lunedì 30 novembre 2015

pc 30 novembre - Parigi cop21 - il pensiero unico del sistema imperialista: noi siamo tutto, voi siete nessuno. Ma il gioco non gli riesce - E' giusto ribellarsi!

per il dibattito


"La generazione Bataclan deve restare al Bataclan"
Ieri più di 5'000 persone si sono date appuntamento per far sentire
la propria voce durante la COP21 nonostante la manifestazione fosse stata 
vietata
in nome dello stato di emergenza post-attentati.  Il governo francese aveva
intimato ai cittadini di restarsene a casa propria, martellando a mezzo stampa
di black-bloc e altri esseri mitologici. Ma anche, più prosaicamente,
mettendo preventivamente agli arresti domiciliari diversi attivisti
anti-cop21 grazie allo strapotere concesso alla polizia dallo stato di
emergenza. Non ha funzionato, quindi, la strategia della paura del
presidente con l'elmetto, François Hollande.

Dopo il concentramento i manifestanti partono in corteo ma vengono
immediatamente caricati. Cominciano tre ore di follia in cui la polizia
 in assetto di guerra cerca di disperdere i manifestanti a colpi di
lacrimogeni e granate stordenti. Qualcuno cerca di difendersi per tenere

lontani gli uomini armati dal corteo con i propri corpi, vola qualche oggetto
sugli scudi degli agenti ma il bilancio è pesante, si parla ormai di 317 fermi
 di polizia in tutto tra manifestanti, curiosi e giovani col look un po' sbagliato.

Questo è ciò che successo, nonostante ciò che raccontano i media
 francesi (ripresi a pappagallo al di qua delle Alpi), mostrandoci bene che
 la propaganda in tempo di guerra non ammette pericolose deviazioni dalla
versione ufficiale.

A due settimane dagli attentati ci viene mostrato in maniera didascalica
cosa c'è dietro la pomposa retorica sulla democrazia sotto attacco con
cui si sono riempiti la bocca i potenti del mondo: per difendere la
"libertà dell'occidente" niente di meglio che manganellare chi viola
il divieto di manifestare in tempo di guerra.

"L'Occidente è sotto attacco perché la nostra libertà fa paura" titolava
a qualche giorno dagli attentati Ezio Mauro, il direttore di Repubblica.
Come dargli torto?
Quanto fa paura una società in cui l'unica libertà difesa è quello di
consumare - con la birretta al bar elevata a gesto di resistenza contro
 i terroristi - mentre la polizia arresta indiscriminatamente centinaia di
 persone sparando lacrimogeni sulla folla? La vostra libertà è l'economia
che gira e i manganelli sulle teste dei dissidenti.
Oggi i media nostrani continuano a dare il peggio di sé. "Oltraggio alle
vittime" gridano i giornali, scandalizzati più dalla sorte delle candele
del memoriale a Place de la République che dallo scricchiolare delle
loro benamate libertà democratiche sotto legge marziale. "Parigi ostaggio dei
violenti" ripetono in coro i TG, senza nemmeno rendersi conto dell'indecenza
di tali iperboli in una città dove solo qualche giorno fa uomini armati hanno
davvero sequestrato e ucciso centinaia di persone.

Libération, il giornale che meglio rappresenta la parabola di una certa
sinistra post-sessantottina, all'indomani degli attentati titolava
 "generazione Bataclan". Un'espressione fortunata, immediatamente
ripresa nel discorso presidenziale di Hollande perché è proprio questo
è il ruolo edulcorato a cui la politica vuole relegare chi oggi ha tra i
 20 e i 35 anni. Quella delle vittime. E quella dei consumatori.
Quando la generazione Bataclan esce dalla terrazza del bistrot,
partono le manganellate democratiche a difesa dei valori dell'occidente
Vive la république!

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