Dal blog femminismorivoluzionario
La morte di Youns El Boussetaoui parla chiaro. Sabato in piazza a Voghera con Bahija El Boussetaoui, sorella di Youns, contro il razzismo istituzionale
La sorella di Youns El Boussetaoui, il 39enne di origini marocchine ucciso dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola esploso dall’assessore leghista Massimo Adriatici continua a domandarsi come sia stato possibile un evento così drammatico. “E’ stato ammazzato da innocente, non ha fatto niente!”, “Chiedo giustizia”, ha aggiunto Bahija in lacrime, spiegando di non avere intenzione di arrendersi fino a quando non otterrà giustizia per suo fratello. “E’ stato sparato da un avvocato, ex poliziotto, assessore, che gira con la pistola carica e ha puntato al petto con l’intenzione di ucciderlo”, ha urlato Bahija, rivolgendosi ai giornalisti.
Bahija ha ricordato come in Marocco il fratello Youns avesse una moglie e due bambini: “L’ha ammazzato! E’ stato omicidio volontario! Ditemi voi se per voi è stato giusto”.
La sorella della vittima di Voghera ha aggiunto che i carabinieri avrebbero dato alla sua famiglia dei clandestini, “ma siamo tutti italiani! Abbiamo cittadinanza italiana, mia mamma, mio padre, i miei fratelli, mia sorella… siamo tutti di cittadinanza italiana”, ha aggiunto mostrando il documento alle telecamere. “Abbiamo la residenza, lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo”, ha proseguito disperata spiegando di aver studiato in Italia e di aver conseguito il diploma in ragioneria.
E a chi le ha domandato cosa si sentisse di dire alla persona che ha ucciso il fratello, ha commentato a gran voce: “Assassino! Assassino! E tutti quelli che parlano male di mio fratello sono degli assassini!”. La donna ha aggiunto che lei ed il fratello erano giunti in Italia insieme 22 anni fa: “Non ha mai fatto del male a nessuno! Qualcuno dice malato, barbone, e allora? Prendiamo le pistole e andiamo a uccidere qualunque persona malata! Mio fratello ha una famiglia, non era un barbone”, ha proseguito Bahija smentendo che fosse una persona aggressiva. “Lui aiutava le persone, amava i bambini, aiutava le donne”, ha urlato prima di perdere i sensi.
Di seguito condividiamo il comunicato di Coordinamento Migranti Bologna, sottoscritto da decine di gruppi e associazioni in merito all'omicidio razzista di Youns El Boussettaoui, e ricordiamo che oggi pomeriggio a Voghera ci sarà una manifestazione antirazzista, al fianco di Bahija El Boussetaoui e degli altri familiari di Youns.
La morte di Youns El Boussetaoui parla chiaro.
Non è morto per mano di chi intendeva sventare una molestia possibile, non è morto in nome di una maggiore e reale sicurezza di tutti gli abitanti di Voghera. Lui è morto perché era un migrante marocchino, perché come migrante vai bene se stai zitto, calmo e quando ti fai sfruttare al lavoro, è morto perché incarnava il nemico per eccellenza di chi come l'assessore leghista Adriatici odia i migranti, i neri, tutti coloro che non siano bianchi e italiani. Quanto accaduto ha un solo nome: razzismo. Con buona pace di chi cerca le ragioni nel possesso di un'arma che non sarebbe dovuta essere a portata di mano, o nelle smanie dispotiche dell'assessore leghista adepto delle ordinanze anti degrado, non è l'arma che l'ha ucciso ma il razzismo di chi la impugna, un razzismo esplicitamente difeso dalla Lega. Un ex poliziotto che evidentemente ha deciso in che modo regolare i conti con quegli odiati migranti che abitano la città di Voghera e che spesso si trovano in Piazza Meardi, piazza San Bovo o all'autostazione. A Voghera per i migranti accusati di pubbliche molestie è stata introdotta la pena di morte.
Youns El Boussetaoui non era un violento, non era un pericolo pubblico o un potenziale stupratore, era un ragazzo marocchino che come altri ha pagato a duro prezzo la crisi di questi anni, che ha sofferto e che da questa sofferenza non è riuscito a riprendersi. Ma la sua vita evidentemente valeva poco, almeno per il leghista Adriatici che in pochi secondi l'ha stroncata con un colpo che solo nelle parole dell'assassino era casuale, perché casuale non era la ragione che lo ha giustificato.
Coordinamento Migranti di Bologna,
A.N.I.S. Crotone,
Associazione Della Comunità del Marocco a Perugia,
Ass. diritti e dignità casa e lavoro,
Associazione Donna e diritto,
Ass. donne di qua e di là
Ass. Donne e Bambini in Difficoltà
Ass. immigrati marocchini nelle Marche (ASSIM)
Associazione Lavoratori Marocchini in Italia-جمعية العمال المغاربة بإيطاليا ,
Ass. Al Yamama Torino,
Ass. Marocchina diritti infanzia e famiglia Roma,
Ass. Marocchina Onlus Lecco
Association Mellalis Du Monde,
Ass. PRISMA,
Ass. Senegalese Cheikh Anta Diop di Bologna e provincia (Ascad Senegal),
Ass. di volontariato Daawa Cosenza
Ass. Unione Mondiale dei Marocchini del Mondo,
Ass. Il sorriso di Torino,
Associazione immigrati nel Marche,
Ass. Tamkin per le donne marocchine in Italia,
Associazione Jasmine,
Collettivo Ujamaa ,
Ass. Sopra i ponti Bologna,
Ass. Samira Bergamo,
Centre National des Droits de L'homme, Marocco,
Centro Culturale Islamico di Recanati,
Club Biker del Sahara,
Mama Africa Onlus
Movimento Pavia,
Organizzazione internazionale della Società Marocchina in Italia,
Organizzazione italo marocchina per i diritti umani
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