Ma quante precauzioni usava, al telefono, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo. Parlava con “frasi cifrate”. Tentava di “dissimulare”. “Utilizzava il telefono fisso del ministero della Salute – scrive la Squadra mobile di Potenza – per paura di essere intercettato”. Temeva di “far capire agli organi inquirenti l’argomento trattato”.
IL “CONVEGNO” – Secondo gli investigatori De Filippo, presidente della Regione Basilicata dal 2005 al 2013, temeva che gli inquirenti scoprissero il suo interessamento per l’assunzione in Eni del figlio di Rosaria Vicino, sindaco di Corleto Perticara (Potenza),
finita ai domiciliari per l’inchiesta
sul petrolio in Basilicata. Lo
temeva al punto di utilizzare la parola “convegno”, per indicare il
“colloquio di lavoro” che il figlio del sindaco avrebbe avuto in Eni.
“Ma dice che il convegno era per il 25 luglio – spiega De Filippo al
sindaco – e tuo figlio ha chiesto di spostarlo al primo agosto”. Il
figlio del sindaco avrebbe spostato un convegno dal 25
luglio al primo agosto, ma gli investigatori annotano che il ragazzo “si
recava in Milano il giorno primo Agosto 2014 per sostenere un colloquio
presso l’Eni”. Spacciare al telefono un incontro di lavoro per un
“convegno”, usando un linguaggio cifrato, non sembra il comportamento
ideale per un alto esponente delle istituzioni. Sul quale in queste ore,
nella procura di Potenza, si dibatte per chiedere l’archiviazione dell’ipotesi di reato a suo carico: corruzione per induzione a fini elettorali.
FINO A DE SCALZI – “È significativo – scrive la
Mobile – che lo stesso (De Filippo, ndr) tenesse a precisare alla Vicino
di seguire la questione “tutti i giorni”, di preoccuparsene come se si
trattasse di suo figlio, ironizzando anche sul fatto che un giorno
potrebbe essere lui ad avere bisogno per i propri figli”. “È come un
figlio per me!”, dice De Filippo, “la sto prendendo come una cosa… come
un figlio, perché un… domani, dico, avrò bisogno per i miei figli”. E
ancora: “Troverà una strada importante… non ti preoccupare”.
L’interessamento porta il sindaco a dire che il sottosegretario ha
parlato direttamente con l’ad di Eni Claudio De Scalzi. “La Vicino – scrivono gli investigatori – dicendo che se ha capito bene, “lui” (De Filippo) si sarebbe rivolto direttamente a ‘Lo Scalzo’”.
LA SEGRETARIA – Di vertici Eni parla la segretaria di De Filippo, Mariachiara Montemurro,
quando incontra il sindaco Vicino: “Ti volevo dire, dato che seguo
tutta l’attività del Presidente… che… lui è andato all’Eur a parlare,
diciamo, con i vertici… Ti porto delle risposte positive… so che si
sbloccherà a breve la situazione… l’ho visto contento… secondo me è
andato a buon fine…”.
“La Montemurro – scrive la Mobile – non solo è stata utilizzata dal
De Filippo al fine di notiziare la Vicino dell’imminente assunzione del
figlio presso Eni ma anche per richiedere alla stessa posti di lavoro”.
E ancora: “De Filippo ha incaricato spesso il suo capo-segreteria
Montemurro di incontrare gli imprenditori locali e non, per richiedere
loro posti di lavoro”. Proprio la Montemurro trova negli uffici del
sindaco la microspia che rivela le indagini: “Qua”, dice il sindaco alla
Montemurro, “qua dentro, se c’è è qua dentro”, sottolineando “che
quella, Maria Chiara, capisce”.
Parlando di assunzioni con il sindaco, De Filippo,
“quasi a volersi giustificare, per sostenere che non si trattava di
gente assunta su sua espressa richiesta, diceva: “Ma ti giuro… ma quelli
sono contro a me… non ci ho mai avuto rapporti… manco politici, questo
non ha manco votato mai a me, mai”. De Filippo vuol conoscere il nome
dell’amministratore di una ditta che assume. Ad avvisarlo è il sindaco e
De Filippo risponde: “Va bene! sei come la Cia…”.
GLI INCONTRI CON LA TOTAL – La Montemutrro, su indicazione di De Filippo, incontra anche l’ingegnere della Total Giuseppe Cobianchi. Secondo la Squadra mobile, l’obiettivo è chiedere assunzioni. “De Filippo chiede a Montemurro di essere ‘determinata’
in occasione dell’incontro. E mentre la Montemurro è a colloquio con
Cobianchi – così come concordato – la segretaria viene raggiunta
telefonicamente da De Filippo, che le chiedeva notizie sull’andamento
dell’incontro: ‘Sempre negativo?’”. Alla “risposta non del tutto
positiva della donna”, continuano gli investigatori, “il sottosegretario
esclamava: ‘Ne fanno tanti!’ È probabile – annota la Mobile – che con
tale espressione De Filippo intendesse fare riferimento alle ‘tante’
assunzioni fatte dalla Total”. E la Montemurro: “Non ho idea! Vediamo, parliamo, vediamo se si apre… qualche spiraglio, qualche luce!”
L’ARCHITETTO – Gli inquirenti scoprono anche “un intervento del sottosegretario presso strutture ed enti pubblici”, sulla Soprintendenza ai Beni culturali
della Basilicata. “Gentile architetto”, scrive la segretaria in un sms,
“la contatto per conto del sottosegretario De Filippo per comunicarle
che ci stiamo attivando per risolvere il problema che lei ha sottoposto
all’attenzione del sottosegretario. Penso di poterle dare una risposta
entro breve”. Poco dopo la Montemurro comunica all’architetto “che la
Soprintendenza aveva firmato la pratica e che quindi la stessa sarebbe
tornata nuovamente al comune”. Quindi comunica a De Filippo: “La pratica
di Maurella è stata firmata. L’ho già avvisato”. E De Filippo rispondeva: “Bene”.
(da Il Fatto Quotidiano del 15 aprile 2016)
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