lunedì 6 giugno 2016

pc 6 giugno - Napoli elezioni amministrative - ''il mio voto è differente'... ma "una banca è sempre una banca"...

dallo speciale elezioni - proletari comunisti giugno
Napoli - demolire le illusioni elettorali - 
prendere posizione nello scontro politico De Magistris-Governo

Le elezioni a Napoli sono più complesse da leggere. La complessità viene dal determinarsi di una forma di polarizzazione, non tanto quella tra i diversi candidati sindaci che sono sostanzialmente gli stessi delle ultime elezioni, in alcuni casi cambia il nome ma non la “cosa”, quanto per una polarizzazione tra il candidato sindaco, potenzialmente più suffragato in campo, De Magistris, e il governo Renzi. Questa impostazione si pone solo a Napoli, non esiste niente di simile nelle altre grandi città.

E’ naturale, quindi, che parti del movimento impegnati nella lotta effettiva contro il governo Renzi, sul lavoro, spazi sociali, jobs act, ‘buona scuola’, e così via, guardino con interesse a questa contraddizione e pensino di utilizzarla nella contesa politica in corso. Di conseguenza, questa situazione è oggettivamente e soggettivamente differente e chiama noi comunisti a rapportarci, a ragionare, senza giudizi superficiali.

De Magistris caratterizza la sua campagna elettorale come opposizione frontale a Renzi, alla sua politica in generale e alla politica verso Napoli in particolare.
I suoi comizi sono pieni di slogan, “Non siamo in svendita”, “potere al popolo”, “Dovete aver paura di noi”, ecc. Egli partecipa attivamente alle iniziative in corso nella città di parti dell’area dell’opposizione di sinistra, dei movimenti su Bagnoli, e a volte alle lotte dei lavoratori. 
La non partecipazione agli incontri con Renzi, che è andato a lanciare il suo “piano Bagnoli” e a sostenere la campagna elettorale della Valente - azioni contestate dal movimento di opposizione, pensiamo agli scontri per Bagnoli - ha creato a Napoli un clima generale differente. Egli dichiara anche apertamente di essere dalla parte dei centri sociali 
Renzi in una sua intervista dichiara: “De Magistris a Napoli  rifiuta la collaborazione con il governo e fa sfilare gli assessori nei cortei in cui si assaltano i poliziotti”.
De Magistris in una sua intervista su il manifesto dice: “non vogliamo i voti di camorra”; si dichiara dalla parte delle esperienze di occupazioni, laboratori politici, movimenti e reti di cittadini; rivendica di non aver privatizzato i servizi, di aver rispettato il referendum sull’acqua. Perfino coloro che sono abbastanza critici verso la sua amministrazione dichiarano “ritengo che, nonostante le critiche che mi sento di rivolgergli, De Magistris rimanga l’unica carta da giocare”. 

La posizione dei comunisti non può non tenerne conto. I comunisti vogliono che si allarghi la contraddizione tra De Magistris e il “popolo xche lo sostiene” e il governo. Ancor più i comunisti vogliono che l’illusione De Magistris si consumi nella pratica e che anche chi lo sostiene faccia l’esperienza diretta della sua politica. I comunisti nella situazione attuale di Napoli necessitano di una rifondazione di classe e di massa, di una riorganizzazione politica e sociale di tipo rivoluzionario, che può avvantaggiarsi del mantenimento e dell’approfondimento della contraddizione tra settori della piccola borghesia e media borghesia, rappresentati da De Magistris e la borghesia al potere di Renzi.
I comunisti avevano già colto questa contraddizione in occasione della precedente elezione e avevano dato nel ballottaggio indicazione di voto per l’outsider De Magistris. 
Per questo a Napoli la nostra indicazione di voto è differente, rispetto alle altre città, ed è di appoggio al voto De Magistris.

Ma non è l’indicazione di voto la questione di fondo, quanto l’affermarsi delle illusioni elettorali, di via pacifica al “potere del popolo”, nonostante l’esperienza storica del nostro paese in tutti questi anni. 
Le illusioni elettorali si demoliscono con la critica affinata e con la “guida” delle esperienze concrete che mostrino ai soggetti stessi che ne sono preda l’impossibilità di cambiare realmente con il voto la realtà dei proletari e delle masse popolari.
A Napoli siamo di fronte alla tendenza di settori del movimento a trasformarsi da realtà antagoniste a forze politiche pacifiste e di supporto alla sinistra elettorale. 
Per questo l’indicazione di voto non può non essere accompagnata ad una battaglia di linea, senza opportunismi e ambiguità. 

Proprio per queste ragioni, proprio riconoscendo che a Napoli queste realtà esistono e sono importanti, è assolutamente necessario fare una battaglia di linea e di posizione, senza opportunismi e ambiguità.

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