Ancora una volta ciò che pesa e si mette sul tappeto dei "negoziati" sono gli interessi imperialisti in questa zona strategica, e l'unità di fondo tra UE e Turchia contro i migranti e la lotta di liberazione del popolo curdo.
Erdogan con le mani insanguinate, con le uccisioni e massima repressione ai giovani, donne, democratici, giornalisti turchi e verso tutti coloro che non si piegano alla sua dittatura, e con i massacri al popolo curdo, gioisce perchè porta a casa un forte riconoscimento (le parole di richiamo ai "diritti Umani" appena accennati dalla Mogherini e da Renzi, gli possono fare solo un baffo, visto che non sono neanche entrati nella dichiarazione finale);
La Merkel, gli imperialisti europei, l'Italia gioiscono perchè questo accordo li libererebbe da milioni di migranti (ma si illudono...), rimandati a morire per tre miliardi!
La Merkel gioisce perchè può portare a casa il suo rinnovato ruolo di leadership europea.
Tutti i paesi imperialisti europei, Francia in testa, svelano, se ce n'era ancora bisogno, tutta la loro immensa ipocrisia, sui morti di Parigi: le lacrime, le parole di cordoglio, gli inni ai "fessi"; la difesa dei loro sporchi interessi ai Tavoli dei negoziati. 120 morti di giovani valgono bene l'accordo con uno dei paesi più sostenitori dell'Isis e più massacratore proprio di coloro, i combattenti curdi, che sono gli unici che stanno dando seri colpi all'Isis.
LOTTARE CONTRO IL REGIME FASCISTA TURCO DI ERDOGAN DEVE ANDARE DI PARI PASSO ALLA LOTTA CONTRO L'IMPERIALISMO FRANCESE, TEDESCO, ITALIANO, ECC.
(Da Repubblica)
"...I leader europei firmano la dichiarazione grazie alla quale ad
Ankara andranno tre miliardi per aiutare ad ospitare i 2,2 milioni di
rifugiati siriani diretti in l’Europa. C’è l’impegno a liberalizzare i
visti per i turchi che vorranno viaggiare nel Vecchio Continente... Ma si tratterà solo di
visti turistici per tre mesi e ristretti solo ad alcune categorie professionali, come imprenditori o studenti turchi. Inoltre c’è
la
ripartenza del negoziato di adesione all’Ue.
In cambio i turchi
promettono di chiudere le frontiere, di non permettere più che centinaia
di migliaia di migranti salpino verso le coste greche per poi
incolonnarsi sulla rotta balcanica e arrivare in Nord Europa. Richiesta
fondamentale per Angela Merkel e per le istituzioni di fronte a una
crisi, quella dei migranti, che sta minando la coesione europea e
indebolisce la leadership di diversi capi di governo... Gli
europei, dal canto loro, non hanno ancora deciso chi metterà i soldi: la
Commissione propone di pagare 500 milioni chiedendo che gli altri 2,5
miliardi vengano sborsati dai governi, che però non ne vogliono sapere... Sul tavolo anche l’impegno europeo di prendersi carico di
parte dei rifugiati accolti in Turchia in cambio della chiusura delle
rotte migratorie.
La Merkel ha riunito i leader di Austria, Svezia,
Finlandia, Olanda, Belgio, Lussemburgo e Grecia e la stampa tedesca ha
parlato di un numero tra i 100 e i 400mila richiedenti asilo che
verrebbero redistribuiti tra i Ventotto. Il premier olandese Mark Rutte
ha però smentito la cifra. Visto il ritardo con il quale i governi
stanno procedendo allo smistamento di 160mila siriani sbarcati in Italia
e Grecia, a Bruxelles ci si aspetta che i numeri finali saranno ben più
contenuti.
Restano grandi le distanze con Erdogan sui diritti umani calpestati e la libertà di stampa negata Mogherini ha ricordato la necessità di riavviare il processo di pace con i curdi... MA...
nella dichiarazione finale non vengono
stigmatizzati i diritti umani violati, l’ambiguità della politica di
Erdogan in Siria, la libertà di stampa sotto pressione e la tensione con
Putin..
E' una vittoria politica per il regime di Tayyp Erdogan, che si
trova in questo momento sotto il fuoco di riflettori ben poco
amichevoli. L’abbattimento dell’aereo russo, la condanna di due
giornalisti che avevano rivelato le complicità turche con Dae- sh,
l’uccisione dell’avvocato dei curdi, definita da Ankara «un incidente»,
pongono in questo momento la Turchia
Il vertice di ieri, evitando
di sollevare tutti questi problemi, ha ridato ad Erdogan una patina di
rispettabilità internazionale di cui il presidente turco ha, in questo
momento, disperatamente bisogno.
D’ora in poi, Turchia e Ue terranno un vertice
ogni sei mesi. Ankara tenterà di ottenere
il sostegno europeo al suo disegno strategico nella partita
mediorientale.
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