martedì 27 febbraio 2018

pc 27 febbraio - I lavoratori della scuola in sciopero il 23 dichiarano: Ci rifiutiamo di essere strumentalizzati dai partiti in cerca di voti

Dal comunicato ricevuto
23 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA !
I lavoratori denunciano l'atteggiamento avuto dal cobas confederazione

Nonostante il maltempo diffuso che ha rallentato numerosi pullman e la pioggia incessante, migliaia di lavoratori e lavoratrici della scuola hanno sfilato per le vie di Roma superando i divieti imposti dalle autorità che puntano a silenziare e censurare la battaglia contro la macelleria sociale dei licenziamenti di 60 mila maestre e maestri.
A fronte di questo inaudito e violento attacco, che colpisce la carne viva di migliaia di famiglie coinvolte, denunciamo l'arroganza del Miur e del governo efficiente a emanare decreti legge per finanziare missioni di guerre, ma volutamente inadempiente nei confronti dei lavoratori, delle famiglie e degli alunni, vittime di un sistema che punta a smantellare il diritto a un'istruzione pubblica e di qualità.
Abbiamo pubblicamente chiesto ai funzionari del Miur e al Ministro Fedeli un intervento urgente che potesse sanare immediatamente questa drammatica situazione che vogliono sminuire o strumentalizzare per fini elettorali.

Per questo, per quanto ci riguarda, il tempo del dialogo è finito ed è per questo che ieri abbiamo portato tutta la nostra rabbia per le vie della città, una città blindata contro chi ogni giorno continua a mantenere le scuole aperte non venendo meno ai propri doveri di insegnanti.

Ci rifiutiamo di essere strumentalizzati dai partiti in cerca di voti, ci rifiutiamo di ascoltare le parole vuote di funzionari e ministri incapaci di agire, pur avendone facoltà, affinché venga riconosciuta la
dignità professionale alle migliaia di precari storici della scuola.
Una dignità calpestata dalla firma di un contratto povero, punitivo che punta a Consolidare la scuola autoritaria edificata grazie alla legge 107.

Ieri volevamo esprimere la nostra giusta indignazione, e le nostre rivendicazioni, per questo abbiamo bloccato il traffico davanti al Miur, e subito l'ostruzionismo ed il duro attacco dai cobas (contro i lavoratori), falsamente auto dichiaratisi unici organizzatori e rappresentanti della protesta dei lavoratori, e ancora la violenza e repressione poliziesca in piazza del Pantheon, aggressione manifestatasi già dalle prime ore del nostro arrivo.
Denunciamo con forza l'ingiustificabile blocco dei lavoratori che volevano semplicemente raggiungere pacificamente Montecitorio, per costringere chi di dovere all'assunzione di responsabilità nei confronti di questi licenziamenti di massa.
Rivendichiamo la necessità di mettere in campo risposte adeguate a questo inaccettabile attacco che getterà per strada migliaia di insegnanti.
Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: "dalle nostre scuole non ce ne andiamo, lotteremo con determinazione fino all'ultimo posto di lavoro "

Nonostante queste intimidazioni continueremo a protestare contro la firma di questo contratto della vergogna affinché venga riconosciuto il diritto alla stabilità a tutti i precari storici della scuola.

Lavoratori autorganizzati Milano
Coordinamento lavoratori della scuola "3 Ottobre"

Ci preme chiarire ai lavoratori dei diversi coordinamenti alcune dinamiche interne alla piazza Romana del 23.
Come Lombardia ci siamo diretti in corteo spontaneo verso il MIUR.
Dopo aver ascoltato una serie di interventi abbiamo deciso di dare seguito a quanto espresso nelle sedi istituzionali: "o si trovano soluzioni valide per salvaguardare tutti i docenti colpiti dalla Plenaria, o ci sentiremo legittimati a mettere in campo azioni di forza in difesa dei nostri posti di lavoro".
Per questo abbiamo bloccato la strada davanti al Miur.
Siamo stati subito travolti dalla polizia politica, in particolare, una nostra collega è stata letteralmente braccata da 4 agenti e minacciata.
I cobas invece di sostenerci si sono pubblicamente schierati contro di noi insultandoci e spintonandoci. Abbiamo quindi deciso di spostarci sotto gli uffici del ministero posizionandoci verso il centro delle città. Siamo stati immediatamente superati dal cordone dei cobas e dal loro furgone che ha iniziato a muoversi anticipando il corteo.
Abbiamo cercato di rallentare il corteo affinché tutti i colleghi, molti dei nostri non erano ancora arrivati a Roma, fermandoci lungo la strada.
In ogni occasione di blocco siamo stati minacciati sia dai Cobas, sia dai funzionari della digos che premevano affinché il corteo si muovesse il più velocemente possibile.
Rigettiamo le accuse strumentali che in questo momento ci stanno muovendo da più parti
Denunciamo pubblicamente l'atteggiamento autoritario e autoreferenziale dei cobas che, definendosi unici referenti di piazza,
hanno pensato bene di farci imbrigliare in piazza del Pantheon, dove una nostra collega ha riportato diverse contusioni per aver tentato, insieme ad altre centinaia di lavoratori, di raggiungere Montecitorio.
Siamo stufi di ascoltare parole vuote e false promesse elettorali.
Lo ribadiamo con forza: i diritti si difendono e si conquistano con la lotta, la Lombardia lo ha dimostrato.
Per tanto ci appelliamo a tutti i colleghi, a tutti i coordinamenti: proseguiamo unitariamente questa lotta di dignità affinché venga riconosciuto a tutti il diritto alla stabilizzazione.

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