mercoledì 28 febbraio 2018

pc 28 febbraio - Dal foglio speciale 'proletari comunisti' - La classe dominante è piuttosto contraddittoria in queste elezioni

Da un lato, tramite i suoi giornali più rappresentativi, Repubblica, Corriere della Sera, la Stampa, Messaggero e, con un profilo un pò differente, il Sole 24 Ore, spara a zero e mette in luce limiti e magagne dei principali partiti presenti alle elezioni che dovrebbero produrre il nuovo “Comitato d’affari’ al servizio della borghesia. E, quindi, basta leggere i loro stessi giornali per comprendere che sono tutti “impresentabili” e non votabili.
Renzi viene descritto come una carta perdente - battuto dal voto popolare, l’unico “vero” che c’è stato in questi anni, quello del Referendum sulla Costituzione - che ha trasformato il PD in un cerchio magico sempre più ristretto, autoindebolendosi e suicidandosi; che, certo, ha realizzato una serie di provvedimenti utili ai padroni, ma che non sono riusciti in nessuna maniera ad essere la base di un Macron all’italiana che unificasse il nodo politico e assicurasse una seria governabilità e leadership per la borghesia.
Berlusconi viene descritto come un “redivivo” che nella crisi del renzismo è tornato a galla e cerca di
tornare al governo, ben sapendo tutti, compresa la classe dominante, che lui e la sua coalizione approfondirebbero la crisi politica, di consenso, e sarebbero un colpo ulteriormente degenerativo al sistema politico istituzionale, alimenterebbero il conflitto sociale finora abbastanza governabile e con la coalizione fascio-leghista porterebbero l’Italia imperialista non verso un moderno fascismo alla Macron ma verso la degenerazione di stampo austriaco.
Il M5S invece viene ritenuto improponibile non tanto per i suoi programmi, tutti assolutamente compatibili con gli interessi della borghesia, quanto per la sua modestia di personale politico e di radicamento nelle strutture, negli apparati che danno stabilità ad un governo; cosa che porterebbe questa formazione facilmente a frammentarsi e a dimostrarsi inadeguata alla gestione degli interessi della borghesia imperialista italiana.

Ma, dall’altro lato, la borghesia ha scelto fino in fondo in queste elezioni di “turarsi il naso” e di “invitare” il popolo a votare comunque e chiunque perchè lo spettro dell’astensionismo di massa, in particolare operaio e popolare, contiene i germi di una ribellione che può effettivamente minare il sistema e gli interessi della borghesia.
La classe dominante vuole costringere e preme perchè i partiti trovino un accordo e nasca un governo più presentabile dei partiti presentatisi alle elezioni. La borghesia, quindi, punta sugli uomini di entrambe le coalizioni perchè possano partorire un “Comitato d’affari”, piuttosto che entrare nella spirale di un’elezione che ne chiama un’altra.
Per questo, mentre descrive in maniera obiettivamente negativa i leader delle tre coalizioni, parla molto bene e alimenta le figure di quello che è il governo possibile per loro. In questo senso le vanno bene Gentiloni, il cui basso profilo ne fa una figura di mediazione accettabile, vanno bene Ministri ben radicati negli interessi generali della classe dominante, come Calenda e Padoan, va benissimo Minniti che assicura uno Stato di polizia, un moderno fascismo e una gestione imperialista della situazione del Mediterraneo e dell’immigrazione, va bene Tajani piazzatosi nel cuore delle cancellerie franco-tedesche con l’elezione a presidente del parlamento europeo, e vanno bene una serie di politici e tecnici acquattati nei centri di studio e formazione, presenti nelle stesse liste elettorali in forme trasversali.
Per la borghesia, quindi, il voto è la cosa più importante non per formare il governo ma per evitare che si approfondisca la crisi di consenso intorno allo Stato e al sistema - per cui il nemico principale è l’astensionismo.
D’altro lato il voto interessa meno, perchè essa per prima sa bene che il personale politico che riempirà le aule del parlamento è tutto più o meno inadeguato e impresentabile.

Ma, a questo punto, noi operai, precari, disoccupati, cosa dobbiamo fare?
Se i partiti e i suoi leader sono impresentabili perfino per chi li “paga”, figuriamoci per noi che li abbiamo conosciuti bene all’opera per quello che hanno fatto col jobs act, la ‘buona scuola’, il taglio della sanità, l’assenza di una qualsiasi riforma che permettesse di avere più case, più servizi sociali, trasporti che non siano come Pioltello; come abbiamo conosciuti nei governi che hanno permesso il disastro ambientale, l’inquinamento e la devastazione territoriale in ogni angolo del nostro paese. E’ ben chiaro per noi che non abbiamo nessuna ragione per votarli e che non abbiamo nessuna ragione per votare, faremmo il gioco della borghesia e ci legheremmo noi stessi mani e piedi.

Per questo il boicottaggio elettorale è la vera opposizione ai piani della borghesia, è il nostro “contributo” affinché quest’insieme di partiti e personaggi impresentabili vada a casa, ed è la base di consenso necessaria alla costruzione di una nuova opposizione sociale e politica, assolutamente antifascista e antirazzista, non compromessa in nessuna maniera con gli interessi dei padroni, banchieri, classe dominante, non compromessi con la feccia di parassiti e politicanti che hanno riempito il parlamento in questi ultimi anni, con i fascisti e i leghisti che in queste elezioni sono presenti compattamente, perfino con le mani insanguinate, usando in maniera vile e criminale il tema dell’immigrazione.
L’astensionismo approfondisce la crisi della borghesia, toglie consenso e sostegno ai partiti dei padroni, ai partiti riformisti, ai ciarlatani e demagoghi, e costituisce una base maggioritaria del paese per costruire una forza politica e un movimento reale in grado di lottare realmente e rovesciare lo stato di cose esistente.

E’ un vero errore politico, contenente elementi di cambio di natura e di degenerazione, che alcune realtà di centri sociali, espressioni di movimenti di lotta, oppositori reali della politica dei padroni e dei governi, non comprendano questo dato di fatto e scelgano la via della ‘mosca cocchiera’ antiastensionista, dell’illusione elettorale e della speranza di rivestire di rosa la prigione sociale e politica che il capitale ha costruito sulla pelle dei proletari e delle masse popolari.
Certo, a nessuno di noi, a nessuna avanguardia proletaria e di lotta può bastare lo stato di cose esistenti, certo a nessuno più di noi può premere la necessità di un impegno in prima persona nello sviluppo di lotte più estese, più radicali di quelle esistenti, la necessità di unire le lotte perchè siano più efficaci e più forti, l’urgenza di costruire un fronte unito che metta insieme il popolo, e soprattutto l’urgenza di costruire un’alternativa di potere, perchè senza il potere nelle mani dei proletari e le masse è un’illusione pensare di poter cambiare le cose, ma questo potere non te lo consegna la classe dominante e i suoi alleati, non te lo consegna quella parte di ceti sociali e politici che godono dei benefici di questo sistema, non te lo consegna l’immenso apparato poliziesco e militare messo su dalla borghesia per reprimere ogni lotta e ribellione, e meno che mai te lo può consegnare una scheda elettorale di un sistema elettorale truccato fatto per far vincere sempre gli stessi.
Il potere si conquista con la lotta rivoluzionaria e la società si cambia per via rivoluzionaria.
Ed è una sciagura che un pezzo facente parte del nostro campo scelga in queste elezioni di dire e praticare il contrario. Ma sta a noi proletari riportarlo nel nostro campo strappandolo alle sirene del parlamento e delle apparenze e apparizioni.

proletari comunisti/PCm Italia
febbraio 2018

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