mercoledì 9 settembre 2020

pc 8 settembre - CONTRO I LICENZIAMENTI, CONTRO LA CIG RIDURRE L'ORARIO DI LAVORO A PARITA' SALARIALE

Un contributo
A dicembre scade il blocco dei licenziamenti e Confindustria vuole mano libera.
I vertici di Confindustria hanno già cominciato a reclamare la libertà di licenziamento e la cessazione dei sussidi in favore di poveri e lavoratori in difficoltà.

La soluzione più efficace e semplice per governare gli esuberi sarebbe la riduzione della settimana lavorativa da cinque a quattro giornate, opinione confermata da autorevoli prese di posizione di politici europei. Ad esempio, il capo dei sindacati metalmeccanici tedeschi Jorg Hoffman, ma anche
la presidente del Partito socialdemocratico austriaco Pamela Rendi-Wagner hanno indicato la settimana di quattro giorni (“Vier-Tage-Woche”) come formula privilegiata a cui ricondurre, intanto, l’istituto della “Kurzarbeit”, l’ammortizzatore sociale simile ai nostri contratti di solidarietà, ma da assumere, poi, come regime ordinario dell’orario lavorativo.
Nel nostro ordinamento, d’altro canto, è già stata normata una prima volta la “trasformazione” dei contratti di solidarietà “difensivi” in contratti di solidarietà “espansivi”. Le questioni da affrontare e risolvere sono, però, di due ordini: economico e politico-giuridico.

Il problema economico nasce dalla necessità di compensare la riduzione di orario perché essa avvenga “a parità di salario”, il che può apparire molto o troppo costoso, ma solo perché non si riflette sull’alternativa inevitabile nel caso che, invece che alla riduzione di orario, si ricorra ai licenziamenti come vorrebbe Confindustria.
Gli esuberi sono stimati in 1 milione di lavoratori e licenziarli significa non soltanto provocare un trauma sociale insopportabile, ma anche “spendere” immediatamente 1 milione di indennità di disoccupazione (Naspi), con durata fino a 24 mesi ed importo di circa mille euro mensili. Insomma, dare il via ai licenziamenti significa spendere 20 miliardi, col risultato di trovarsi sull’orlo della guerra civile. Con quei 20 miliardi, invece, si potrebbe compensare, perché avvenga a parità di salario, la riduzione della settimana lavorativa da cinque a quattro giornate per 5 milioni di lavoratori, l’esubero sarebbe eliminato senza condannare nessuno alla disoccupazione...

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