mercoledì 27 gennaio 2016

pc 27 gennaio - Si surriscalda il clima all'Ilva di Genova: Renzi schiera la polizia in tenuta antisommossa, ma gli operai non ci stanno, supportati dagli studenti e altre delegazioni di operai, e vogliono arrivare in centro



Ilva terzo giorno di protesta. Corteo dei metalmeccanici fino alla prefettura
Riccardo Porcù, videoservizio Beatrice D’Oria
Ilva, faccia a faccia tra operai e Polizia: “Toglietevi il casco”
Momenti di tensione tra polizia e manifestanti in lungomare Canepa
Genova - È iniziato il terzo giorno di protesta degli operai Fiom e Failms dell’Ilva , a cui si aggiungono oggi tutti i metalmeccanici Cgil. I manifestanti si sono concentrati in piazza Massena a Cornigliano. Il programma prevede lo sciopero generale dalle 8 alle 12 di tutte le tute blu iscritte al sindacato della Cgil per difendere l’Accordo di programma siglato nel 2005 per lo stabilimento di Cornigliano, e un corteo fino al palazzo della Prefettura. Sfilano anche sindacalisti di Filt Cgil, Filctem Cgil, lavoratori di Amiu e un gruppo di studenti. È presente anche una delegazione dei camalli della Compagnia Unica Culmv con il console, Antonio Benvenuti. La Prefettura e la stazione ferroviaria di Principe sono presidiate dalle forze dell’ordine. Si tratta della terza giornata di agitazione, dopo le manifestazioni di lunedì e quelle di ieri, culminate con l’incontro con susanna Camusso.
Aggiornamenti in tempo reale
Ore 11,32

«Il Governo ha convocato un incontro e ritengo che debba essere a livello `alto´ come concordato. Io voglio che i discorsi siano fatti seriamente. Quello che pretendo è un’interlocuzione seria». Lo ha detto il sindaco di Genova Marco Doria a proposito della presenza del Ministro dello Sviluppo economico Guidi all’incontro al Mise il 4 febbraio per il rispetto dell’Accordo di programma sullo stabilimento Ilva di Cornigliano. L’accordo, siglato nel 2005, prevede che a fronte della chiusura della lavorazione a caldo vengano garantiti occupazione e reddito.
Ore 11,30
«Da parte della prefettura non c’è alcun blocco della manifestazione, c’è una richiesta che la manifestazione si svolga senza creare eccessivi disagi per la città e senza mezzi pesanti. Ho dato la mia disponibilità a ricevere una delegazione di operai e rappresentanti sindacali, ho dato la mia parola di prendere contatti con il Governo per avere delle risposte sull’argomento», lo ha detto il prefetto di Genova Fiamma Spena.
Ore 11,22
Continua la mediazione tra la prefettura e i manifestanti per cercare una soluzione che non blocchi come ieri la città. La prefettura è disponibile a far passare il corteo, ma senza i mezzi pesanti che i lavoratori hanno portato con loro. La Fiom, invece, vuole che il prefetto Fiamma Spesa si faccia garante che all’incontro al Mise del 4 febbraio ci sia il ministro Guidi o un viceministro e non un funzionario. Se arrivasse dalla prefettura un’apertura in questo senso, il corteo proseguirà verso il centro senza mezzi.
Ore 11,10
Segno di distensione tra manifestanti e polizia alla manifestazione dei lavoratori Ilva a Genova. Una funzionaria di polizia si è tolta il casco e ha stretto la mano alcuni lavoratori. Davanti a questo gesto i lavoratori, che erano arrivati faccia a faccia con gli agenti in tenuta antisommossa, hanno fatto un passo indietro.
Ore 11,20
La situazione si è sbloccata pochi minuti fa dopo due ore di confronto con la richiesta, accettata, di proseguire nel corteo verso la prefettura a piedi, senza mezzi meccanici.
Ore 10,45
I lavoratori metalmeccanici che stanno manifestando a Genova per difendere l’accordo di programma sullo stabilimento Ilva di Cornigliano, sono arrivati a fronteggiare lo schieramento delle forze dell’ordine che blocca Lungomare Canepa per impedire al corteo di raggiungere il centro città. La situazione è tesa ma non ci sono incidenti. Gli operai tengono le mani in alto e i poliziotti indossano caschi e maschere antigas. I lavoratori urlano «Vergogna, toglietevi i caschi, dovete unirvi a noi». Successivamente i lavoratori hanno fatto un passo indietro e i poliziotti hanno tolto le maschere antigas in segno di distensione. Dal corteo sono partiti applausi.
Ore 10,30
Sale la tensione, gli operai si sono avvicinati a mani in alto gridando “lavoro” ai reparti di polizia e alle camionette in assetto antisommossa. È fermo in Lungomare Canepa il corteo dei lavoratori dell’Ilva di Cornigliano e dei metalmeccanici Fiom in sciopero generale fino alle 12 per difendere l’Accordo di programma siglato nel 2005 e chiedere che il governo partecipi alla riunione del Collegio di vigilanza convocata per il prossimo 4 febbraio a Roma. Davanti ai manifestanti è schierato un cordone di blindati della polizia per impedire il passaggio dei mezzi pesanti dell’acciaieria verso il centro cittadino. Si susseguono, intanto, le telefonate tra i sindacalisti di Fiom e Cgil con Questura e Prefettura per trovare una mediazione. «Chiediamo che il Prefetto - spiega Ivano Bosco, segretario della Cgil genovese - si faccia garante della presenza politica del governo all’incontro del 4 febbraio. In quel caso siamo disposti a lasciare qui i mezzi. Speriamo di trovare al più presto una mediazione per poter proseguire la nostra manifestazione». In piazza ci sono circa 600 operai tra dipendenti di Ilva, Ansaldo Sts, Ansaldo Energia, Piaggio, Selex, Fincantieri con delegazioni dei camalli della Culmv, di Amiu e sindacalisti di Filt e Filctem Cgil. Chiusa la strada sopraelevata Aldo Moro in direzione ponente.
Nel video, i lavoratori in corteo in lungomare Canepa

Ore 9,50
I manifestanti sono fermi dietro le transenne che tagliano in due Lungomare Canepa, da una parte le polizia in assetto anti-sommossa, dall’altra i metalmeccanici. “Non siamo delinquenti, siamo operai”, urlano dietro lo striscione simbolo della protesta. “Il governo è solo capace di schierare la polizia, finora non ha mai dato nessuna risposta sull’incontro per l’Accordo di programma - attacca Bruno Manganaro, segretario Fiom -. Il prefetto deve prendersi le sue responsabilità. Qui ci sono i lavoratori. Questo è un vero atto antidemocratico”.
Ore 9,40
Il corteo che da Cornigliano vuole raggiungere il centro della città e la prefettura, è stato bloccato da blindati delle forze dell’ordine in Lungomare Canepa, la strada principale di accesso al centro. Sono almeno 500 i manifestanti che hanno aperto il corteo con lo striscione `Pacta servanda sunt´ Ilva Genovà. `Vergogna - gridano i lavoratori - il diritto di scioperare per il lavoro viene impedito dalle forze dell’ordine”. In corteo anche mezzi pesanti. In molti gridano «Se non c’e lavoro c’e agitazione». Il traffico nel ponente cittadino e´ in tilt.
Ore 8,40
Sei camionette della polizia e le transenne aspettano in Lungomare Canepa i manifestanti. «Si devono vergognare, questa è la loro idea di democrazia, bloccare la strada con le camionette», gridano i manifestanti. Bloccati gli accessi all’Elicoidale e alle rampe di autostrada e Sopraelevata.
Ore 8,00
Volti tesi e convinti. I lavoratori Ilva sono usciti prima delle 8 dallo stabilimento per il terzo giorno di sciopero e corteo dopo aver bloccato ieri la città, paralizzata nel nodo di Sampierdarena. Caschetti in testa dietro lo striscione "Pacta servanda sunt", gli operai hanno percorso con i mezzi meccanici la Strada a mare in direzione ponente (proprio per consentire il loro passaggio) prima di dare inizio alla manifestazione verso il centro con concentramento in piazza Massena. Intorno alle 8,40 gli operai hanno raggiunto piazza Massena. E alle 9,10 il corteo era all’altezza di via Sampierdarena, dove i vigili hanno bloccato il traffico. Ttra i cori e i fumogeni, altre delegazioni di lavoratori si sono unite al corteo, da Piaggio Aerospace a Selex e Ansaldo. I lavoratori arriveranno in centro percorrendo via Sampierdarena e lungomare Canepa e via di Francia, provocando com’è immaginabile il blocco della circolazione veicolare.
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Ilva il corteo Fiom verso la Prefettura , sale la tensione
La polizia blocca Lungomare Canepa. In piazza delegazioni delle fabbriche e del porto,  Cisl e Uil si dissociano. L'apertura della ministra Guidi, Manganaro: "Non basta". Doria: "Le divisioni non servono".  L’azienda minaccia “A rischio Novi Ligure”
di NADIA CAMPINI

27 gennaio 2016

La giornata di ieri.
Ieri, tre pale meccaniche e un Hyster, un “dito”, un enorme carro con un tubo davanti che serve a caricare i rotoli di lamiera, quattro mezzi giganteschi piazzati strategicamente sull’elicoidale, in via Cantore e in via di Francia, e il secondo giorno della protesta Ilva ha paralizzato completamente la città dalle prime ore del mattino a metà pomeriggio. Ai lavoratori è arrivato il sostegno del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, a Genova per parlare della Carta internazionale dei diritti dei lavoratori, all’una e mezza è arrivata anche lei sull’elicoidale, accolta da un applauso, per dire ai siderurgici: «Siamo con voi», ma dal governo tutto tace. Intervistata da RaiNews 24 la ministra Federica Guidi ha assicurato che «il governo è impegnato a salvare tutto il gruppo» e ha aggiunto: «Dobbiamo garantire a quegli operai di Genova continuità rispetto a quell’accordo di programma che se non vado male è stato firmato nel 1995», sbagliando solo di dieci anni, visto che l’accordo di programma risale al 2005. Nonostante queste dichiarazioni in ordine sparso non c’è ancora alcuna garanzia che all’incontro convocato il prossimo 4 febbraio alle 15.30 al ministero dello Sviluppo economico ci sia anche un ministro, o almeno un sottosegretario, come chiesto dai sindacati, perchè oggetto dell’incontro è l’accordo di programma, ma anche il futuro dell’Ilva, interessata da una procedura di vendita con molte incertezze. Così la Fiom ha già annunciato che l’occupazione prosegue: per la seconda notte i lavoratori si sono attrezzati per dormire in fabbrica e oggi sono indette dalla Fiom quattro ore di sciopero generale dei metalmeccanici genovesi, appuntamento alle otto e mezza in piazza Massena, di qui partirà il corteo, direzione centro. «Anche se la città è bloccata da due giorni – spiega il segretario della Fiom Cgil di Genova, Bruno Manganaro – c’è un silenzio assordante, la politica continua a parlare d’altro. Saremo tutti in strada per difendere l’Ilva». Il corteo in via Cornigliano  Momenti di tensione al corteo dei lavoratori Fiom - Ilva e non solo - verso la Prefettura nel terzo giorno di manifestazione. Alla fine di Lungomare Canepa i manifestanti hanno trovato un blocco della polizia: il problema è quello dei mezzi pesanti, che non si vogliono far arrivare in centro. Adesso è in corso una trattativa con il Prefetto Fiamma Spena per valutare se sia possibile far continuare il corteo senza i mezzi. "Non basta", secondo il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro, l'apertura della ministra Federica Guidi ad un dialogo, ci vuole l'impegno del governo. Così Genova si prepara al terzo giorno di manifestazioni dei dipendenti Fiom e Failms dell'Ilva di Cornigliano, insieme però a tutti i metalmeccanici Fiom genovesi in sciopero. L'appuntamento era alle 8.30 in piazza Massena a Cornigliano, dove i lavoratori Ilva usciti dallo stabilimento in cui  alcuni decine di loro hanno trascorso la notte, si incontrano con quelli delle altre fabbriche per procedere poi verso il centro insieme ai mezzi pesanti."Pacta servanda sunt' recita lo striscione che apre il corteo, tra slogan ed elmetti gialli. All'entrata in piazza Massena applausi tra i gruppi diversi di operai per salutare l'incontro. Presente anche una delegazione dei camalli della Compagnia Unica Culmv con il console Antonio Benvenuti . Aderiscono anche gruppi di studenti. All'altezza della Fiumara entrano in corteo il segretariod ella Camera del lavoro e il segretario regionale Cgil Ivano Bosco e Federico Vesigna, il presidente dell'Anpi di Genova Massimo Bisca e il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino. Già dalle prime ore del mattino la Prefettura e la stazione ferroviaria di Principe sono presidiate da polizia e carabinieri. Un cordone di agenti impedisce l'accesso alla Sopraelevata, ma il corteo , adesso aperto dal "Dito", la grande ruspa, dopo aver attraversato Lungomare Canepa si trova davanti al blocco della polizia, che ha anche posto transenne per bloccare il transito. La tensione tra i manifestanti sale, si ascoltano grida contro la polizia. Intanto, sono usciti gruppi di operai anche dalle Riparazioni Navali, che si uniranno agli altri manifestanti in centro.
Si dissociano ancora una volta Fim e Uilm. In una nota la Uilm di Genova spiega che «lo sciopero generale dei metalmeccanici è stato indetto solo dalla Fiom. Noi non aderiamo per il semplice motivo che abbiamo già ottenuto l’incontro al ministero dello Sviluppo Economico il 4 febbraio». Per Alessandro Vella, segretario della Fim Cisl Liguria, «quello convocato il 4 febbraio è un tavolo istituzionale serio e per questo non ci sembra opportuno bloccare una città». E l’azienda in una nota alla Fiom nazionale avverte che «se il blocco perdura farà fermare Novi Ligure e metterà in discussione commesse e investimenti annunciati».
Doria: "Non servono le divisioni". «Per il futuro dell’Ilva la città di Genova ha bisogno di una grande coesione, non di lacerazioni. Il fatto che una sola sigla sindacale anticipi il risultato di un tavolo con il governo convocato il 4 febbraio, non favorisce l’avvicinarsi alla soluzione dei problemi». Il sindaco Marco Doria a Palazzo Tursi a margine dei lavori del consiglio comunale critica la nuova giornata di sciopero all’Ilva di Cornigliano indetta dalla Fiom. «Invito tutti a un grande senso di responsabilità – ha detto Doria – andrò il 4 febbraio a Roma determinato a difendere gli interessi della città, dei lavoratori dell’Ilva, delle prospettive industriali e occupazionali di Genova nel migliore dei modi». Invita ad abbassare i toni invece il presidente della Regione Giovanni Toti secondo il quale «la protesta è comprensibile ma occorre non aumentare la tensione in città perchè nessuno guadagnerebbe da questo». E lo stesso invito arriva dal Pd che riconquista l’unità, con una nota che chiede di «lavorare tutti per abbassare la tensione, che sta superando il livello di guardia e agire per ricomporre un fronte unitario dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni locali. Il Partito Democratico è impegnato, proprio in questa prospettiva, a mettere in sicurezza due aspetti fondamentali: le garanzie occupazionali per i lavoratori e la certezza di una prospettiva industriale per tutta l’Ilva».

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