Ancora
una volta siamo obbligati a commentare l’ennesima tragedia sul posto di lavoro:
due operai deceduti e un terzo miracolosamente in salvo in una cava di marmo a
Colonnata, in provincia di Carrara a seguito di una frana.
In
questo momento dominano la rabbia e il dolore, ma purtroppo non lo stupore: il
continuo stillicidio di lavoratori non è mai finito nel nostro Paese, in
rapporto al numero degli occupati infortuni e morti sul lavoro non diminuiscono
e all'orizzonte avremo sempre più numerose malattie professionali.
Le
morti sul lavoro a Carrara sono il risultato non solo della inosservanza delle
normative di sicurezza, ma anche della assenza di manutenzione del territorio la
cui devastazione è anche frutto di scelte degli enti locali errate.
I
media nazionali e le forze politiche sembrano accorgersi di queste tragedie
solamente quando muoiono più lavoratori insieme e in modo drammatico: bruciati
vivi in una fabbrica priva delle più elementari misure antincendio, asfissiati
in un silos o sommersi da tonnellate di detriti.
Già
dopo poche ore da questa ennesima tragedia i media erano pieni delle lacrime di
coccodrillo di quelle forze politiche, PD in primis, che piangono i morti e nel
frattempo smantellano il Testo Unico sulla sicurezza e tagliano i fondi
all’Ispettorato del Lavoro e alle ASL.
Non
sappiamo nel dettaglio quale sia stata la dinamica dei fatti a Colonnata e in
quali condizioni lavorassero i cavatori, di certo in questi anni troppi sono gli
infortuni e le morti nelle cave.
La
strada perché la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro diventino
prioritarie è ancora lunga e tortuosa, del resto le statistiche non ingannano:
un infortunio ogni due giorni e 11 morti in meno di 10 anni, decine di infortuni
con danni permanenti e parliamo solo del carrarino.
Siamo
certi che le nostre vite valgano più dei loro profitti, la nostra salute non può
essere una variabile dipendente dagli utili dei padroni.
In
questo momento sentiamo l’esigenza di ribadire con forza tutta la nostra
vicinanza ai familiari delle vittime innanzitutto.
L'unico
modo che come compagni e compagne dei Cobas conosciamo per reagire a questa
ennesima tragedia è quella di continuare a lottare iniziando dal fare luce sulle
dinamiche dell'incidente e individuando tutte le responsabilità perseguendole
fino in fondo.
Non
possiamo ripetere le solite frasi di circostanza, esiste un sistema che va
combattuto e cambiato radicalmente perchè l'elevato numero di infortuni dimostra
che poco si è fatto per garantire la salute e la sicurezza dei
cavatori.
Esiste
quindi una emergenza cave che la Regione Toscana e gli enti
locali non possono più eludere.
Cobas
Lavoro Privato Versilia
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