martedì 25 dicembre 2018

pc 25 dicembre - ALLA CONCLUSIONE DEL 50° DEL '68 INVITIAMO A LEGGERE LA RIVISTA LA NUOVA BANDIERA CHE PARLA DEL "MAGGIO FRANCESE" E ANNUNCIA, CON UNA CRONACA, IL 68/69 DEL MOVIMENTO DEGLI STUDENTI E DELLA CLASSE OPERAIA ITALIANA

E si avvicina il 1969...
Per richiederla - scrivere a pcro.red@gmail.com
RIPORTIAMO DALLA RIVISTA


 DALLA PRESENTAZIONE DEL MEETING SUL 68 FRANCESE 
L’anno 2018 segna l’anniversario dei 50 anni dalle rivolte del ‘68 che hanno scosso il mondo. Questi sollevamenti sono avvenuti nell’eco della più grande esperienza rivoluzionaria al giorno d’oggi, la Grande rivoluzione culturale proletaria cominciata nella Cina popolare nel 1966.
Nello stato francese questi avvenimenti hanno segnato il movimento operaio in generale con degli scioperi di più di 10milioni di salariati e il movimento maoista in particolare con l’emergenza di organizzazioni che si appoggiavano sul pensiero di Mao Tsetung...
La propaganda borghese vuole schiacciare ad ogni costo il grido “E’ giusto ribellarsi!”, e insiste oggi sui temi secondari, come lo spontaneismo o la liberazione sessuale.
Essa si adopera per dare un carattere piccolo borghese al ‘68.
Noi vogliamo segnare una linea di demarcazione con questa tendenza. Noi insistiamo sul ‘68 come un processo lungo, proletario e internazionalista...
Infine, il ‘68 non è un’eccezione o un momento unico nello stato francese.
Nella Cina popolare, evidentemente, ma ugualmente nelle lotte rivoluzionarie in India, nelle Filippine, negli Stati Uniti, in Messico, in Italia, nella Repubblica federale di Germania, nel blocco dell’Est revisionista, nella lotta risoluta nel Vietnam, in Giappone, in Turchia, nello stato spagnolo, in Scandinavia e in tutte le lotte antimperialiste rivoluzionarie...

DA NOTE SULLA CRONACA DEL LUNGO 68 ITALIANO
La cronologia, quasi quotidiana, delle lotte non può rendere appieno l’idea di cosa è stato il 68 per milioni di giovani se non si parla della grande trasformazione totale che lo ha attraversato e reso il “lungo 68” l’idra della possibilità di rivoluzione nei paesi imperialisti.
Il grido “E’ giusto ribellarsi!” - che portava la rivoluzione nella rivoluzione della Grande rivoluzione
culturale proletaria dalla Cina in tutto il mondo e nei paesi imperialisti - ha innervato, reso vivo, diverso quel grande movimento di lotte, portando con sè la trasformazione di tutte le idee precedenti, di ogni concezione del mondo, di ogni aspetto della vita, delle relazioni, degli studi, dei rapporti sessuali...

...Il 68-69, e poi lo sarà sempre più negli anni seguenti, nelle fabbriche e nelle lotte proletarie, è caratterizzato dalla critica/denuncia/distacco di operai dalla Cgil, e dagli altri sindacati confederali e organismi sindacali già esistenti, e dalla costruzione delle prime forme sindacali autorganizzate. Possiamo dire i primordi dei cobas. Questa è una particolarità della storia operaia sindacale dell’Italia.
Un altro significativo aspetto sono le forme articolate di lotta, che si applicano tutte in maniera intelligente e creativa: cortei interni, scioperi a singhiozzo, scioperi improvvisi, articolati reparto per reparto, ecc. per provocare il massimo danno al padrone e la possibilità di un respiro lungo della lotta..

Altro aspetto centrale per la lotta di classe è l’unità delle fabbriche che normalmente si realizza. E’ normale per gli operai, quando soprattutto ci sono fatti di repressione, andare alle altre fabbriche per coinvolgerle nella lotta o solidarizzare.
Tutte le conquiste sindacali sono frutto della lunga stagione di lotta che arriva ai primi anni 70: l’assemblea dentro la fabbrica, i delegati, il Consiglio di fabbrica, la scala mobile, l’egualitarismo salariale, i passaggi automatici di categoria, la riforma delle pensioni, l’abolizione delle gabbie salariali, fino allo Statuto dei lavoratori del ’70...

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