E' il culmine reazionario e da fascismo
di Stato di una campagna che, lanciata sin dal primo giorno da
Mattarella, ripresa dalla Confindustria e dalla stampa, considera un
incubo e un pericolo per la borghesia e lo Stato l'astensionismo
perchè evidente manifestazione del profondo scollamento di larga
parte di proletari e masse popolari dallo Stato borghese e dai suoi
partiti, e sempre potenziale 'brodo di coltura' della ribellione,
della “sovversione sociale”.
Ma per il presidente Grossi il voto è
un dovere dei cittadini - dove “dovere” sta per obbligo.
“L'astensionismo – dice - non è ammissibile per l'etica
sociale”; di conseguenza, secondo Grossi, gli astensionisti si
pongono fuori da questa etica e dal consorzio civile.
Ma parlare di “etica sociale” a
proposito di queste elezioni, dei suoi candidati, è un insulto alla
verità e all'intelligenza, e, diremmo ai borghesi, alle vostre
stesse leggi, visto che comunque a parole condannate la corruzione
politica, il legame politica-affari, politica-malavita, il voto di
scambio, i fascisti, e così via...
Diciamo a Grossi che “etico” è non
votare, e che sarebbe perfino un dovere di proletari e masse popolari
il “diritto all'insurrezione”, se ci fosse nella nostra
Costituzione come c'è per esempio nella Costituzione Usa.
Ma milioni di proletari e masse
popolari daranno anche il 4 marzo la risposta al diktat intimidatorio
di Grossi.
proletari comunisti/PCm Italia
febbraio 2018
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