Tutti i dati fenomenici dimostrano che la maggioranza relativa degli operai non vota. La “responsabilità” di questo è fondamentalmente dei sindacati confederali e dei partiti e organizzazioni che si dicono di “sinistra”, per le loro politiche di collaborazione coi padroni e col governo, che hanno contribuito massicciamente all’impoverimento relativo degli operai, alla precarietà e licenziamenti, al pesante salasso sui lavoratori provocato dai tagli sulla sanità, aumento delle bollette. I partiti di “estrema sinistra” sono da parte loro divenuti apparati elettorali e da Bertinotti in giù hanno sostenuto direttamente o indirettamente i governi di centrosinistra, parecchie di queste persone oggi appoggiano e sono parte oltre che naturalmente di Liberi e Uguali, della lista “Potere al popolo”.
Queste politiche hanno dato ampio spazio alla demagogia populista reazionaria che ha tratto una parte più arretrata dei lavoratori verso liste come M5Stelle.
Quindi, l’astensionismo operaio è la parte avanzata degli operai, quella cioè che in maggioranza non si è fatta attrarre da queste liste.
A questa parte degli operai astensionisti ci rivolgiamo, per dire che l’astensionismo elettorale è solo un primo passo e non basta come risposta ai governi dei padroni e al collaborazionismo sindacale e politico.
Senza lo sviluppo del sindacalismo di base e di classe autentico, autonomo anche da quella parte del sindacalismo di base che è pronta ad usare le lotte e il sindacalismo alternativo come nuova base per andare in parlamento, senza la ricostruzione della coscienza e partecipazione politica degli operai d’avanguardia, non è possibile contrapporsi a quei governi, al parlamento da cui con l’astensionismo ci si è staccati.
Così come deve essere evidente agli operai più avanzati che senza la riorganizzazione del sindacalismo di classe e del partito del proletariato si lascia la parte più arretrata dei lavoratori all’influenza reazionaria che fa danni non tanto sul piano elettorale quanto sul piano sociale, in quanto indebolisce la battaglia della classe operaia e la pone ancor più alla mercè dei padroni e delle forze reazionarie che sono le più radicali sostenitrici del potere dittatoriale del capitale.
proletari comunisti/PCm Italia
febbraio 2018
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