Si allarga la rivolta
innescata da autoimmolazione
Abderrazek Rezgui, 32 anni: il giornalista si è dato fuoco per
protestare contro la disoccupazione e la grave situazione economica di
questa regione interna della Tunisia, che fu tra le prime a sollevarsi
contro la dittatura di Zine El Abidine Ben Ali nella rivoluzione del
2010-2011 ma che resta fra le più povere del Paese
Nuovi scontri sono scoppiati oggi in Tunisia tra polizia e manifestanti a
Kasserine,
Secondo quanto riferisce un corrispondente di AFP sul posto, le forze
dell'ordine tunisine hanno usato gas lacrimogeni per disperdere decine
di dimostranti e scontri sono scoppiati soprattutto davanti alla sede
del governatorato di Kasserine, dove era stato dispiegato un imponente
dispositivo di sicurezza.
"Per i figli di Kasserine che non hanno mezzi di sussistenza, oggi,
comincerò una rivoluzione, mi immolerò dandomi fuoco", spiegava il
reporter in un video pubblicato su Facebook
Il dramma ha suscitato la collera degli abitanti di Kasserine: nella
notte fra lunedì e martedì decine di loro hanno bruciato pneumatici e
bloccato la via principale del centro e la polizia ha risposto con lanci
di lacrimogeni. Il portavoce del ministero dell'Interno, Sofiane
al-Zaq, ha riferito che lunedì sera sei agenti sono rimasti lievemente
feriti e nove persone sono state arrestate. -
Abderrazek Rezgui, 32 anni, giornalista tunisino di una televisione
privata della regione ha postato su Facebook il video con l'annuncio: "Farò la rivoluzione"
E per spiegare le motivazioni del suo
gesto, il reporter ha pubblicato un video su Facebook poco prima: "Oggi farò una rivoluzione da solo, mi immolerò, e se questo consentirà a un disoccupato di trovare lavoro tanto meglio. [...] Sono otto anni che aspettiamo. Stop. Ci sono regioni in cui le persone sono vive ma morte dentro. [...] Fra 20 minuti mi immolerò, forse dopo questo lo Stato si occuperà un po' di Kasserine. Qui la gente muore di fame, non hanno niente da mettere sotto i denti. Non siamo esseri umani?". La morte annunciata Abderrazek Rezgui non è sopravvissuto alle ustioni: dopo essersi dato fuoco il 24 dicembre pomeriggio in piazza dei Martiri, nel centro di Kasserine, è stato trasportato in ospedale, dove è morto in serata.
gesto, il reporter ha pubblicato un video su Facebook poco prima: "Oggi farò una rivoluzione da solo, mi immolerò, e se questo consentirà a un disoccupato di trovare lavoro tanto meglio. [...] Sono otto anni che aspettiamo. Stop. Ci sono regioni in cui le persone sono vive ma morte dentro. [...] Fra 20 minuti mi immolerò, forse dopo questo lo Stato si occuperà un po' di Kasserine. Qui la gente muore di fame, non hanno niente da mettere sotto i denti. Non siamo esseri umani?". La morte annunciata Abderrazek Rezgui non è sopravvissuto alle ustioni: dopo essersi dato fuoco il 24 dicembre pomeriggio in piazza dei Martiri, nel centro di Kasserine, è stato trasportato in ospedale, dove è morto in serata.
Il popolo di Kasserine risponde
Nella notte fra lunedì e martedì numerosi giovani sono scesi in strada a
protestare e sono scoppiate tensioni: sulla via principale del centro
di Kasserine alcuni dimostranti hanno bruciato pneumatici e la polizia
ha usato lacrimogeni per disperderli. Il sindacato dei giornalisti raccoglie la protesta
Il Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini (Snjt) ha preso
posizione affermando che il reporter si è tolto la vita per protestare
contro "delle condizioni sociali difficili, un orizzonte chiuso e la
mancanza di speranza" che colpiscono la regione di Kasserine.
Sciopero il 14 gennaio, data simbolica
Il presidente del sindacato Nieji Bghouri, intanto, ha annunciato ai
microfoni di radio Mosaique la possibilità di decretare lo sciopero
generale della stampa e dei media per il 14 gennaio prossimo. Si tratta
di una data molto simbolica: il 14 gennaio del 2011 il dittatore Ben Ali
fuggì dalla Tunisia dopo 23 anni al potere, a seguito della rivolta
popolare definita dai tunisini 'Rivoluzione della dignità' e
ribattezzata dall'Occidente 'Rivoluzione dei gelsomini'. Lo sciopero intende essere una protesta contro la precarietà del lavoro
nel settore dei giornalisti. Nella regione di Kasserine, vicina al
confine con l'Algeria, la disoccupazione è molto alta rispetto alla
media nazionale e tanti sono i senza lavoro fra i giovani, anche
laureati. Le zone interne della Tunisia furono le prime a sollevarsi
contro il regime di Ben Ali, già prima della rivolta che portò alla
cacciata del dittatore.
Otto anni dopo la rivoluzione dei gelsomini la situazione
socio-economica in Tunisia, specie nelle zone marginalizzate, continua
ad essere difficile, con una disoccupazione giovanile con punte del 30%. Nel 2010-2011 la miccia fu proprio un'auto-immolazione
in una regione dell'interno, quella di Sidi Bouzid: fu lì che il 17
dicembre del 2010 il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si diede
fuoco, dando il via alla cosiddetta Primavera araba. Dopo la morte di Bouazizi le proteste scoppiarono a Sidi Bouzid, ma fra i
primi governatorati in cui si estesero ci fu proprio quello di
Kasserine, protagonista del sanguinoso fine settimana di repressione
dell'8-9 gennaio 2011 in cui furono uccisi decine di martiri della
rivoluzione.
video
https://www.youtube.com/watch?v=1ol1ve1kyLM
video
https://www.youtube.com/watch?v=1ol1ve1kyLM
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