul luogo di lavoro ci guardano con sospetto, ma noi non siamo l'Isis", sono altre testimonianze. ..
"L'Isis non ci considera musulmani, ci vedono come traditori. E noi non reputiamo i terroristi come musulmanti", dice un'altra voce.
...Tra i morti di Parigi, del Libano, della Nigeria c'erano anche i musulmani. Conviviamo qui, con voi; sono cresciuta qui, in Italia; il mio futuro è qui. Quando mi sento dire, a scuola, che tanto io me la caverei perchè sono musulmana, mi fa male. Io sono vittima come voi. 

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