Questi di infoaut e lo loro fonti sono incredibili. Sono mesi che postiamo regolarmente notizie dal Brasile sull'azione dei pistoleri che hanno ucciso capi della Lega dei contadini poveri, che è ormai organizzazione maggioritaria, nel Nord est Minais Gerais, Paranà, Amazzonia, e che una delegazione di compagni italiani di proletari comunisti-PCm Italia ha incontrato in uno straordinario viaggio, di cui via via stiamo fornendo i resoconti, ma naturalmente nella loro ottusità settaria sempre in voga, su questo tacciono. Così come hanno fatto anche in occasione del movimento NO COPA, dove le espressioni più radicali si sono organizzate nel Fronte Popolare Indipendente -FIP. Ma anche queste sono state censurate,
Poi di tanto in tanto come se cadessero dal pero danno qualche notizia di fonte associazioni umanitarie, senza peraltro comprendere di che esattamente parlano, Meglio che niente diciamo noi, ma sarà bene che qualcuno dica loro che non va bene.
Brasile, pistoleri attaccano una comunità guaraní
Nel
centro-ovest brasiliano indigeni guaranì sono stati attaccati da uomini
armati che erano stati contrattati dai proprietari terrieri locali, e
che dopo essere giunti con dei camion hanno cominciato a sparare contro
la comunità dello stato del Mato Grosso do Sul. Secondo dei testimoni,
hanno anche dato fuoco a varie case e le aggressioni si sono protratte
durante la notte.
Si pensa che sia soprattutto una rappresaglia per il tentativo di alcuni giorni fa dei guaranì di recuperare il proprio territorio, poiché il loro diritto ancestrale gli è stato strappato per costruire allevamenti e piantagioni. Di fronte all’obiettivo degli indigeni, i pistoleri sono frequentemente contrattati per assassinare i loro dirigenti e allontanarli dalla regione.
L’agroindustria è stata incaricata di sottomettere il popolo guaranì per la sua espansione, con violenza genocida, schiavitù e razzismo per prendere le loro terre, le loro risorse e mano d’opera.
“Questo particolare attacco non è un fatto isolato: assistiamo ad un altro episodio di brutalità e ad un ciclo di violenza senza fine contro i guaranì”, ha dichiarato Stephen Corry, direttore di Survival International, movimento globale per i diritti dei popoli indigeni.
“La violenza è sistematica, e peggiora per il fatto che le forze di sicurezza brasiliane rimangono deliberatamente al margine e permettono che avvengano gli attacchi. Questa cultura dell’impunità sta prendendo le vite e distruggendo i guaranì. Il Brasile ha bisogno di restituite ai guaranì la loro terra: è l’unica soluzione”, ha concluso.
da comitatocarlosfonseca
Si pensa che sia soprattutto una rappresaglia per il tentativo di alcuni giorni fa dei guaranì di recuperare il proprio territorio, poiché il loro diritto ancestrale gli è stato strappato per costruire allevamenti e piantagioni. Di fronte all’obiettivo degli indigeni, i pistoleri sono frequentemente contrattati per assassinare i loro dirigenti e allontanarli dalla regione.
L’agroindustria è stata incaricata di sottomettere il popolo guaranì per la sua espansione, con violenza genocida, schiavitù e razzismo per prendere le loro terre, le loro risorse e mano d’opera.
“Questo particolare attacco non è un fatto isolato: assistiamo ad un altro episodio di brutalità e ad un ciclo di violenza senza fine contro i guaranì”, ha dichiarato Stephen Corry, direttore di Survival International, movimento globale per i diritti dei popoli indigeni.
“La violenza è sistematica, e peggiora per il fatto che le forze di sicurezza brasiliane rimangono deliberatamente al margine e permettono che avvengano gli attacchi. Questa cultura dell’impunità sta prendendo le vite e distruggendo i guaranì. Il Brasile ha bisogno di restituite ai guaranì la loro terra: è l’unica soluzione”, ha concluso.
da comitatocarlosfonseca
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