Un centinaio
di persone staziona davanti al Comune mentre una delegazione, accompagnata dai
sindacalisti della Cgil, sta incontrando il commissario. "Ci ammazzano
come animali", urlano le persone in piazza
Aumenta la
tensione a San Ferdinando e a Rosarno, piccoli Comuni della
Piana di Gioia Tauro che ospitano la tendopoli dove ieri un carabiniere nel
tentativo di sedare una rissa ha ucciso un migrante del
Mali.
Questa
mattina i migranti della tendopoli hanno organizzato un corteo che dalle
baracche a ridosso del porto di Gioia Tauro è arrivato fino al comune di San
Ferdinando. Al momento la situazione sembra tranquilla, anche perché una delegazione
dei migranti, di cui fa parte anche il fratello di Sekine Traore, l’uomo
ucciso ieri, accompagnata dai sindacalisti della Cgil sta incontrando il
commissario del Comune, che non ha un sindaco perché sciolto per infiltrazioni
mafiose. Tuttavia un centinaio di migranti staziona nella piazza davanti al
Palazzo del Comune con cartelloni contro la polizia e contro i
carabinieri. Gli animi dei migranti però sono agitati e non è escluso che
le proteste possano diventare più accese dopo l’incontro. Nel pomeriggio
il prefetto Claudio Sammartino ha convocato una riunione del Comitato per la
sicurezza pubblica.
“Ci
ammazzano come animali. Italia razzista” urlano i migranti controllati a vista
dalle forze dell’ordine. Alcuni di loro danno una versione diversa di quanto
accaduto nella tendopoli ieri mattina. “Sette carabinieri contro un migrante –
dicono – che motivo c’era di ucciderlo? Sono mafiosi. Allah è grande”. Gli
agenti antisommossa al momento restano a distanza pronti a intervenire in caso
di necessità mentre i migranti sono controllati dalla Digos.
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