lunedì 26 febbraio 2018

pc 26 febbraio - La criminalizzazione di Stato dell'astensionismo.

Prima di lasciare la sua carica il presidente della Corte Costituzionale ha fatto una grave dichiarazione sull'astensionismo; e si sa che quando queste dichiarazioni vengono da così alto pulpito, quello che si chiede è che “l'astensionismo mai giustificato” divenga un reato.
E' il culmine reazionario e da fascismo di Stato di una campagna che, lanciata sin dal primo giorno da Mattarella, ripresa dalla Confindustria e dalla stampa, considera un incubo e un pericolo per la borghesia e lo Stato l'astensionismo perchè evidente manifestazione del profondo scollamento di larga parte di proletari e masse popolari dallo Stato borghese e dai suoi partiti, e sempre potenziale 'brodo di coltura' della ribellione, della “sovversione sociale”.
Ma per il presidente Grossi il voto è un dovere dei cittadini - dove “dovere” sta per obbligo. “L'astensionismo – dice - non è ammissibile per l'etica sociale”; di conseguenza, secondo Grossi, gli astensionisti si pongono fuori da questa etica e dal consorzio civile.
Ma parlare di “etica sociale” a proposito di queste elezioni, dei suoi candidati, è un insulto alla verità e all'intelligenza, e, diremmo ai borghesi, alle vostre stesse leggi, visto che comunque a parole condannate la corruzione politica, il legame politica-affari, politica-malavita, il voto di scambio, i fascisti, e così via...
Diciamo a Grossi che “etico” è non votare, e che sarebbe perfino un dovere di proletari e masse popolari il “diritto all'insurrezione”, se ci fosse nella nostra Costituzione come c'è per esempio nella Costituzione Usa.
Ma milioni di proletari e masse popolari daranno anche il 4 marzo la risposta al diktat intimidatorio di Grossi.

proletari comunisti/PCm Italia
febbraio 2018

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