Stazione di Novara, la rabbia dei pendolari abbandonati: “Promesse mai mantenute”
Dopo il bar anche la tabaccheria ha deciso di chiudere: “Qui diventa il Far West”
Caffè chiuso per sciopero, con la prospettiva di una riapertura a
lunga scadenza, edicola chiusa da anni, e ieri ha abbassato le serrande anche la
tabaccheria. Per chi si avventura in stazione è diventato costoso anche fare
pipì: un euro, avverte il cartello apposto dalle Ferrovie.
«Scippata due volte»
«Il nostro contratto con le Ferrovie - dice Lorena Mazza, che gestiva
la tabaccheria col marito Luca - scadeva il 31 gennaio. Ma l’autorizzazione del
Monopolio finiva il 31 dicembre, e dalle Ferrovie non avevamo nessuna
rassicurazione sul proseguimento del contratto; a questo punto abbiamo deciso di
chiudere, anche perché il lavoro in stazione è diventato davvero un problema.
Affitto onerosissimo, senza riscaldamento in inverno, 40 gradi in estate e il
crollo della clientela. Dopo le 18 qui girano
solo extracomunitari ubriachi, e io sono stata scippata due volte in via Leonardo da Vinci, dove parcheggiavo l’auto».
solo extracomunitari ubriachi, e io sono stata scippata due volte in via Leonardo da Vinci, dove parcheggiavo l’auto».
Le promesse delle Ferrovie di una stazione modernissima e dotata di
ogni comfort sono smentite dalle chiusure in serie di bar e negozi, con gli
utenti sconsolati: «È desolante non potere neppure andare a bere qualcosa di
caldo - sbotta Maria Giacomin - e non trovare un posto a sedere. Non pensavo si
potesse arrivare a questo punto. Sembra il Far West».
Christian Pastori arriva
da Ghemme, e anche lui attende in piedi il treno in ritardo: «È un disagio
effettivo: avrei preso volentieri un caffè, vista anche la temperatura di oggi,
ma non avrei mai creduto di trovare chiuso anche il bar». Loide Curcio è una
pendolare tra Novara e Milano: «Tutte queste chiusure riducono i servizi,
disaffezionano la clientela ma causano anche un impoverimento del tessuto
sociale perché la stazione è un punto di riferimento». Giuliano Roma. pendolare
tra Novara e Arona, lamenta che «col passare degli anni qui ci sono sempre meno
servizi per gli utenti; adesso se devo andare a comprarmi un pacchetto di
sigarette devo fare almeno ottocento metri; non ha senso, una stazione non deve
essere abbandonata in questo modo».
Chi ha fatto il pendolare per una vita tra Novara e Milano è Mariano
Settembri, editore: «La stazione costituisce anche un servizio sociale per i
cittadini, e quindi dovrebbe fornire i servizi indispensabili. Invece questo non
capita più, ed è un grave errore. Trovo poi profondamente ingiusto
l’introduzione del ticket per i bagni pubblici: se il viaggiatore è costretto ad
aspettare il treno in ritardo perché deve anche pagare la toilette? Al danno si
aggiunge la beffa». Arriva da Milano Andrea Esposito e si dichiara «allibito. In
Lombardia anche le piccole stazioni hanno bar e tabaccheria, è assurdo che non
ci siano nella stazione di una città di più di 100 mila abitanti».
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