NAPOLI, 25 APRILE 2016, PIAZZA MANCINI ORE 10
Il 25 Aprile del 1945 l’Italia si liberava, grazie alla lotta
partigiana, dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Per
moltissimi quella liberazione doveva significare anche liberazione dalla
guerra, dalla fame, dallo sfruttamento. Un nuovo inizio.
Se ci pensate, anche noi abbiamo bisogno di liberazione, di un nuovo 25 Aprile.
Anche noi oggi abbiamo un Governo sempre più autoritario, che scavalca
il parlamento, distrugge la
scuola, attacca i lavoratori e i sindacati.
Anche oggi veniamo sfruttati e facciamo la fame, lavoriamo a nero, siamo disoccupati, ricattati da organizzazioni criminali in combutta con poteri economici e politici, costretti ad emigrare.
Anche oggi i nostri Stati fanno la guerra in giro per il mondo, e anzi
ormai la guerra ci è entrata in casa, con i militari armati in ogni
piazza.
Anche oggi l’Europa alza muri di fili spinati, mette su campi di concentramento, crea profughi e rifugiati.
Anche oggi bande di violenti, di razzisti, di nostalgici del
nazifascismo aggrediscono i “diversi”, i più deboli, cercano di
dividerci e metterci l’uno contro l’altro.
Anche oggi insomma siamo davanti alla barbarie, a un grande pericolo.
Ma anche oggi c’è chi è stanco di tutto questo, e sta iniziando a
unirsi, a organizzarsi, perché è convinto che questa situazione debba
cambiare. Perché può davvero cambiare.
A Napoli sono tanti gli
esperimenti che dal basso ci parlano di un altro modello di società,
fondato sull’uguaglianza, sulla libertà, sul riscatto e sulla giustizia
sociale.
Da Napoli può partire un messaggio diverso, contro le
politiche di austerità, contro le decisioni dall’alto imposte ai
territori.
Scendere in piazza il 25 Aprile vuol dire far vedere
a tutti che esiste un’altra umanità, che non è tutto come raccontano i
media, che non dobbiamo lasciarci terrorizzare, né dai nostri governi né
dall’ISIS, né dalla faccia repressiva dello stato e dai suoi servi né
dalle bande fasciste come Casa Pound che, protetti dai loro padrini
politici e forti dell’impunità, aggrediscono i giovani che stanno
cercando di cambiare le cose.
Scendere in piazza il 25 Aprile
vuol dire lottare, sottrarre terreno a chi ci impone sfruttamento e
precarietà, a ci reprime, a chi omologa, a chi cammina sui corpi e
uccide. Vuol dire rivendicare e riprenderci tutto quello che ci hanno
tolto, dando parola a chi fino a oggi, sulla propria pelle, ha vissuto
le conseguenze delle contraddizioni di questa società, dai lavoratori
agli studenti, dai disoccupati a chi vive nei quartieri popolari.
Scendere in piazza il 25 Aprile vuol dire quindi incontrarsi, prendere
coraggio, comunicare alle tante persone di questa città, ancora troppo
rassegnate o sole, che un’alternativa a questa barbarie è possibile.
Liberiamoci!
Rete cittadina “Napoli verso il 25 Aprile!”
Nessun commento:
Posta un commento