Alcune delle frasi:
«la sede naturale in cui cercare la verità storica complessiva sugli eccidi del 1992-93 è quella politica»
Sono gli stessi imprenditori «a cercare il contatto con gli esponenti della 'ndrangheta, per superare crisi di liquidità o per fronteggiare la concorrenza».
"Mafia più forte dopo Riina"
E al Nord allarme corruzione.
Al nord la presenza della mafia è “pervasiva” ecc. ecc.
«la sede naturale in cui cercare la verità storica complessiva sugli eccidi del 1992-93 è quella politica»
Sono gli stessi imprenditori «a cercare il contatto con gli esponenti della 'ndrangheta, per superare crisi di liquidità o per fronteggiare la concorrenza».
"Mafia più forte dopo Riina"
E al Nord allarme corruzione.
Al nord la presenza della mafia è “pervasiva” ecc. ecc.
***
"Mafia più forte dopo Riina" E al Nord
allarme corruzione
La
morte di Totò Riina, il capo dei capi, era l'evento che i clan attendevano
ormai da tempo. La commissione parlamentare antimafia avverte: «Ora sono liberi
di ridarsi un organismo decisionale centrale, quindi una strategia comune. Ed è
probabile che la fase di transizione avrà un'accelerazione a breve». Le prove
generali per la riunione della nuova Cupola sono già partite. A Palermo sono
134 i boss scarcerati negli ultimi tempi, dopo aver scontato il loro debito con
la giustizia. A Trapani, 54; ad Agrigento, 62. «Cosa Nostra mostra una
straordinaria capacità di rigenerazione», è l'allarme
lanciato dalla relazione finale della presidente Rosy Bindi, che si interroga sui segreti della mafia siciliana. «Sarebbe molto importante sapere se i complici eccellenti della stagione dei delitti politico-mafiosi ci siano ancora e con chi si confrontino».
lanciato dalla relazione finale della presidente Rosy Bindi, che si interroga sui segreti della mafia siciliana. «Sarebbe molto importante sapere se i complici eccellenti della stagione dei delitti politico-mafiosi ci siano ancora e con chi si confrontino».
Ombre sulle elezioni
Il
ministro dell'Interno, Marco Minniti, non ha dubbi: «Le mafie sono in grado di
condizionare istituzioni e politica. E considerato il rischio concreto che
possano condizionare il voto libero degli elettori, non si può tacere in
campagna elettorale su questi temi. E, invece, vedo troppo silenzio». Forse —
suggerisce la relazione dell'Antimafia — perché quella di oggi è una mafia che
appare «conveniente». Nelle regioni del Nord, in Lombardia soprattutto, «dove
la presenza dei clan — dice la commissione — è pervasiva», sono addirittura gli
imprenditori «a cercare il contatto con gli esponenti della 'ndrangheta, per
superare crisi di liquidità o per fronteggiare la concorrenza». La mafia
bancomat. La mafia che ha rinunciato all'intimidazione e alla violenza, «meglio
la rete di complicità con il mondo delle professioni e della politica»,
denuncia l'Antimafia.
Reclutati anche i bambini
La '
ndrangheta, a lungo sottovalutata, è oggi l'organizzazione criminale più ricca,
agguerrita e potente anche a livello transnazionale, in quanto leader mondiale
del traffico di stupefacenti». La Camorra viene definita «forte e dinamica». Un
capitolo della relazione è dedicato alle mafie pugliesi, in particolare alle
cosche foggiane e garganiche, che «in questa fase rappresentano per la loro
ferocia l'elemento di maggiore pericolosità». I clan coinvolgono sempre più
spesso bambini e adolescenti, reclutati nei quartieri degradati del Sud,
soprattutto per lo spaccio di droga e le estorsioni. Ma quelli sono i lavori
sporchi. L'altra faccia delle mafie sono gli investimenti puliti nella sanità,
nei servizi sociali, nell'accoglienza ai migranti.
Troppe falle nel 41 bis
Ora,
la commissione antimafia teme che lo strumento principale per arginare lo
strapotere dei boss — il carcere duro — abbia diverse falle. E lo scrive
chiaramente nella relazione: «Sono 730 i mafiosi rinchiusi al 41 bis, ma la
maggiore parte, circa 640, sono ospitati in strutture penitenziarie che non
rispondono ai requisiti di legge». Il monitoraggio fatto dalla commissione ha
fatto emergere un dato sorprendente: solo il nuovo penitenziario di Sassari
(che ospita 90 detenuti) «è idoneo ad ostacolare le comunicazioni interne tra
detenuti»; in tutti gli altri, «è di fatto possibile la comunicazione tra
soggetti di eterogenei gruppi di socialità» . Insomma, i boss al carcere duro
possono tranquillamente comunicare fra loro, altro che isolamento. Dice Rosy
Bindi, presentando la relazione al Senato: «Il
tema delle mafie dovrebbe irrompere nella campagna elettorale. È uno spartiacque
da cui non si può uscire».
Le stragi e i nodi irrisolti
Passato
e presente delle mafie si intersecano. «Le troppe domande ancora aperte sulle
stragi difficilmente potranno essere soddisfatte da nuove indagini». Per la
commissione antimafia, «la sede naturale in cui cercare la verità storica
complessiva sugli eccidi del 1992-93 è quella politica», e si invita il nuovo
Parlamento a proseguire nella ricerca. Alcuni interrogativi importanti li aveva
posti Fiammetta Borsellino davanti alla commissione antimafia, a proposito del
depistaggio istituzionale che ha sviato per molti anni la ricerca della verità.
Quegli interrogativi restano tutti, ancora aperti, su magistrati e
investigatori.
La
Repubblica 22-2-18
Nessun commento:
Posta un commento