prima parte
Le
elezioni del 4 marzo sono, come tutte le elezioni che si fanno nel
nostro paese, da quando è stato rovesciato con la Resistenza il
fascismo e in particolare da quando con la legge truffa fu imposto il
dominio parlamentare, governativo e statale della Democrazia
cristiana, al servizio del grande capitale, del Vaticano e delle
classi privilegiate di questo paese.
Oltre
60 anni di sistema parlamentare dovrebbero aver chiarito a tutti che
le elezioni servono a scegliere quale frazione della classe dominante
deve governare e che gli eletti e i governi che ne conseguono sono un
‘comitato d’affari’ di padroni, finanza, ecc. che fa gli
interessi della classe dominante, contro gli interessi dei proletari
e delle masse popolari.
Mai
le elezioni nel nostro paese hanno portato al governo i lavoratori e
le masse popolari, mai nel nostro paese il governo che è seguito al
precedente, nato dall'elezione, è stato migliore di quello
precedente, né ha fatto leggi a favore dei proletari e delle masse
popolari.
Sempre
i governi nati dalle elezioni hanno risposte alle esigenze
economiche, politiche, istituzionali,
internazionali della classe dominante, sia nelle fasi del cosiddetto “sviluppo”, sia nelle fasi di crisi. Anzi, via via che sono passati gli anni i partiti parlamentari e le liste elettorali sono state sempre peggiori e i personaggi che si sono candidati al governo, al parlamento nelle liste elettorali, comunque definite, sono stati sempre di più espressione degli interessi dei poteri economici forti e dei propri interessi. Corruzione, clientele, malaffare sono diventati in maniera sempre più aperta e spudorata il vero contenuto dei partiti e delle liste elettorali.
internazionali della classe dominante, sia nelle fasi del cosiddetto “sviluppo”, sia nelle fasi di crisi. Anzi, via via che sono passati gli anni i partiti parlamentari e le liste elettorali sono state sempre peggiori e i personaggi che si sono candidati al governo, al parlamento nelle liste elettorali, comunque definite, sono stati sempre di più espressione degli interessi dei poteri economici forti e dei propri interessi. Corruzione, clientele, malaffare sono diventati in maniera sempre più aperta e spudorata il vero contenuto dei partiti e delle liste elettorali.
E’
questo alla base del crescente astensionismo di massa e in larga
parte operaio e popolare, che negli ultimi anni è cresciuto,
nonostante l’apparizione dei populisti, la trasformazione di
pressochè tutti i partiti parlamentari in populisti.
Tutti
sono apparsi falsi nemici del popolo e veri amici dei padroni; tutti
sono apparsi non come gente che si occupa dei problemi delle masse
popolari ma solo e principalmente di ‘poltrone e ricchezze’
conseguenti.
La
politica parlamentare è divenuta così l’antipolitica.
Per
queste ragioni l’astensionismo è divenuto il rifiuto di questa
politica e di questa antipolitica.
Il
4 marzo Renzi, Berlusconi, Di Maio e compari del parlamento si
contendono con tutti i mezzi il ruolo di “soci di maggioranza”
del ‘Comitato di affari’ della classe dominante, per proseguire
come prima più di prima le politiche di disoccupazione, precarietà,
attacco ai salari, peggioramenti della scuola, della sanità, dei
servizi sociali, politiche di interventi militari e guerre, grandi
opere Tav, Tap, ecc.
Nonostante
il loro consenso elettorale sia calante pretendono di poter governare
in nome del popolo ma contro il popolo.
Ma
queste elezioni hanno anche un’altra caratteristica. A tanti anni
dalla Resistenza, fascisti, nazisti e razzisti, cacciati dalla porta
dalla forza delle armi partigiane e delle masse, rientrano dalla
finestra con l’uso delle elezioni e delle leggi elettorali al loro
servizio, per infangare, insanguinare il paese e porlo sotto il
tallone di ferro e la dittaura mascherata dei padroni e di
quell’ordine mondiale segnato da Trump, Putin, Merkel, ecc. ecc.
Contro
questa classe dominante, contro questi partiti, questo sistema
elettorale non esiste una via elettorale, non esiste una ragione per
cui chi non ha votato adesso torni a votare; anzi, è sbagliato che
operai, precari, disoccupati, masse popolari, che hanno continuato a
votare nella speranza di un cambiamento possano continuare a farlo,
dando avallo e consenso, non alla democrazia e alla partecipazione,
ma ad un sistema nelle mani dei padroni, delle banche, dei ricchi,
dei privilegiati, dei corrotti, dei criminali .
Per
questo, non esiste alternativa al rifiuto del voto, al boicottaggio
elettorale in tutte le forme possibili.
Le
elezioni presentate come la “massima democrazia” sono diventate
in tutti questi anni sempre meno democratiche, in cui comandano i
segretari dei partiti, gli esponenti della classe dominante, e fanno
leggi elettorali su misura, sempre più incomprensibili per
mascherare quello che sono, per cui viene impedito alle masse anche
di scegliere i candidati e vengono eletti chi vogliono loro. Le
elezioni diventano così la maschera di una dittatura politica ed
economica inamovibile che si riproduce e si perpetua in certi casi
come una dinastia aristocratica, di padre in figli, di caste di
‘cerchi magico’, ecc. ecc.
Certo,
dopo la Resistenza, di fronte al potere democristiano, vi sono state
forze dell’opposizione comunista e popolare che hanno portato
dentro quelle aule la voce degli operai e delle masse; ma la via
elettorale, la difesa del parlamento, non ha intaccato il dominio
reale della borghesia e ha reso vane le lotte dei proletari e dei
popoli. Ogni avanzamento, ogni conquista che pure negli anni c’è
stata, su salario, occupazione, diritti sindacali e sociali, sono
stati il frutto di una lotta accanita e non del parlamento. La lotta
sociale e politica e non il voto ha portato a quelle conquiste che
poi la borghesia, i suoi governi, i suoi parlamenti ci hanno tolto e
ci stanno togliendo ancora.
(continua)
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