Il 12 dicembre, anniversario della strage di piazza
Fontana resta per i comunisti, gli antifascisti, i proletari
d'avanguardia una scadenza da non dimenticare: la strage di Stato,
rimasta impunita, ha segnato profondamente la storia del nostro paese.
La borghesia, il suo Stato, i suoi apparati repressivi, la sua mano nera
di fascisti e servizi usarono quella strage per fermare il movimento
rivoluzionario del biennio rosso '68/'69, dimostrando che avrebbero
usato tutte le proprie armi per impedire l'avanzata di quel movimento.
Ma
il movimento comunista e rivoluzionario accettò la sfida, rispose a
quella strage sia difendendo le libertà democratiche sia cercando di
alzare il livello di organizzazione e lotta per rispondere allo Stato
borghese. L'esperienza storica di quella risposta e le organizzazioni che ne sono state protagoniste hanno lasciato lezioni positive e negative valide tuttora per noi comunisti e per tutti coloro che si battono per rovesciare il potere dei padroni e il sistema del capitale.
Oggi il capitale, il suo Stato, i suoi governi, senza per ora stragi, comunque marciano verso un regime di dittatura aperta sempre meno mascherata dalla democrazia parlamentare.
Oggi sempre più si scarica la crisi del capitale cancellando le conquiste e i diritti dei lavoratori e delle masse popolari conquistate con la lotta dal dopoguerra in poi - diritti sociali, elementari, il salario, il lavoro, la salute, la casa, l'acqua, l'aria. E pur di imporre la salvaguardia del capitale finanziario e dei profitti dei padroni non esitano a usare Stato di polizia, leggi repressive... e alimentano nuove forme di fascismo di bande o 'popolare' per perseguire il disegno di sempre
Per questo, anche questo 12 dicembre ci richiama all'essenziale: il potere del capitale è sempre miseria, oppressione e repressione per i proletari; lo Stato borghese si abbatte e non si cambia; la sola soluzione alla crisi del capitale è la rivoluzione, e il primo passo di essa è il partito della rivoluzione.
Costruire questo partito è il modo migliore per lottare realmente contro la crisi e per onorare tutti quei compagni che negli anni '70 hanno pagato con il carcere e con la vita il loro mettersi al servizio della causa proletaria, per un mondo senza crisi, guerra e repressione e vita senza sfruttamento e oppressione, che si chiama comunismo.
Proletari comunisti- PCmItalia
12.12.2014
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