Da speciale elezioni del n. 10 di proletari comunisti - giugno
Bologna - la sovversione sociale ha già votato
Sulle elezioni di Bologna, condividiamo il titolo de Il Manifesto: “Il fantasma delle Torri”, a cui aggiunge “in città aleggia soprattutto lo spettro dell’astensionismo che alle ultime elezioni regionali nel capoluogo ha raggiunto il 60%”.
Ma questo fantasma a Bologna da mesi è solo elettorale, perchè in città, sempre da mesi e fino a ieri sera, il “fantasma” è già in carne ed ossa, per un conflitto sociale e una lotta di classe che divampa e attraversa la città, dagli operai della logistica all’Università.
Una città che da tempo sembra incarnare il messaggio forte degli anni ’70: “le idee di rivolta non sono mai morte”, ed è oggi uno dei laboratori della sovversione rivoluzionaria dell’ordine esistente.
Naturalmente noi siamo partigiani della scienza della rivoluzione, il marxismo-leninismo-maoismo, partigiani del partito della rivoluzione con gli indispensabili corollari del fronte unito e della forza combattente. Scienza e partito che non dominano ancora nella insorgenza visibile delle lotte e scontri di questi mesi.
“Autonomia” e altre forme deviate della via della rivoluzione hanno qui largo corso nella piccola borghesia e nei ceti militanti. La guerra di posizione è tutta da fare.
Ma per le elezioni in corso quello che c’è basta e avanza. A Bologna lo scontro è chiaro: chi vota è la reazione o la cova come un uovo di serpente; chi non vota è il brodo di coltura della più nobile delle contrapposizioni: elezioni NO, guerra rivoluzionaria e popolare SI.
Calare questa contesa vera nella miseria delle elezioni amministrative costa fatica.
I candidati sindaci non meritano neanche di essere citati per nome, meglio citare la “cosa”: il Comune come postazione dei padroni, dei finanzieri, dei ceti culturali e accademici,
delle Istituzioni, delle Fondazioni, e via via soldi parlando...
La Bologna del potere che cerca di domare una città invadente fatta di bisogni sociali, di lotte sociali, di occupazioni di spazi che somigliano ad uno strappare la città pezzo per pezzo ai signori del profitto, dello sfruttamento, della speculazione e del pensiero ‘armato’ della borghesia.
Quanto si sente il maleodorante odore della piccola borghesia nelle liste, alternative alle dominanti, che hanno un solo programma: il voto per il voto. Quasi consapevoli che questa è la partita.
Martelloni, candidato sindaco della Rete di sinistra con la ‘Coalizione civica’, dice: “Vogliamo riportare al voto quella parte importante della città che non si sente rappresentata e che non è tollerata dal ‘partito della nazione’”. Insomma una coalizione che raccoglie tutte le associazioni civiche, che Marx definirebbe “di supporto alla controrivoluzione”.
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