Certo sono usciti tanti libri sull'Ilva, alcuni utili altri meno. Ma quasi tutti partono da analisi sbagliate sul sistema del capitale, sull'industria e da una incomprensione di fondo che potremmo sintetizzare nella frase: "Nocivo è il capitale non la fabbrica".
Il libro "Ilva la tempesta perfetta" vuole "riequilibrare" il punto di vista, affermando una visione scientifica, e dal punto di vista della classe operaia.
Attraverso il racconto dei due anni "caldi" - 2013/2013 - vuole riportare come realmente è andata e di cosa si tratta e deve trattarsi all'Ilva: una 'guerra di classe' in cui si scontrano due opzioni: quella del potere capitalista e quella della classe proletaria e delle masse popolari.
E' un libro di fatti, in cui le opinioni sono legati ai fatti, ai settori sociali che li esprimono.
Il libro attraverso il racconto dei fatti vuole mostrare la lotta, particolarmente chiara in quei due anni, tra concezioni materialistico storico dialettiche e concezioni idealiste.
Ma questo libro vuole rivalutare anche ciò che è accaduto a Taranto, contro tutte le visioni lamentose, populiste, di una città e abitanti schiacciati e "morenti".
A Taranto in realtà vi è stata una rivolta, prima di tutto degli operai, una sorta di "biennio rosso" da tutti negato e subito dimenticato.
Certo, una rivolta non limpida, a volte ambigua soprattutto all'inizio, ma è stata una rivolta, in cui anche tutti si sono schierati: nel male (il libro l'abbiamo intitolato 'La tempesta perfetta" per dire che tutti hanno contribuito a devastare uomini e cose) e nel bene; mostrando quello che può essere la lotta di classe nel nostro paese. Una rivolta che purtroppo finora ha perso; ha mostrato le sue potenzialità, ma il loro sviluppo è mancato.
Ma l'Ilva e Taranto sono il centro di una contraddizione epocale, mostrano dove arriva in termine di distruzione il sistema del capitale.
Per questo Taranto è importante, e non è una realtà su cui solo denunciare e "piangere", ma una realtà da capire subito e ricominciare.
E IL LIBRO VUOLE DARE UN CONTRIBUTO A QUESTO.
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