«Quanto meno il lavoro manuale esige abilità ed esplicazione di forza, cioè quanto più si sviluppa l'industria moderna, tanto più il lavoro degli uomini viene rimpiazzato da quello delle donne e dei bambini. Le differenze di sesso e di età non hanno più alcun valore sociale per la classe operaia. Ormai ci sono soltanto strumenti di lavoro, il cui costo varia a seconda dell'età e del sesso» (cfr. K. Marx, F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista, Laterza, Torino 1998, p. 16).
SERVIZIO IL FLOP DEL LAVORO UNDER 30
Perché il governo Lega-Cinque stelle non ha fatto nulla per i giovani
di Alberto Magnani 23 dicembre 2018
Su una voce in agenda, il «governo del cambiamento» si è mostrato coerentissimo con i suoi predecessori: l’assenza di politiche capaci di smuovere il mercato del lavoro degli under 30, uno dei blocchi sociali più vulnerabili e meno tutelati nel sistema economico italiano. Il Sole 24 Ore aveva già evidenziato sia il vuoto di proposte concrete in campagna elettorale sia il rischio che la «manovra del popolo» si scaricasse sulle spalle delle nuove generazioni. A sei mesi dall’insediamento dell’esecutivo, dopo un tira e molla estenuante con Bruxelles per il suo ok, il problema è rimasto dov’è. La manovra è stata stravolta rispetto al testo originario, a partire dal sospirato taglio sul deficit, ma non si vedono politiche mirate allo stimolo di un’occupazione stabile e di qualità per chi ha meno di 30 anni.
IL RAPPORTO CENSIS
Lavoro, emergenza giovani tra sottoccupati e concorrenza sleale
di Claudio Tucci 07 dicembre 2018
Secondo il rapporto Censis, tra il 2007 e il 2017, vale a dire in 10 anni, la componente degli occupati con età compresa tra 25 e 34 anni si è ridotta del 27,3%, passando da 5.627.000 unità (nel 2007) a 4.092.000 unità (nel 2017). Foto Agf
Secondo il rapporto Censis, tra il 2007 e il 2017, vale a dire in 10 anni, la componente degli occupati con età compresa tra 25 e 34 anni si è ridotta del 27,3%, passando da 5.627.000 unità (nel 2007) a 4.092.000 unità (nel 2017). Foto Agf
Il Censis parla di «svalutazione del lavoro in Italia»; e i primi a pagarne l’effetto, in questi anni, sono stati i giovani. Ma in prospettiva l’allarme suona per l’intero sistema economico. Se, come è vero, la dinamica demografica e quella occupazionale, entrambe negative, non aiutano a garantire un adeguato ricambio generazionale nelle forze di lavoro, i vincoli sul sistema del welfare tendono a ossidare ancora di più l’intero assetto del lavoro.
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