Gli
imperialisti di ogni tipo parlano di pace e fanno le guerre in ogni angolo del
mondo! Basta leggere quanto riportato dai quotidiani per misurare l’infinita
crudeltà e l’infinito cinismo (quello stesso che usavano i fascisti italiani
quando sganciavano bombe sul popolo dell’Etiopia, per fare solo un esempio) quando
parlano della quantità di bombe sganciate in Siria e in Iraq “contro lo Stato
islamico”, di fatto su migliaia di civili…
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Gli Usa
stanno esaurendo la loro scorta di bombe
Gli
americani stanno esaurendo la scorta di bombe. In quasi due anni di campagna
contro lo Stato islamico ne hanno sganciate 41.697, mettendo a segno 12.453
raid su obiettivi in Siria e in Iraq. Non tutte
sono state lanciate dagli aerei statunitensi: il Pentagono le ha “prestate”
anche ai bombardieri europei, canadesi e arabi intervenuti contro l’Is. E si
trattava sempre di ordigni “intelligenti”, con sistemi di guida basati
soprattutto sulle coordinate Gps oppure sui puntatori laser. A febbraio il segretario
alla Difesa Ash Carter aveva messo le mani avanti, preannunciando la richiesta
di fondi per un miliardo e 800 milioni di dollari destinati ad acquistare nei
prossimi anni 45 mila nuove bombe, tutte molto più sofisticate di quelle
gettate contro il Califfato. Ma il consumo di ordigni sta aumentando
rapidamente con il progredire delle avanzate sul campo: la triplice offensiva
contro Falluja, Mosul e Raqqa viene sostenuta da massicci attacchi dal cielo. E
adesso per sostenere questo spietato rullo compressore, i generali devono
risolvere un dilemma strategico: quali arsenali sguarnire per continuare a
sostenere la sfida contro Stato islamico? Conviene prelevarle dalle riserve in Asia, da quelle
in Europa o dalla
madrepatria? La loro decisione farà capire quale è la minaccia più temuta dalla
Casa Bianca.
la Repubblica, 31 maggio
2016
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