Gela: Eni presenta la "Green
Refinery" ma gli operai dell'indotto protestano
Mercoledì cerimonia di
presentazione del progetto. Un operaio della Smim minaccia di gettarsi dal
tetto della sede
06 giugno 2016
GELA (CALTANISSETTA) - La
raffineria "green" di Gela sembra stia finalmente iniziando a sorgere
ma a Gela la crisi sempre più profonda causa dal ridimensionamento dello
stabilimento e
dalla chiusura del petrolchimico tradizionale fa apparire con sempre maggiore chiarezza che da solo la raffineria verde non potrà risolvere i problemi di un intero comprensorio. L'Eni presenterà, mercoledì prossimo, nello stabilimento di Gela, il suo progetto di "Green Refinery", con cui, come concordato nel protocollo d'intesa del novembre del 2014, abbandona la raffinazione del petrolio per procedere alla produzione di biocarburanti. alla cerimonia, prevista per le ore 11, parteciperanno i vertici del settore "Downstream Eni", di Enimed e di "Raffineria di Gela srl". Saranno illustrati i dettagli del progetto e lo stato di avanzamento dei lavori che, secondo l'azienda "procedono speditamente e in linea con il programma previsto nel protocollo di intesa".
dalla chiusura del petrolchimico tradizionale fa apparire con sempre maggiore chiarezza che da solo la raffineria verde non potrà risolvere i problemi di un intero comprensorio. L'Eni presenterà, mercoledì prossimo, nello stabilimento di Gela, il suo progetto di "Green Refinery", con cui, come concordato nel protocollo d'intesa del novembre del 2014, abbandona la raffinazione del petrolio per procedere alla produzione di biocarburanti. alla cerimonia, prevista per le ore 11, parteciperanno i vertici del settore "Downstream Eni", di Enimed e di "Raffineria di Gela srl". Saranno illustrati i dettagli del progetto e lo stato di avanzamento dei lavori che, secondo l'azienda "procedono speditamente e in linea con il programma previsto nel protocollo di intesa".
Ma mentre da San Donato Milanese arrivava
l'annuncio a Gela un operaio dell'impresa metalmeccanica "Smim
Impianti", appaltatrice dell'Eni nel petrolchimico di Gela, si è
arrampicato su una delle putrelle che reggono il tetto di un capannone del
cantiere della ditta, in contrada Piana del Signore, e minaccia di buttarsi se
non avrà risposte certe sui suoi arretrati salariali e sul suo futuro di
lavoratore. Si chiama Matteo Guerrieri, ha 45 anni, ed è di Niscemi, dove vive
con moglie e tre figli. Sul posto sono accorsi molti colleghi di lavoro mentre
le forze di sicurezza e di protezione civile (polizia, un'ambulanza del 118 e i
vigili del fuoco), dopo aver collocato a terra un grande materasso pneumatico,
cercano di convincere l'operaio a desistere.
La sua rabbia è esplosa perché
non lavora da gennaio e non percepisce ne salario né cassa integrazione da otto
mesi, cui si aggiungono una tredicesima e due quattordicesime non pagate. La
Smim Impianti, come tante altre ditte dell'indotto gelese, è ferma, con 110
dipendenti in mobilità e 18 in cassa integrazione, a seguito della chiusura
della raffineria di Gela, che, abbandonata la lavorazione del petrolio, attende
di essere riconvertita nella produzione di biocarburanti. Tra diretto e
indotto, sono stati tagliati circa 1500 posti di lavoro, in attesa di
ricollocazione. Le segreterie provinciali di Cgil Cisl e Uil e i sindacati
metalmeccanici, con un loro comunicato, puntano il dito contro la Regione e
denunciano "ancora una volta la latitanza delle istituzioni" mentre
avvertono che la "Vertenza Gela" rischia di subire una deriva e che
se non si interviene subito con risposte concrete, "la stessa avrà momenti
incontrollabili".
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/06/06/news/gela_eni_presenta_la_green_refinery_ma_gli_operai_dell_indotto_protestano-141445428/
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