Bari, la Marina espone le sue armi in Ateneo e gli studenti insorgono: "E' un luogo di pace"
di FRANCESCA RUSSI
Polemica
all'Università per la presenza di miltari armati in occasione della
firma dell'accordo di collaborazione con la Marina militare. Link: "In
luoghi come questi dobbiamo promuovere la pace"
L’occasione è stata la firma dell’accordo di collaborazione fra Università di Bari e Marina militare. Preceduta
da un convegno su “Stabilità e sicurezza nel contesto marittimo”. Così
nel cortile dell’Ateneo è stata calata una enorme bandiera tricolore
della Marina e nei corridoi interni è stata allestita una mostra di
strumenti, armi e mezzi della Difesa.
“Questa giornata
si colloca all'interno di un rapporto particolarmente solido tra
Università di Bari e Marina militare: questa convenzione significa
soprattutto ampliare lo spettro delle attività formative e consolidare
lo specchio dei rapporti – ha commentato il rettore Antonio Uricchio -
Ci sono attività di natura formativa presso Mariscuola a Taranto,
arricchite e implementate con un nuovo corso di studi
in comunicazione
digitale che si aggiunge alle lauree infermieristiche e al corso di
laurea in Scienze e gestione delle attività marittime".
L’iniziativa
non è piaciuta agli studenti dell’associazione Link Bari, però, che
hanno protestato per la presenza di armi all'interno dell'Università.
"Come studenti troviamo del tutto rivoltante che la nostra istituzione
possa prestarsi a simili iniziative – spiega Luca Ieva, coordinatore di
Link Bari - promuovendo una retorica militarista, con tanto di
esposizione di armi da fuoco, militari armati e promozione
dell'arruolamento".
"L'Università, lo ricordiamo, dovrebbe
lavorare per promuovere la pace tra i popoli e le culture. Un simile
atteggiamento - continua l'associazione - è quanto più ipocrita
possibile relazionato all'intitolazione di un'aula studio poco tempo fa a
Valeria Solesin, la giovane ricercatrice uccisa a Parigi negli attacchi
terroristici del 13 novembre scorso: sono stati gli stessi interventi
militari dei Paesi occidentali a gettare le basi per la costituzione
dello Stato islamico".
"Il fatto che si continuino a tagliare gli
investimenti sull'istruzione mentre si sbloccano i fondi per la difesa,
come voluto dall'Ue, e solo dal Sud venga più della metà degli
arruolamenti, mentre la disoccupazione giovanile è al 60 per cento -
conclude Ieva - la dice lunga su quali siano le priorità dell'attuale
classe politica. L'Università dovrebbe incentivare il territorio allo
sviluppo e all'innovazione e non promuovere forze armate impegnate in
guerre di occupazione come sbocco per i suoi studenti".
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