Lo sciopero CAT - USB - CUB degli addetti ai treni viaggiatori per il 13 e 14 dicembre prossimi è uno sciopero giusto, legittimo e concreto.
Mentre quello del confederale 12 dicembre per otto ore, pur necessario negli altri settori, rischia - nelle Fs - di essere solo un maldestro tentativo dei confederali di riconquistare la 'verginità perduta' in anni di cogestione e collateralismo.
Non solo: questo sciopero di venerdì 12, procalamato da Cgil e Uil, è stato dichiarato irregolare per gli addetti alla circolazione dei treni viaggiatori, per il fatto che era stato già proclamato dal CAT uno sciopero di settore per la sera successiva. Questa circostanza mette anche a rischio i ferrovieri che aderiscano allo sciopero Cgil-Uil di essere sanzionati.
Gli addetti ai merci scioperano dalle 21 dell'11 alle 21 del 12 dicembre:
per trenitalia cargo e le altre imprese di trasporto non c'é alcun divieto da parte della Commissione sugli scioperi, pertanto i colleghi potranno scioperare liberamente in quanto per il 12 sono sovrapposte le dichiarazioni praticamente di tutte le sigle sindacali.
Gli impianti fissi e uffici scioperano l'intero turno di venerdì 12 dicembre 2014.
INVITIAMO COMUNQUE, CHI ANCORA CREDE CHE LO SCIOPERO
NON GLI INTERESSI, AD ATTENERSI AL PROPRIO
TURNO, SOPRATTUTTO PER RISPETTO DEI COLLEGHI
CHE LOTTANO ANCHE PER LUI!
NON GLI INTERESSI, AD ATTENERSI AL PROPRIO
TURNO, SOPRATTUTTO PER RISPETTO DEI COLLEGHI
CHE LOTTANO ANCHE PER LUI!
IL CAT, DA LAVORATORI A LAVORATORI
Ecco le nostre ragioni per scioperare:
Art.18 e Jobs Act
La lotta in difesa
dell’art. 18 è fondamentale. Da domani, se le cose
cambieranno come vogliono i nostri governanti, i cittadini e i lavoratori
avranno meno diritti e meno certezze.
Il mondo imprenditoriale, che non brilla certo per etica e per
investimenti in ricerca e innovazione, se da un lato lamenta
la presenza di eccessiva burocrazia e della corruzione dilagante che
appesantisce i costi e denuncia i mancati pagamenti dalla pubblica
amministrazione, dall'altro afferma che l’art. 18 è l’ultimo dei
problemi.
E il governo che fa?
Impone una riforma, suggerita da Confindustria sindacato delle imprese, che
servirà solo a licenziare altri lavoratori per motivi diversi dalla “giusta
causa”, perché per questa, ricordiamo (ci ha già pensato la Fornero), si può già
licenziare e con pochissime possibilità di reintegro.
Insomma hanno definitivamente gettato la maschera
dichiarando la guerra totale a tutti i lavoratori, attivi o inattivi che siano,
non prevedendo di fare prigionieri.
58 anni senza se e senza
ma, per i lavoratori di tutte le età e di tutte le imprese e con un
coefficiente di calcolo contributivo adeguato (per
via della più bassa aspettativa di vita), ai reali anni di
contribuzione.
Con la vita dei
LAVORATORI non si scherza.
In tutta Europa si va in
pensione prima di 58 anni perché l’aspettativa di vita dei ferrovieri
dell'esercizio è mediamente DIECI anni inferiore degli altri lavoratori.
Questi i nostri obbiettivi Sicuramente diversi dal silenzio assordante di alcuni e dalle demagogiche proposte che altri hanno pubblicizzato per far credere di voler tutelare tutti. In realtà è stato un chiaro assist alla politica per defilarsi dalle proprie responsabilità dietro la motivazione degli alti costi da sostenere.
Questi i nostri obbiettivi Sicuramente diversi dal silenzio assordante di alcuni e dalle demagogiche proposte che altri hanno pubblicizzato per far credere di voler tutelare tutti. In realtà è stato un chiaro assist alla politica per defilarsi dalle proprie responsabilità dietro la motivazione degli alti costi da sostenere.
Dopo 4 scioperi, in
Parlamento parlano ancora di errore della riforma Fornero da correggere
riguardante il personale addetto alla circolazione dei treni. Errore non
corretto perché non ci sono le coperture.
Non abbiamo mai parlato
di errori. Tutta la legge è un errore e non accettiamo più ritardi.
Al
governo diciamo: “basta con le scuse legate alla mancanza di copertura”.
L’ingiustizia è palese e va sanata. Il problema pensioni è strettamente connesso
con la sicurezza dei nostri treni e va affrontato in via prioritaria.
Se
le coperture ci sono per le pensioni d'oro, per le grandi opere che nessuno
vuole, allora ci DEVONO essere per le nostre pensioni. È ora di fare capire a
questi politicanti che siamo stanchi di farci prendere in giro, che non possono
continuare a mantenere in piedi il loro sistema fatto di corruzione,
clientelismi, sprechi e vantaggi per pochi.
Non si può pensare di
poter lavorare per anni con le attuali norme senza ripercussioni: ritmo sonno veglia
alterati per riposi fuori residenza di poco più di 5 ore effettive e sequenze
impossibili di alzate alle 4 anche a seguito di due notti. Poi limiti di
condotta e scorta al di là della sopportabilità con ricadute anche sulla
sicurezza nostra e di chi si affida a noi per viaggiare, pasti saltati o
consumati in malo modo, riposi giornalieri di 11 ore omnicomprensivi (riposo
alimentazione e vita sociale) sono solo alcuni esempi di aspetti dell'attuale
quadro normativo che NON POSSONO fisicamente essere sopportati e che DEVONO
ESSERE CAMBIATI.
Abbiamo messo a punto
una proposta di piattaforma dell'orario di lavoro a cui seguirà a breve una
consultazione a tutto il personale in modo da poter rivendicare esattamente ciò
che il personale intende perseguire.
I “sindacati” già
firmatari dell'attuale CCNL AF hanno di recente avviato con il Gruppo FS le
procedure per l'indizione delle elezioni Rsu/Rls.
Se le regole per le
elezioni saranno quelle previste dal testo unico della
rappresentanza, siglato il 10 gennaio
2014 da CGIL, CISL e UIL e Confindustria sarà la fine della democrazia e
della rappresentanza democratica sui luoghi di
lavoro.
Il regolamento
elettorale, che dovrà essere obbligatoriamente sottoscritto per partecipare alle
elezioni Rsu, conterrà i principi negativi del testo unico sulla rappresentanza.
Multe e sanzioni per chi indice azioni di protesta nel chiaro obbiettivo di
omologare tutto il fronte sindacale.
Dobbiamo dire forte e
chiaro a questi burocrati sindacalai che non possono nascondere le loro
incapacità dietro a regole che escludono chi fra i lavoratori c'è sempre stato e
ci sarà.
Il
riordino delle norme di sicurezza per la circolazione ferroviaria, attraverso
l’emanazione da parte di ANSF del Regolamento di Circolazione Ferroviaria (RCF),
costituisce certamente una semplificazione poiché enuncia i principi generali
che il gestore dell’infrastruttura e le imprese ferroviarie sono tenuti a
rispettare, nell’emanare disposizioni di esercizio e regolamentari.
Non
v’è dubbio che la semplificazione è certamente intervenuta per chi, ai vari
livelli, emana le disposizioni, ma i lavoratori coinvolti nelle attività di
sicurezza stanno constatando la condizione esattamente
opposta.
Il
proliferare di normative aziendali, sia perché imposte dal “riordino”, sia per
adeguamenti rispetto alla organizzazione interna delle aziende, genera
un'infinita quantità di norme e di casistiche. I lavoratori si trovano pertanto
ad agire in un ambito di minori certezze, con sempre maggiori difficoltà di
adeguamento, rispetto al continuo variare delle norme che regolano la propria
mansione.
Il
ruolo assegnato alle rappresentanze dei lavoratori si limita alla sola
informazione e consultazione, senza tener conto del fatto che alla fine, tutte
le complessità generate dalle disposizioni di ANSF e dalle esigenze di massima
economicità delle imprese, vengono scaricate proprio sugli operatori della
sicurezza. Si sta verificando l’assurda
situazione che a fronte di sempre maggiori richieste di cambiamento
comportamentale rispetto al variare delle norme il personale riceve minore
formazione ed aggiornamenti, un carico maggiore di responsabilità per alcuni e
una netta deprofessionalizzazione per altri eliminando la ridondanza dei
controlli fondamentale per la sicurezza
dell’esercizio.
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