domenica 24 gennaio 2016

pc 24 gennaio - Raffineria di Gela: gli operai in protesta continuano la lotta contro l'Eni di Renzi

Da cinque giorni oramai gli operai protestano contro la mancata applicazione dell’accordo di programma che prevede la costruzione della bio-raffineria che permetta una ripresa del lavoro per gli operai dell’indotto che sono quelli che stanno animando la protesta e per gli operai Eni. La colossale presa in giro è stata firmata personalmente da Renzi che nell’estate del 2014 fece il “giro d’Italia” in stile mussolini per dire agli operai in crisi di varie aziende che avrebbe risolto tutto lui! E infatti, da Gela a Termini Imerese la situazione è di fatto peggiorata!
La protesta degli operai nella città del Presidente della Regione Sicilia, Crocetta, ha conseguito per adesso il risultato di fare convocare diverse riunioni a livello nazionale e locale, al ministero dello sviluppo economico e alla Regione.
27 gennaio incontro al Ministero del Lavoro a Roma.
1 febbraio tavolo tecnico a Palermo.
Ma è chiaro che la partita è abbastanza difficile, dato che non sembra affatto che soprattutto l’Eni abbia intenzione di far partire nell’immediato la riconversione, mentre i politici come lo stesso Crocetta che
minaccia da quel pagliaccio che è "clamorose proteste", alla sottosegretaria Vicari ne approfittano per farsi campagna elettorale mostrando “interesse” e i sindacati, che di fatto fiancheggiano il governo facendo finta di fare la voce grossa, fanno sapere con il loro “ruggito del gattino”, come fa il segretario della Filctem-Cgil Miceli, che si sappia che se non si costruisce la bioraffineria loro non accetteranno “compensazioni”. Che cosa sarebbero queste compensazioni, e per chi? chissà cosa intende dire… mentre si fanno capire bene alcuni operai che dicono che non stanno lottando per altri ammortizzatori sociali, ma perché vogliono il lavoro!
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Energia. Primo incontro il 27 gennaio
Raffineria di Gela, via alla trattativa per la riconversione

Un tavolo tecnico, già convocato per il primo febbraio a Palermo, e una serie di incontri per sciogliere i nodi che rallentano gli interventi a Gela. Il primo incontro, quello con il ministero del Lavoro, si terrà il 27 gennaio. Ed è uno dei più attesi visto che al ministero del Lavoro tocca l’onere di trovare le risorse e il modo di dare certezza di reddito a circa 350 operai dell’indotto del polo energetico dell’ENI ai quali a fine gennaio scadrà la cassa integrazione in deroga. Sono queste le prime risposte che arrivano da Roma ai sindacati e agli operai che da quatto giorni bloccano le principali vie di comunicazione della cittadina del nisseno e non sembra vi sia alcuna intenzione di smobilitare: una protesta avviata per accelerare i processi di trasformazione della Raffineria e gli altri interventi come le bonifiche così come previsto dal protocollo d’Intesa firmato da tutte le parti in causa all’inizio di novembre del 2014 e che prevede investimenti per 2,2 miliardi.
Al tavolo di ieri al ministero, già convocato da tempo per discutere sui dettagli dell’accordo di programma sull’area di crisi complessa di Gela, che deve esser definito e firmato, hanno partecipato i rappresentanti del Governo nazionale (sia del Mise che del ministero del Lavoro e dell’Ambiente), di Invitalia, il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, il sindaco di Gela Domenico Messinese.
“Questo incontro rappresenta un vero punto di svolta rispetto allo stallo di questi ultimi giorni, e, ancora una volta, la mediazione del Mise è stata determinante – ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari che ha presieduto quello che tecnicamente viene chiamato tavolo di coordinamento sulla riconversione dell’impianto Eni di Gela -. Abbiamo deciso di costituire un tavolo tecnico di lavoro tra Mise, Regione, Comune, Invitalia ed Eni per definire il piano di riconversione industriale dell’area di Gela mentre il prossimo 27 gennaio approfondiremo assieme al Ministero del Lavoro il tema degli ammortizzatori sociali. Infine, sin da subito, assieme al ministero dell’Ambiente e Regione siciliana, avvieremo tutte le verifiche sullo stato di avanzamento delle diverse autorizzazioni in materia di Via, bonifica e demissioning che interessano l’area industriale di Gela”.
Dal canto suo Crocetta, che non nega le difficoltà, ha convocato un vertice per lunedì con i rappresentanti dell’Eni, i sindacati, il sindaco di Gela e il prefetto di Caltanissetta per definire una piattaforma da sottoporre al Ministero del Lavoro in un incontro già messo in calendario mercoledì prossimo al Mise. “Quello di ieri a Roma è stato un vertice a tratti molto teso – rivela-. Ho dovuto persino minacciare clamorose proteste se non fosse stato convocato un tavolo alla presenza del ministero del Lavoro per concordare interventi di sostegno al reddito per i lavoratori che rischiano di perdere il posto. Do atto al sottosegretario Simona Vicari dell’impegno che sta manifestando in questa vicenda.”
Sul fronte sindacale da registrare le dichiarazioni di Emilio Miceli, segretario nazionale della Filctem-Cgil che è tornato, nel corso di un direttivo del sindacato che si è tenuto a Gela, sulla questione della Green Refinery: “La scommessa di Gela – ha detto – gira su un punto: si farà o no la bio-raffineria? Se non si farà, a questo territorio verrà elargita qualche misera compensazione. Ma noi non siamo quelli delle compensazioni.”

Il Sole 24 Ore 23/1/16

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