164 palestinesi uccisi dall’inizio dell’Intifada di Gerusalemme, tra cui 39 bambini
L’”Assemblea nazionale delle famiglie dei martiri della Palestina “, che fa parte dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, ha dichiarato che il numero dei minorenni uccisi dallo scoppio dell’Intifada di Gerusalemme, nello scorso ottobre, è salito a 39, tra cui 16 bambine e ragazzeIn un comunicato pubblicato domenica, l’organizzazione ha riferito che il numero dei palestinesi uccisi nell’Intifada è salito a 164, con l’uccisione, sabato sera, del 17enne Muhammad NabilHalabiyya, della cittadina di AbuDis, e con quella di Ruqayya ‘Aid Abu ‘Aid, 13 anni, originaria della cittadina di Yatta, a sud di Hebron , avvenuta lunedì nel villaggio di ‘Anata, vicino a Gerusalemme.
L’Assemblea sottolinea come la piccola Ruqayya‘Aid sia la terza in ordine di età fra i bambini uccisi nell’Intifada, dopo il piccolo Ramadan Thawabtah, di 3 mesi, della cittadina di BaitFajjar, e la piccola Rahaf Hassan, di 2 anni, di Gaza, uccisa con la mamma durante un bombardamento dell’aviazione israeliana.
Famiglia palestinese costretta a demolire la propria casa a Gerusalemme
Venerdì una famiglia palestinese del villaggio di Sur Bahir, nella Gerusalemme Est occupata, ha
demolito la propria casa in seguito a un ordine di un tribunale israeliano.
Khalil Dabash, proprietario della casa, ha raccontato a Ma’an che il tribunale municipale di Gerusalemme ha ordinato la demolizione per il fatto che la casa è stata costruita senza i permessi adeguati.
Inoltre alla famiglia Dabash sarebbe stato addebitato il pagamento di un’alta tassa di demolizione se non avesse provveduto essa stessa a demolirla entro domenica. Molte altre famiglie palestinesi sono costrette a demolire le proprie case per la stessa ragione.
Dabash ha raccontato che sua madre Jamila aveva costruito la casa 20 anni prima e che da allora la famiglia ha pagato diverse multe al comune di Gerusalemme. La demolizione ha lasciato la sorella di Dabash senza tetto.
Il 33% di tutte le case palestinesi nella città occupata non ha i permessi di costruzione israeliani, quindi perlomeno 93mila residenti sono a rischio di sfollamento, secondo quanto riportato dall’ONU nel 2012.
Secondo il gruppo per i diritti Associazione per i diritti civili in Israele, il governo israeliano rilascia i permessi di costruzione in linea con una politica di stato discriminatoria volta ad aumentare la popolazione ebraica a scapito dei residenti palestinesi.
Perlomeno 20 strutture palestinesi nei territori palestinesi occupati sono state demolite nelle prime settimane del 2016, dopo le oltre 500 demolizioni del 2015, che hanno lasciato sfollati oltre 600 palestinesi.
Traduzione di F.G.
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