La posizione generale di proletari comunisti
- Roma.
Boicottare il potere imperiale e i suoi proconsoli
- Milano.
“Chi vota, manager è...”
- Torino.
Restiamo “invisibili”!
- Bologna.
La sovversione sociale ha già votato
- Napoli.
Demolire le illusioni elettorali
Prendere posizione nello scontro De Magistris-Governo
a proposito di 'potere al popolo'
Mao e la Comune di Parigi
“È di estrema importanza per il popolo rivoluzionario avere in mano il fucile”
L’esperienza storica della Comune di Parigi ha provato appieno che è di estrema importanza per la rivoluzione proletaria e la dittatura del proletariato possedere forze armate rivoluzionarie. Parlando dell’esperienza della Comune di Parigi, Lenin cita un’importante tesi di Engels, ossia che in Francia, dopo ogni rivoluzione, gli operai erano armati; il disarmo degli operai era quindi il primo comandamento per i borghesi che si trovavano al governo dello Stato. Lenin ritiene che in questa conclusione di Engels, “l’essenza del problema, come del resto l’essenza della questione dello Stato (la classe oppressa dispone di armi?), è afferrata in modo ammirevole” La Comune di Parigi nacque durante l’accanita lotta tra la rivoluzione armata e la controrivoluzione armata. I 72 giorni di vita della Comune di Parigi furono 72 giorni di insurrezione armata, di lotta armata e di autodifesa armata. Ciò che provocò un timor panico tra i reazionari borghesi fu proprio il fatto che il proletariato di Parigi aveva impugnato il fucile. L’errore fatale della Comune di Parigi risiedette precisamente nel fatto che essa si dimostrò troppo clemente verso la controrivoluzione e non marciò immediatamente su Versailles, ciò che permise a Thiers di riprendere fiato e di radunare le sue truppe reazionarie per gettarsi furiosamente su Parigi rivoluzionaria. Come disse Engels: “Sarebbe la Comune di Parigi durata un solo giorno se non si fosse servita di questa autorità del popolo armato contro i borghesi? Non si può al contrario rimproverarle di non essersene servita abbastanza?”
Il compagno Mao Tse-tung ha
ricapitolato in modo conciso l’importante significato della lotta
armata e dell’esercito popolare e ha formulato la famosa tesi
secondo la quale “il potere politico nasce dalla canna del fucile”
Egli ha sottolineato: “Secondo la
teoria marxista dello Stato, l’esercito è la principale componente
del potere statale. Chiunque voglia impadronirsi del potere statale e
conservarlo, deve possedere un forte esercito”.
La rivoluzione violenta è un principio
universale della rivoluzione proletaria. I partiti marxisti-leninisti
devono seguire con fermezza questo principio universale e applicarlo
alla pratica concreta dei loro paesi. L’esperienza storica dimostra
che là dove il proletariato e i popoli oppressi hanno preso il
potere e conquistato la vittoria, essi l’hanno fatto con la forza
del fucile, sotto la direzione dei partiti proletari, in conformità
delle condizioni specifiche dei propri paesi, costituendo
gradualmente forze armate popolari e conducendo la guerra popolare
sulla base dell’ampia mobilitazione delle masse nella lotta e
ingaggiando ripetute lotte contro gli imperialisti e i reazionari.
Ciò vale per la rivoluzione russa, per la rivoluzione cinese e per
la rivoluzione dell’Albania, del Vietnam, della Corea e di altri
paesi, senza alcuna eccezione. Al contrario, quando i partiti
proletari non cercano di creare forze armate rivoluzionarie o vi
rinunciano, essi causano rovesci alla rivoluzione; esistono serie
lezioni a questo proposito. Avendo rinunciato a impugnare il fucile,
alcuni partiti sono stati presi alla sprovvista di fronte a un
attacco di sorpresa dell’imperialismo e dei suoi lacchè e alla
loro repressione controrivoluzionaria e di conseguenza milioni di
rivoluzionari sono stati massacrati; in altri casi, poiché volevano
ottenere posti di alti funzionari nei governi borghesi o sono caduti
nella trappola tesa dai reazionari, alcuni partiti hanno consegnato
loro le forze armate popolari, rovinando i frutti della rivoluzione,
quando il popolo rivoluzionario aveva già impugnato le armi e le
forze armate popolari si erano già sviluppate notevolmente. In
questi cento anni, molti partiti comunisti hanno partecipato alle
elezioni e sono entrati nel parlamento, ma nessuno di essi ha potuto
instaurare la dittatura del proletariato con tale mezzo. Anche se un
partito comunista ottiene la maggioranza nel parlamento o entra nel
governo, ciò non significa che il carattere borghese del potere
politico sia cambiato e ancora meno che la vecchia macchina statale
sia demolita. La classe dominante reazionaria potrà proclamare non
valide le elezioni, sciogliere il parlamento o addirittura ricorrere
alla violenza per estromettere i comunisti. Se un partito proletario,
invece di svolgere il lavoro tra le masse e di impegnarsi nella lotta
armata, sostiene con zelo le elezioni parlamentari, esso non farà
altro che addormentare le masse e corrompere se stesso. La borghesia
compra i partiti comunisti attraverso le elezioni parlamentari e li
trasforma in partiti revisionisti, in partiti borghesi. La storia non
ci fornisce forse numerosi esempi di questo genere? Il proletariato
deve conquistare il potere politico con il fucile e deve anche
difenderlo con il fucile. Un esercito popolare sotto la direzione di
un partito marxista-leninista è il solido pilastro della dittatura
del proletariato e il fattore principale tra i vari fattori per
prevenire la restaurazione del capitalismo. Con un esercito popolare
armato dell’ideologia marxista-leninista, si può affrontare
qualsiasi situazione, per quanto complessa possa essere, nella lotta
di classe sia all’interno che fuori del paese e difendere il potere
del proletariato.
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