La crisi dei migranti e le tensioni interimperialiste dentro la nuova tendenza alla guerra vengono ad alimentare le spese militari
dal Sole 24 ore - 31 maggio
La spesa militare dei Paesi europei
che fanno parte della Nato aumenterà quest’anno per la prima
volta dopo quasi un decennio. Non sono stati diffusi dati ufficiali
ma è certo - come ha affermato il segretario generale dell’Alleanza
Atlantica Jens Stoltenberg - che le tensioni, non solo economiche,
con la Russia di Vladimir Putin e la crisi dei migranti stanno
facendo aumentare i problemi di sicurezza in tutto il continente.
«Le previsioni per il 2016, sulla base dei dati preliminari che ci
hanno fornito le Nazioni alleate, mostrano che ci sarà per la prima
volta, dopo molti, molti anni, un incremento delle spese tra i Paesi europei», ha detto Stoltenberg in un’intervista al Financial Times. Una svolta ancora più significativa in vista del vertice che si terrà a luglio in Polonia per decidere i movimenti delle truppe Nato ai confini con la Russia.
volta, dopo molti, molti anni, un incremento delle spese tra i Paesi europei», ha detto Stoltenberg in un’intervista al Financial Times. Una svolta ancora più significativa in vista del vertice che si terrà a luglio in Polonia per decidere i movimenti delle truppe Nato ai confini con la Russia.
Il budget della Nato in crescita
Nel 2015 gli alleati europei nella Nato hanno speso per la difesa 253 miliardi di dollari contro i 618 miliardi spesi dagli Stati Uniti. Per rispettare l’accordo che prevede una spesa minima pari al 2% del Pil, i Paesi europei dovrebbero aumentare di 100 miliardi il loro budget militare annuale. Il loro contributo attuale si ferma infatti all’1,43% del prodotto interno lordo.
Nel 2015 gli alleati europei nella Nato hanno speso per la difesa 253 miliardi di dollari contro i 618 miliardi spesi dagli Stati Uniti. Per rispettare l’accordo che prevede una spesa minima pari al 2% del Pil, i Paesi europei dovrebbero aumentare di 100 miliardi il loro budget militare annuale. Il loro contributo attuale si ferma infatti all’1,43% del prodotto interno lordo.
- l'avamposto militare
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Il contributo complessivo dell’Europa al budget della Nato è sceso
costantemente a partire dal 2008: in quell’anno raggiungeva l’1,7% del
Pil per un valore di 288 miliardi di dollari. Ma il trend di lungo
periodo era già evidente rispetto agli anni Ottanta quando la spesa
militare dei membri europei della Nato superava il 3% del Pil: la fine
della Guerra Fredda modificò infatti alla radice il senso stesso
dell’Alleanza.
La Nato non diffonderà alcun dato prima di
averlo discusso con i singoli Stati ma alcuni membri dell’Alleanza
- segnatamente quelli che confinano con la Russia - hanno già
annunciato ufficialmente l’inversione di tendenza per il budget di
quest’anno.
Il cambiamento maggiore si segnala per
i Paesi baltici: il budget della lettonia aumenterà del 60% nel
corso del 2016; quello della Lituania del 35% e quello dell’Estonia
del 9 per cento. Anche la Polonia, il Paese militarmente più forte
nell’Est Europa, ha previsto, sotto la della destra
ultraconsevatrice di Jaroslaw Kaczynski, un incremento delle spese
militari del 9 per cento nel 2016.
I rischi di Brexit e le incognite
sulla strategia Usa
Anche la spesa militare del Regno Unito crescerà per allinearsi al limite minimo del 2% del Pil. Ma il voto del Regno Unito sulla permanenza nell’Unione potrebbe indebolire la stessa Nato: Brexit è un rischio da non sottovalutare anche per la difesa. «Ci dobbiamo confrontare con scenari incerti, con minacce più numerose, con sfide per la sicurezza che nell’ultima generazione non si erano mai viste. Per questo abbiamo bisogno di unità, di forza e di stabilità», ha aggiunto Stoltenberg spiegando che «il Regno Unito è il primo Paese europeo per potenziale militare, è il maggiore finanziatore dell’Alleanza, ha i più consistenti investimenti militari. È secondo solo agli Stati Uniti come peso nella Nato: per noi, un Regno Unito forte in un’Europa forte è importante per l’unità e la stabilità».
Mentre il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump ha già fatto sapere di considerare la Nato «troppo costosa e obsoleta» accusando i Paesi europei di «aver approfittato troppo a lungo della generosità americana».
Nuovi scenari di Guerra Fredda
Il segretario generale Stoltenberg si è mostrato soddisfatto dell’aumento del budget della Nato. Ma è evidente che l’aumento dei rischi geopolitici e delle tensioni miliari, che hanno convinto i Paesi membri a spingere sulla spesa militare, non possono essere una buona notizia per l’Europa.
Mentre nel prossimo mese il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker dovrebbe incontrare Vladimir Putin a San Pietroburgo per cercare di allentare le tensioni tra Bruxelles e Mosca, la Nato sembra aver già saltato la fase diplomatica.
Stoltenberg, due giorni fa a Varsavia, ha assicurato che ulteriori truppe della Nato saranno dispiegate in Polonia per proteggere i Paesi dell’Est che si sentono minacciati dalla Russia. «Sia chiaro ci saranno più truppe - ha affermato Stoltenberg - per inviare un chiaro segnale che un attacco contro la Polonia sarà considerato un attacco contro l’intera Alleanza». Il segretario generale ha spiegato che il rafforzamento sarà multinazionale e di rotazione. E il presidente polacco Andrzej Duda si è detto entusiasta: «Vogliamo fare in modo che la Polonia non sia solo un membro della Nato, ma vogliamo avere la Nato qui in Polonia, avere le truppe degli alleati qui».
La risposta Nato alla «minaccia in
arrivo dalla Russia»
Riunita a Tirana, in Albania, lunedì scorso, l’Assemblea parlamentare della Nato ha invitato gli alleati a prepararsi a una risposta alla «potenziale minaccia» della Russia nei confronti di uno dei Paesi membri. «La sfida della Russia è reale e grave», ha detto l’americano Michael Turner, presidente della riunione che ha radunato circa 250 parlamentari dei 28 Paesi membri dell’Alleanza. La dichiarazione adottata all’unanimità deplora «l’uso della forza da parte della Russia contro i suoi vicini e le intimidazioni agli alleati» della Nato. In queste circostanze, si aggiunge nel comunicato, la Nato «non ha altra scelta che prendere in considerazione la possibilità di azioni aggressive della Russia contro un membro dell’Alleanza come una potenziale minaccia e adottare risposte adeguate e proporzionate».
La Nato ha sospeso tutti gli aspetti operativi della sua cooperazione con Mosca dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, e a seguito del sostegno russo ai separatisti dell’Est Ucraina. Nello scorso aprile, il Consiglio Nato-Russia ha tenuto la sua prima riunione dal giugno del 2014, ma i colloqui hanno provocato «una serie di divergenze» riguardanti l’Ucraina ed altri dossier, anche se Stoltenberg, ha assicurato che i colloqui sono stati «fruttuosi». L’Alleanza ha annunciato comunque che ci saranno dei colloqui con la Russia prima del summit della Nato in programma l’8 e il 9 luglio a Varsavia.
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