mercoledì 10 dicembre 2014

pc 10dicembre - La fogna nazifascista che inneggia ai forni crematori va in prescrizione mentre chi lotta per il diritto alla cas, al lavoro viene arrestato e condannato - Questo Stato e governo moderno fascista devono cadere! Libertà per tutti i compagni arrestati

IlFattoQuotidiano.it / Cronaca Varese
Inneggiavano a Hitler in birreria: 22 neonazisti prescritti 

Se la sono cavata così le persone che il 23 aprile del 2007 presero parte ad una festa in una birreria di Buguggiate in cui si cantava " La stella gialla sui negozi ebrei" e "“Vieni, non piangere, il forno ti aspetta” dedicata ad Anna Frank: tra gli altri Checco Lattuada, consigliere comunale a Busto Arsizio, e Rainaldo Graziani, figlio del fondatore di Ordine Nuovo di Alessandro Madron | 10 dicembre 2014 Prescrizione. Se la sono cavata così, dopo sette anni e mezzo, le 22 persone che il 23 aprile del 2007 presero parte ad una festa dal forte sapore neonazista, intonando canti e sfoggiando simboli inequivocabili, per celebrare l’anniversario della nascita di Adolf Hitler (che in realtà ricorre il 20 di aprile). Quella notte tra le mura di un locale sulle rive del Lago di Varese andò in scena più di una serata tra camerati. Dopo qualche pinta di birra, braccia tese, canti nazisti e cori osceni a profusione. “Solo qualche canzone tra amici” si difenderanno poi i protagonisti del nazi-party, ma i ritornelli riportati nei verbali di polizia raccontano qualcosa di diverso. “Vieni, non piangere, il forno ti aspetta” cantavano in dedica ad Anna Frank e, sempre infangando la memoria della ragazzina ebrea diventata simbolo della Shoah: “Cerco nel ghetto tutto l’anno e all’improvviso eccola qua” (sulle note di Azzurro di Adriano Celentano). Le carte dell’inchiesta hanno riportato anche altre canzoni storpiate: La stella gialla sui negozi ebrei sulle note de La canzone del sole di Lucio Battisti o “Negri du du du…in cerca di guai” scimmiottando il popolare brano Donne di Zucchero, non prima di aver inneggiato ad Erich Priebke. Scene che vennero registrate dalle cimici e dalle telecamere nascoste piazzate dalla Digos di Varese. Quella sera gli uomini della questura raccolsero un ricco dossier che portò alla formulazione dell’accusa di “incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi etnici e razziali” e, al termine delle indagini, i 22 partecipanti vennero rinviati a giudizio davanti al tribunale di Varese. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Luca Petrucci, il reato venne consumatoall’interno di una birreria di Buguggiate dove, tra gli altri, c’erano anche Checco Lattuada, consigliere comunale a Busto Arsizio e Rainaldo Graziani, figlio del fondatore di Ordine Nuovo Clemente Graziani. A traghettare il processo fino alle secche della prescrizione una serie di intoppi e di lungaggini dovuti ad errori, rinvii ed eccezioni. Vano il tentativo di opposizione del pm. Di quell’episodio restano così solo le ombre. Le stesse ombre nere che insistentemente si allungano sulla provincia di Varese, culla di movimenti di ultradestra, più o meno raffinati, più o meno organizzati che qui spesso trovano terreno fertile per far crescere le proprie idee e reclutare nuovi adepti.

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