“Avrei potuto rimanere lì a vederli uccidere un mio amico di colore. Ma non l’ho fatto.”
Da
quando un membro del gruppo di estrema destra Patriot Prayer è stato
ucciso a colpi d’arma da fuoco durante una manifestazione a Portland, lo
scorso 29 agosto, le indagini della polizia si sono focalizzate su
Michael Forest Reinoehl, 48enne veterano dell’esercito e padre di due
figli che ha agito per quella che egli stesso definisce “sicurezza”
durante la protesta di Black Lives Matter.
Il
Wall Street Journal riporta che Reinoehl era nel mirino di Aaron “Jay”
Danielson, che faceva parte di una grossa carovana pro-Trump (600
macchine) partita da Clackamas quello stesso giorno. In una
conversazione rilasciata a VICE News con il giornalista freelance
Donovan Farley, Reinoehl dichiara che aveva intuito che lui ed un suo
amico nero stavano per essere pugnalati, e che aveva agito per legittima
difesa.
Poco
dopo che VICE News ha riportato questa conversazione, Reinoehl è stato
ucciso in una colluttazione con degli agenti, quando una task force
federale che ricerca fuggitivi aveva tentato di arrestarlo, secondo
quanto riporta il New York Times.
“Sai,
un sacco di avvocati dicono che non dovrei proprio dire nulla di nulla,
ma io penso
che sia importante far sapere al mondo cosa sta succedendo”, dice Reinoehl a VICE news. “Non avevo altra scelta, cioè, sì, ce l’avevo: avrei potuto rimanere lì a vederli uccidere un mio amico di colore. Ma non l’ho fatto.”
che sia importante far sapere al mondo cosa sta succedendo”, dice Reinoehl a VICE news. “Non avevo altra scelta, cioè, sì, ce l’avevo: avrei potuto rimanere lì a vederli uccidere un mio amico di colore. Ma non l’ho fatto.”
Portland
è stato un punto focale per le proteste dalle elezioni del 2016, ma
dall’uccisione di George Floyd a maggio, le manifestazioni sono
diventate più caotiche ed estremamente più violente, Ad agosto, un
simpatizzante dell’estrema destra è stato arrestato per aver sparato su
una folla di manifestanti di Black Lives Matter. Alan Swinney, membro
del gruppo filo-Trump Proud Boys, ha tirato fuori una pistola e l’ha
mostrata ad alcuni manifestanti; un gruppo di militanti della sinistra
radicale è stato ripreso in un video mentre tiravano fuori un uomo dal
proprio SUV e l’hanno picchiato.
L’uccisione
di Danielson è il primo “omicidio” attribuito a proteste antifasciste
da anni. Accade una settimana dopo che Kyle Rittenhouse, 17enne
simpatizzante di Trump, ha sparato a tre manifestanti a Kenosha, nel
Wisconsin, uccidendone 2. L’avvocato di Rittenhouse dice che il
suoassistito ha agito per legittima difesa.
Reinoehl
è stata una presenza notturna costante ai presidi di Black Lives Matter
di Portland. Ad inizio luglio, è stato arrestato per aver portato una
pistola ad una protesta. Il WSJ riporta che il caso rimane aperto.
Sempre a luglio, rimane ferito al braccio dopo aver cercato di
sequestrare una pistola a un manifestante di estrema destra durante una
colluttazione.
Reinoehl dice di essersi accorto della parata pro-Trump dopo aver visto “numerosi Suv con delle bandiere” mentre girava a Portland in macchina assieme al figlio adolescente. “Ho
aggiornato i miei amici su quel che avevo visto, ho finito di fare quel
che dovevo fare con mio figlio, sono tornato a casa e ho ricevuto una
telefonata che mi diceva di passare da quelle parti” dice. “Era
necessario prendere delle misure di sicurezza, anche se non sapevo bene
cosa volesse dire. Non avevo idea in cosa mi stessi andando a ficcare.”
“Vedo
tutti questi veicoli, gente dietro i SUV che urlava mentre fa
svolazzare mazze e bastoni in direzione dei manifestanti che a loro
volta urlavano contro di loro”, dice Reinoehl.
Alle
20:45 Reinoehl racconta di essere andato in soccorso di un suo amico
circondato da SUV carichi di militanti pro-Trump armati. “Ho visto una persona che è un mio caro amico del movimento che si confrontava praticamente da solo con questi veicoli” dice Reinoehl a Farley “e
quindi gli ho fatto sapere che ero a sua disposizione, ho parcheggiato
la mia auto e l’ho raggiunto, e mi sono ritrovato all’intersezione
davanti al food truck, dove c’erano alcune macchine e furgoncini con
persone armate.”
Reinoehl sottolinea che le persone che partecipavano alla carovanata pro-Trump erano armate pesantemente e non avevano “pistole da paintball” (quelle che sparano palline di gelatina colorata ndT), come sottolinea la stampa.
Si è ritrovato in un confronto dove un uomo lo minacciava ed un altro aveva un coltello in mano “Avrebbe potuto colpirmi o pugnalarmi”.
I
video dei passanti mostrano poi un uomo che assomiglia a Reinoehl, con
lo stesso tatuaggio sul collo, sparare due colpi contro Danielson e poi
andarsene. “Mi volevo assicurare di non ferire nessuna persona innocente e poi andarmene.” dice.
Dopo
la sparatoria, Reinoehl si è dato alla macchia, trasferendosi con i
figli in un posto sicuro, dopo che colpi d’arma da fuoco sono stati
sparati alla sua casa, a qualche ora di distanza dall’incidente. “Mi stanno dando la caccia” Dice Reinoehl. “C’è
un post in cui si dice che i cervi quest’anno dovranno sentirsi
fortunati, perché ora la stagione è aperta per Michael Reinoehl”.
Non
si è autodenunciato, sapendo che i militanti dell’estrema destra
avrebbero collaborato apertamente con la polizia, la quale non avrebbe
protetto lui e i suoi familiari.
Dice che al momento dello scontro e della sparatoria, non c’era polizia ad aiutare. “Non
c’era sicuramente nessuno in vista, nessun agente, nessuno che potesse
intervenire. Era un tutti contro tutti. E la polizia lasciava che
accadesse”, dice.
Due settimane dopo, conferma di non avere ripensamenti su quel che ha fatto: “Se
c’è la vita di qualcuno che mi è caro in pericolo ed ho i mezzi per
intervenire…penso che qualunque altro essere umano farebbe lo stesso,” ammette.
Reinoehl dice di aver parlato con degli avvocati i quali sostengono che “ci sono delle prove per confermare il fatto che abbia agito per legittima difesa perché c’è un’ovvia minaccia alla mia vita”.
Giovedì, il sindaco di Portland Ted Wheeler ha dichiarato che gli accertamenti sull’incidente sono ancora in alto mare: “Non
abbiamo ancora tutti i fatti. Non siamo ancora riusciti a parlare con
tutti i testimoni. Non siamo ancora riusciti a elaborare tutti i video
provenienti dai negozi in loco”, dice a KOIN 6 News.
“Penso che stiano provando a darmi altre incriminazioni. Troveranno altri modi per tenermi dentro”, ci risponde Reinoehl quando gli viene chiesto perché non ha raccontato questa storia alla polizia. “Onestamente, mi dispiace, ma mi pare ci sia una guerra civile dietro all’angolo”, sostiene “Quello sparo sembrava l’inizio di una guerra.”
Da Vice News
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