Dall’agenzia Adnkronos 5/6/2016
Lavoro, allarme Bankitalia: rischio crescita salari 2016 al minimo storico.
Con nuovi accordi prevedibili modifiche contratti al ribasso.
La crescita dei salari potrebbe toccare il ”minimo storico” nel 2016.
Senza la sigla di nuovi contratti l’incremento delle retribuzioni
quest’anno si dimezzerebbero rispetto al 2015, fermandosi allo 0,8%. A
lanciare l’allarme è Bankitalia che, nella relazione annuale, descrive
una dinamica salariale che mostra già da tempo segni di rallentamento, e
che a partire dalla fine del 2015 si è ”ulteriormente affievolita”. Lo
scorso marzo i contratti non rinnovati pesavano per circa il 50% per
cento del monte salari. Palazzo Koch spiega che anche i pochi contratti
rinnovati nella seconda metà del 2015 ”non prevedono tranche di aumento
significative nel corso del 2016” perché riflettono aspettative di
inflazione deboli. Stime di Bankitalia rivelano che a partire dal 2008 è
cresciuto il grado di correlazione tra variazione dei salari e
aspettative di inflazione.
Gli accordi raggiunti in alcuni settori, come quello della
chimica-farmaceutica e della gomma-plastica, prevedono ”possibili futuri
aggiustamenti” in caso di una inflazione che si discosti in modo
significativo da quella presa a riferimento nel contratto. Il ”rischio”,
secondo Bankitalia, è di una ”ulteriore intensificazione delle
pressioni al ribasso sulla dinamica dei prezzi, se l’evoluzione
dell’inflazione dovesse continuare a essere peggiore di quella prevista
nei contratti”.
Inoltre si è ”rafforzata” la relazione negativa, tra dinamica delle
retribuzioni e tasso di disoccupazione. La progressiva diffusione di
elementi variabili della retribuzione, sommato al ricorso ai contratti a
tempo determinato, ha consentito alle imprese di ”negoziare con i
lavoratori salari più in linea con le condizioni cicliche, prevalenti al
momento della stipula del contratto di lavoro”. Secondo gli studi di
Bankitalia le imprese più grandi hanno limitato la crescita dei salari
medi unitari, mentre quelle minori hanno ridotto l’occupazione con
maggiore frequenza. Inoltre si evidenzia che le imprese medie piccole
”pagano salari più bassi, prossimi ai minimi fissati dai contratti
nazionali e spesso privi di componenti salariali aggiuntive, quali
bonus”.
(tratto da operai contro)
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