La mappa dei paesi analizzati nel rapporto della Brown University e i luoghi di destinazione dei rifugiati |
da ilmanifesto
Dal rapporto della Brown University. Dati raccolti dall'11 settembre 2001 al
2019: 37 milioni gli sfollati obbligati a scappare da otto paesi, dall’Iraq alla Siria, fino all’Afghanistan, 4 volte il numero dei rifugiati della Prima guerra mondiale, quasi pari a quello della seconda. Numeri al ribasso: allargando al resto dell’Africa, si toccano i 59 milioni, pari alla popolazione italiana. E gli effetti sono duraturi: frammentazione della società, impoverimento, radicalizzazione e fame.
Fame e miseria: Yemen e Somalia
Il ruolo Usa in alcuni dei paesi analizzati nel rapporto (raid aerei e assistenza militare) si è tradotta in carestie senza precedenti. In Somalia, al 2011, si contavano 250mila morti per fame, nel 2020 1,3 milioni di persone soffrono di malnutrizione. In Yemen 21 milioni di persone (l’80% della popolazione totale) non ha accesso costante e sicuro ad acqua potabile e cibo. Entro la fine del 2020, secondo l’Onu, 2,4 bambini saranno denutriti.
Il costo umano dei conflitti
Nel novembre 2018 la Brown University aveva dedicato un rapporto al numero di uccisi tra Afghanistan, Iraq e Pakistan, nei conflitti nati all’interno della «guerra al terrore» Usa: tra 480mila e 507mila, che non tengono conto delle vittime delle guerre siriana e yemenita. Di questo mezzo milione, i civili sono circa la metà, tra 244 e 266mila morti. Il rapporto, aggiornato a gennaio 2020, calcola 800mila morti tra Iraq, Afghanistan, Siria, Yemen e Pakistan.
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