sabato 29 dicembre 2018

pc 29 dicembre - A cosa apparteneva il topo di fogna crepato fuori dallo stadio di Inter-Napoli

Blood & Honour, una nuova internazionale nera


Non più semplicemente una fanzine, l’organizzazione diventa progressivamente un insieme di bande nazi-rock, case editrici e discografiche, negozi di abbigliamento, luoghi di ritrovo e organizzazioni politiche

Inizialmente la sigla Blood and Honour (Sangue e onore), uno dei motti delle SS, fu utilizzata nel 1979, agli albori del movimento naziskin in Inghilterra, sia come fanzine musicale sia come vero e proprio bollettino del movimento. Erano i tempi di Ian Stuart, già dirigente a Londra dello Young national front, l’organizzazione giovanile del National front, che riuscì con la sigla Rac (Rock against communism) nell’aprile 1983 ad organizzare il primo concerto nella zona orientale di Londra, a Stratford. A esibirsi i suoi Skrewdriver con Peter & The Wolves e The Ovalteens. Qui comparve anche per la prima volta la t-shirt con la scritta «White power», da una canzone di Stuart, divenuto l’inno del movimento. Nel primo numero di Blood and Honour l’editoriale fu dedicato a Rudolf Hess.
Da qui il costituirsi di una ragnatela ben oltre la Gran Bretagna, in Belgio, Olanda, Germania, Italia, Spagna, Stati Uniti, Australia e perfino Giappone. In Italia fu il Veneto fronte skinheads a rappresentare la succursale di Blood and Honour. La Rac fonderà una propria etichetta discografica (la White pride records) e svilupperà un’intensa attività di merchandising per corrispondenza di poster, cartoline e bandiere (tra le altre con svastica e croce celtica), toppe e t-shirt (del tipo «Impicchiamo Nelson Mandela» e «Adolf Hitler aveva ragione»).
Blood and Honour (B&H), non più semplicemente una fanzine, si costituirà dunque progressivamente come un insieme di bande nazi-rock, case editrici e discografiche, negozi di abbigliamento, luoghi di ritrovo e organizzazioni politiche. A suo modo, in forme indubbiamente nuove, una nuova Internazionale nera.
La morte improvvisa per incidente stradale di Ian Stuart a soli 35 anni, il 24 settembre 1993, aprirà una stagione di divisioni nel movimento. Mentre forti contrasti si determineranno con la componente americana, in Uk sarà il gruppo Combat 18 ad assumere il controllo di B&H. Combat 18, in cui i numeri 1 e 8 stanno a indicare le lettere dell’alfabeto A e H, cioè le iniziali di Adolf Hitler, è stato ed è in realtà un gruppo terroristico e clandestino. In ambito europeo, specialmente in Germania, B&H andrà incontro anche a misure di forte contrasto istituzionale. Il 14 settembre 2000 la sua filiale tedesca, fondata a Berlino nel 1994, fu messa fuori legge unitamente alla sezione giovanile White youth.
Circa 240 gli aderenti. Il quadro entro cui collocare questi provvedimenti era indubbiamente preoccupante: nei dieci anni trascorsi dalla riunificazione l’estremismo di destra aveva in Germania assassinato 93 persone, di cui 32 straniere e 15 senzatetto. Solo tra il 1999 e il 2000 le aggressioni a sfondo razziale erano cresciute di ben il 50%, per oltre diecimila episodi.
Anche la sezione spagnola di B&H nel 2005 fu smantellata. Ben 21 furono le persone arrestate nel corso di una vasta operazione che interessò Madrid, Siviglia, Burgos e Saragozza. Secondo la Guardia civil il gruppo si era costituito nel 1999 e si finanziava con il traffico di armi. I concerti che annualmente venivano organizzati si tenevano sempre in occasione di alcuni anniversari: la nascita e la morte di Adolf Hitler e di Rudolf Hess.
In Belgio, ai primi di settembre del 2006, dopo un’indagine durata due anni e la perquisizione di cinque caserme e 18 abitazioni, quasi tutte nelle Fiandre, furono invece arrestati 17 uomini, undici dei quali militari (tra loro due sottufficiali), accusati di appartenere a B&H e voler mettere in atto azioni terroristiche.
A oggi, tramite il sito internazionale, a B&H sono ancora collegate più di una ventina di realtà.
Saverio Ferrari
da il manifesto

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