Per un 25 Aprile contro guerra e repressione, a sostegno delle resistenze
popolari
La ricorrenza della liberazione cade quest'anno in un
contesto di aggravamento dei conflitti e degli scenari di guerra, specialmente
in Medio Oriente e nell'Africa del Nord.
Il governo italiano, nel quadro
delle proprie alleanze politiche, economiche e militari, si candida ad un ruolo
primario nei piani di aggressione e spartizione della Libia, un bottino da 130
miliardi da dividersi, secondo i piani, tra Francia, Inghilterra e Italia, sotto
l'occhio interessato degli USA. Dopo
un secolo il capitale italiano è pronto,
per bocca del capo dell'ENI Scaroni, a farci ripercorrere il cammino
colonialista dell'Italia liberale e fascista, un cammino criminale fatto di
deportazioni e stragi, che ha lasciato in Africa oltre 500.000 morti, e che si è
concluso con la distruzione, le stragi e le deportazioni portati nelle nostre
città e campagne.
Nel frattempo l'UE, con il supporto militare della
NATO, paga il boia Erdogan per bloccare l'ondata di disperati in fuga da quelle
guerre di aggressione (Siria, Kurdistan) di cui proprio il governo turco, membro
della NATO e candidato a divenire anche membro della UE, è stato uno dei
maggiori promotori insieme a USA e UE. Quest'ultima ottiene così di sigillare i
confini della “fortezza Europa” in faccia a migliaia di esseri umani in cerca
una speranza di sopravvivenza.
In questo scenario l'antifascismo rituale
e di facciata a cui saremo costretti ad assistere nelle celebrazioni ufficiali
del 25 Aprile non sarà nient'altro che un insulto alla memoria dei caduti della
guerra di liberazione e di quei partigiani che hanno combattuto sui monti e
nelle città per un mondo libero da sfruttamento e guerre. Oggi più che mai
dobbiamo ribadire che un partito guerrafondaio come il pd e i suoi
rappresentanti istituzionali non hanno la minima legittimità per richiamarsi ai
valori della Resistenza.
L'antifascismo e la lotta partigiana vivono oggi
nelle ragioni della solidarietà internazionalista. La lotta condotta dalle
resistenze popolari e dalla sinistra rivoluzionaria in Palestina, Kurdistan,
Donbass, Tunisia è la nostra stessa lotta. In uno scenario di guerra
generalizzata, in cui i diversi poli imperialisti in competizione si scontrano e
si alleano sulla base dei propri interessi, pensiamo di dover ribadire con forza
che i nostri riferimenti sono altri, che non esistono imperialismi “più buoni” e
che l'alternativa alla guerra e allo sfruttamento quotidiano può svilupparsi
solo attraverso la costruzione di una prospettiva di classe e di una pratica che
si rendano autonome dagli interessi dominanti.
L'antifascismo vive perciò
nelle lotte di chi si oppone alla guerra, alla NATO, al job act, alla buona
scuola, a tutte le politiche del governo Renzi, concepite e realizzate per conto
dei grandi interessi, economici e militari, di cui è portavoce ed esecutore,
allo stesso modo in cui vive nella lotta quotidiana per tenere i fascisti fuori
dalle nostre città e dai nostri quartieri.
Non ci può stupire infatti se
in un clima di propaganda bellica e di razzismo diffuso, ampiamente alimentato
dai governi europei cosiddetti democratici, fascisti e populisti vari possano
pensare di rilanciarsi, candidandosi a gestire questa fase storica. Mentre
svolgono il loro ruolo di sempre a servizio dei padroni, spingendo i lavoratori
a dividersi tra italiani e stranieri e alimentando così la “guerra tra poveri”,
i fascisti sognano di rinnovare la propria scalata al potere, guardando ad
esempi come Alba Dorata in Grecia o ai vari gruppi neonazisti ucraini,
responsabili di crimini efferati contro la popolazione civile. Ma quando le cose
non vanno come loro vorrebbero, com'è successo a Firenze, ecco che trovano un
valido supporto nella questura e nella magistratura, pronte a denunciare e
processare chi li ostacola.
Nella piazza del 25 Aprile rilanceremo perciò
la solidarietà verso i compagni denunciati in relazione al corteo del 16
novembre 2013 in risposta ad un'aggressione di Casa Pound e ai fatti del 6
dicembre 2014, quando alle Piagge fu impedito il presidio che Forza Nuova aveva
convocato “contro il degrado”, così come verso gli 86 compagni imputati nel
processo contro il movimento fiorentino, in continuità con il corteo del 9
aprile scorso. Riteniamo infatti essenziale rilanciare la lotta contro la
repressione, in tutti gli ambiti, dai posti di lavoro alle scuole, attraverso la
solidarietà e il dibattito, in un contesto che ci pone di fronte al
restringimento sempre maggiore degli spazi di agibilità politica, e ad un
controllo sempre più forte del “fronte interno”, condotto sull'onda delle
politiche di emergenza, che è funzionale alla prospettiva di guerra permanente
in cui vogliono farci vivere.
Contro fascismo, guerra e repressione,
ora e sempre Resistenza!
Firenze Antifascista
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