Il governo italiano moderno
fascista e guerrafondaio, violando ancora una volta la stessa Costituzione ci
porta alla guerra; contro questa guerra bisogna opporsi con ogni mezzo…
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"Libia, Italia pronta ai
raid contro l'Is". Ecco il patto con gli Stati Uniti
Attacco dell'Is ad una raffineria
in Libia (ansa)
I jihadisti un pericolo:
l'attacco dopo l'accordo tra le milizie per il governo
25 gennaio 2016
ROMA. "Ogni azione degli
americani è concordata con noi". La sintesi che arriva da Palazzo Chigi
dopo la
notizia dell'accelerazione dei piani d'attacco Usa in Libia svela la sostanza del "patto". "L'Italia è pronta ad azioni militari: se sarà necessario, agiremo con i nostri alleati, su richiesta del governo di Tripoli e nel quadro dettato dalle risoluzioni dell'Onu". Per la prima volta, arriva la conferma a quello che ormai trapelava da troppi segnali convergenti. Il livello di minaccia militare dell'Is in Libia ha raggiunto una pericolosità insostenibile, tanto da spingere il premier Renzi a lasciarsi le mani libere per diversi scenari.
notizia dell'accelerazione dei piani d'attacco Usa in Libia svela la sostanza del "patto". "L'Italia è pronta ad azioni militari: se sarà necessario, agiremo con i nostri alleati, su richiesta del governo di Tripoli e nel quadro dettato dalle risoluzioni dell'Onu". Per la prima volta, arriva la conferma a quello che ormai trapelava da troppi segnali convergenti. Il livello di minaccia militare dell'Is in Libia ha raggiunto una pericolosità insostenibile, tanto da spingere il premier Renzi a lasciarsi le mani libere per diversi scenari.
Vogliamo seguire una road map che
è chiara, è nota a tutti ed è ragionevole, dicono fonti vicine al presidente
del Consiglio, e che potrebbe dunque concretizzarsi nel giro di due, tre
settimane. È una linea perfettamente concordata con gli Stati Uniti, che gli
altri alleati conoscono perfettamente. Entro il 29 gennaio dovrebbe entrare in
funzione il nuovo governo libico nato dalla mediazione Onu. Il premier Fayez
Sarraj avrà un ministro della Difesa con cui elaborare i suoi piani, fare le
sue valutazioni sul modo in cui combattere il terrorismo in Libia, e fare
quindi le sue richieste alla comunità internazionale. La prima pista da
esplorare - insistono al governo - è quella di una soluzione politica. Solo
allora, quando ci sarà un'entità libica con cui fare i conti sul terreno, avrà
senso avviare una campagna militare.
Il timore di Renzi era che
attacchi "spot" in Libia contro il Califfato, condotti per colpire
una base, una colonna di auto, potessero non essere risolutivi, ma attirare
semplicemente altro terrorismo in Europa e magari anche in Italia. Un altro
punto che viene sottolineato in queste ore dal ministro degli Esteri Paolo
Gentiloni e dal sottosegretario all'intelligence Marco Minniti è che
"mentre si sta facendo di tutto per far nascere un tentativo di governo
libico, azioni militari fuori controllo non farebbero che spaccare la società
politica libica, portando sostegno all'Is: ogni 100 militanti eliminati ne
arriverebbero altre migliaia".
Di questo l'Is è perfettamente al
corrente: per questo sta allargando lo spettro delle sue attività militari
(vedi attacchi a Ras Lanuf, offensiva su Sidra, minaccia verso il Sud). Secondo
gli ultimi segnali lo Stato Islamico starebbe già preparando la difesa di
Sirte, in cui si è prima infiltrato e poi "blindato" dal marzo del 2015.
La città sul Mediterraneo è stata circondata da posti di blocco del Califfato;
i miliziani hanno riportato indietro dai vari fronti aperti in questi giorni,
mezzi blindati e anche artiglieria. Sono state intensificate le esecuzioni dei
dissidenti, delle "spie" sospette di lavorare per Tripoli o Tobruk.
È probabile che nelle prossime
ore, anche per attirarsi gli attacchi aerei degli alleati, l'Is proverà a
mettere a segno, in Libia o in Europa, nuovi attacchi terroristici. E il
richiamo dell'Is in Libia è tanto forte che da 48 ore l'Algeria ha lanciato un
allarme sul flusso di giovani marocchini che starebbero provando ad
attraversare i confini per entrare in Libia. Mentre sempre da Sirte arriva la
conferma che alcune centinaia di abitazioni sono state sgombrate con la
violenza dai miliziani: serviranno ad ospitare i nuovi combattenti islamici che
arrivano da tutta l'Africa. Per fare della città che fu di Gheddafi la nuova
Raqqa sul Mediterraneo, la nuova capitale del califfato.
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